Da Nairobi a Seattle la bella favola di Naomi Wachira
San Benedetto del Tronto | Naomi Wachira "Naomi Wachira"
di
Naomi Wachira
"Naomi Wachira"
Il bel video di "African girl" del 2013 nel quale la ragazza dagli enormi orecchini a ruota, tra i grattacieli di Seattle, cantava della sua gente attraverso la sua chitarra e le tante foto di famiglia, le aveva subito dato grande notorietà. Dall'aspetto di regina, Naomi Wachira ha lasciato il suo Kenia per approdare nella fredda ma stimolante città del nord ovest americano ai confini del Canada. In pochi mesi Naomi ha conquistato i giornali e le copertine locali e le sue prime canzoni lanciate in rete e in cise su EP le sono valse il titolo di "folk singer dell'anno".
Bastano le prime note di questo formidabile disco di esordio ufficiale che porta il suo nome per contraddistinguere perfettamente l'anima africana e lo spirito lume di Miriam Makeba (che emerge potente in "Anywhere") fusi perfettamente con lo stile urban folk di Tracy Chapman. Ascoltare la fantastica "You better" o "Just like you" o "Anywhere" per credere. Con un groove speciale e accompagnata da musicisti che si integrano totalmente con lo spirito delle sue belle composizioni, Naomi Wachira non esiterà a far parlare di sé per il carisma che possiede, per l'alta scrittura delle sue canzoni e anche per il suo stile che rimanda alla prima Nina Simone. Grande amica del talentuoso Damien Jurado, suo mentore nella città del Pacifico, nonché produttore del disco, Naomi Wachira recupera gli stilemi del canto afro e del blues originale in "Burn me" cantata a cappella col coro. Urla con determinazione la sua voglia di vivere e il suo diritto alla visibilità con la forte apertura di "I'm alive" che richiama subito la Chapman. E' portentosa e piena di stile in "Be Ok", per la quale ha bisogno della semplice chitarra che esalti le sue bellissime corde vocali dal timbro un po' scuro.
"Naomi Wachira" è un album che non ha bisogno di grandi orpelli né di un esercito di accompagnatori. E' sufficiente, oltra la chitarra, qualche cenno di basso (Evan Flory-Barnes) e qualche sprazzo di percussioni (Darren Reynolds, batterista dei Patrick & The Locomotive). Per essere sempre coerente con la sua immensa eleganza la Wachira aggiunge qua e là delle note di violoncello (Natalie Hall) ma non si allontana mai eccessivamente dalle sue origini afro. E la produzione fa di tutto per mantenere intatto questo spirito che, in definitiva è la vera forza dell'artista. E che forza esce fuori da canzoni come "I am a woman", manifesto di dignità e di intrinseca grandezza. Di recente, nella città che l'ha accolta, Naomi Wachira ha ricevuto ufficialmente la cittadinanza americana. E oggi tutti gli americani sono fieri di lei, della sua voce. Di queste canzoni davvero meravigliose e vere.
Voto 9/10
https://www.youtube.com/watch?v=eb3cpdWEvcg
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19/05/2014
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