La cucina musicale di Kelis
San Benedetto del Tronto | Kelis "Food"
di
Kelis
"Food"
Trentacinquenne di Harlem, Kelis Rogers è una delle eredi delle grandi voci del soul afroamericano degli anni Sessanta e Settanta. Nei suoi 15 anni di attività l'artista ha all'attivo sei album i primi dei quali di pregevole fattura. Con la crisi discografica, la famiglia (subito sfasciata), la maternità (vocalizzi di sua figlia di quattro anni si possono ascoltare in "Breakfast"), l'attivita cinematografica e televisiva e, non ultima, quella culinaria (è una vera esperta di cucina) Kelis ha rallentato la sua produzione e "Food" giunge dopo quattro anni di silenzio.
Cresciuta vocalmente, come nella migliore tradizione black, nel coro di una chiesa e musicalmente all'ombra di suo padre Kenneth, musicista jazz, Kelis è anche un'ottima strumentista di pianoforte, violino e sassofono ma possiede anche buone doti di composizione come dimostrano tutti i brani di "Food" che portano la sua firma. La vena soul che nel suo disco d'esordio, "Kaleidoscope" era preminente si era però via via attenuata a favore di spunti ritmici più commerciali che non hanno disdegnato allargamenti verso la musica dance e verso l'hip hop ma oggi, con "Food" sembra ampiamente recuperata. Alla cucina, suo grande amore dedica questo ritorno dopo che è cresciuta in modo esponenziale la sua visibilità in uno dei tanti programmi della Tv dedicati al cibo e alle ricette (ormai Cooking Channel è un programa seguitissimo in tutto il mondo) e i riferimenti e le citazioni emergono qua e là in tutto il lavoro che sa recuperare un po' di buon funky stile ‘70's in "Hooch", "Cobbler", "Fish fry" ma ci restituisce le sue belle vocali in ballate come "Biscuits ‘n' gravy" oppure la moderna e cinematografica "Change" che va a braccetto con la splendida "Runner" nella quale riaffiorano le sue spettacolari doti di soul singer.
Kelis recupera lo stile terzinato degli anni Sessanta con la centratissima "Rumble", fascinosa e avvolgente nel suo incedere di pianoforte, voce e fiati. Molto spesso si sentono tra un passaggio e l'altro, e questo è merito del produttore Dave Sitek, echi dell'etichetta Stax, tra giri di basso e fiati imponenti che però non invadono mai troppo lo spazio e quando la sua bella voce, un po' chiusa e nasale, torna in primo piano si ha la netta sensazione di avere di fronte una grande autrice che è in grado di sferrare un potente attacco in ogni momento. In "Food" non si urla mai al capolavoro dal momento che manca il pezzo centrale e determinante ma tutta l'opera si stacca per stile e coerenza in un panorama R'n'B sempre più omologato e asfittico.
Voto 7,5/10
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10/05/2014
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