Aria nuova
San Benedetto del Tronto | Il mondo si prepara al cambiamento, tra resistenze e nuove scelte.
di Martina Oddi
Barack Obama
In Europa le ultime elezioni hanno destabilizzato lo scacchiere politico, con l'avanzata dei fronti francesi e inglesi anti europeisti, e la contemporanea riaffermazione della fede nell'unione in molti altri paesi, tra cui l'Italia.
Ed ecco il giovane Matteo stilare i punti delle condizioni della presidenza dell'Italia il prossimo semestre, trattando sulle nomine come si conviene a un capo di governo. Questo il primo segnale di venti nuovi: Renzi sta riuscendo nel ridare fiducia al paese, con manovre piccole e magari insignificanti, come le 80 eu in busta paga.
Riconquistare la dignità di una terra che si e' abbrutita dietro la perdita di ogni valore, dopo anni di berlusconismo incontrastabile, spetta proprio a un giovane e alla sua giovane squadra, il migliore senz'altro, ma pur sempre cresciuto in mezzo ai suoi coetanei, quei bamboccioni che ancora non riescono a farsi posto nella società dei padri e delle loro conquiste.
E lui, come tutti gli analisti, ha ben presente il nodo della questione: il ricambio generazionale che nelle sue lungaggini e nei suoi giochi di giri di poltrone, non lascia spazio di manovra alle giovani leve, privandole del sostentamento fondamentale, il lavoro.
Ma il vento nuovo spira anche in Vaticano: ieri la solenne scomunica di Papa Francesco ai mafiosi, e il monito a lasciare fuori dalle rese dei conti i bimbi innocenti. Drastiche e nette le parole del Papa, la mafia e' fuori dalla grazia di Dio. Inutile sottolineare l'importanza della assoluta presa di posizione del Pontefice, come consolazione per i parenti delle vittime e come speranza per chi resta anelando a un futuro piu' giusto.
E l'aria e' cambiata anche nella stanza dei bottoni. Storico e senza precedenti il rifiuto del presidente Obama a intervenire militarmente in Iraq, seguito dal sentito consiglio di trovare una soluzione di pace tra i sunniti, i curdi e gli sciiti in rivolta. Una soluzione di mediazione e di conciliazione delle differenze, sulla base di diritti umani riconosciuti a tutti e inalienabili, e sulla base della condizione inalienabile del cessate il fuoco.
Se gli iracheni riusciranno a comporre il conflitto allontanando i miliziani jadisti, mitigando l'influenza degli stati arabi interessati all'equilibrio della zona, complice l'opera di intermediazione del vicino Iran, oggi molto più democratico di ieri e coinvolto in primis nello sviluppo della situazione interna irachena.
Il nuovo Zefiro sembra non aver raggiunto ancora il Middle East, dove già Assad tortura la Siria e per evitare il tribunale dei crimini di guerra dell'Aia si adopera per imporre un suo nuovo mandato. Se i talebani che tagliano le dita a chi va a votare in Afganistan fanno meno notizia delle partite del mondiale, in Ucraina la guerra civile sembra un giorno sul punto di trovare una composizione, con la proposta di una tregua per far rientrare i filo russi ribelli a Mosca e cominciare una nuova vita da Europei, che il giorno dopo viene smentita.
Forse lo Zefiro che porta primavera non ha ancora ispirato il grande Zar, che si ostina nel mantenere posizioni di rigido controllo sui paesi che gravitano nella zona di interesse russa, con metodi anacronistici e dittatoriali da guerra fredda. Possibile che non si sia accorto che si è alzato il vento dell'ovest?
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22/06/2014
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