Gli intrighi sonori di Howie B
San Benedetto del Tronto | Howie B "Down with the dawn"
di
Howie B
"Down with the dawn"
B sta per Bernstein, ebreo di Glasgow che ha compiuto i suoi primi passi come tecnico del suono alla radio in un celebre spazio condotto da John Peel, il deus ex machina dell'etere inglese che con il suo show alla BBC, dal 1967 alla sua morte avvenuta dieci anni fa, ha impostato, alimentato e dato visibilità a tutta la musica indipendente britannica e non solo. Divenuto deejay oltre che tecnico per la Lillie Yard, lo studio di registrazione di proprietà di Hans Zimmer, celebre compositore di colonne sonore, Howie B ha lasciato subito il segno lavorando ad uno storico album come "Club Classic volume one" dei Soul II Soul, che ha rappresentato una chiave di svolta nel mondo dei suoni inglesi in ambito new soul.
La carriera di Howie B è ormai costellati di grandi successi e di produzioni internazionali di vasta eco (da Bjork ai U2, da Tricky e il trip hop di Bristol a Robbie Robertson lasciando segni di rilievo anche con Garbage, New Order, Placebo, Annie Lennox, Simply Red fino ad arrivare alla musica colta di Steve Reich, al mondo della pubblicità e quello della moda, per l'italiana Fornarina). Sono rimasti affascinati dai suoi campionamenti elettronici anche i nostri musicisti (Marlene Kuntz, Casino Royale ed Elisa) e il segno italiano resta anche in questo suo ultimo lavoro, "Down with the dawn", che vede la partecipazione di Riccardo Tesio, chitarrista dei Marlene Kuntz e di Gianni Maroccolo (Litfiba, CCCP, Marlene Kuntz) in un paio di brani, tra l'altro i meglio riusciti di tutto il disco ("Down with the dawn" e "Summer's flowers"). Tra gli ospiti ci sono da segnalare anche il cantante dei Virgin Prunes, Gavin Friday (voce in "Summer's flowers") e il produttore Joe Hirst ("Frankie's city").
Entrare nel mondo di Howie B equivale a penetrare in una tessitura sonora avvolgente e onirica in cui tutto è soundscaping emozionale, minimale e profondo. Basterebbe affondare l'orecchio nella superba "Can i close my eyes" per dare la giusta idea del lavoro del musicista e produttore. Le tensioni nervose di brani come "Ganzi" o "Master inch mile haunch" sono episodi sporadici che attengono più al catalogo techno house ma il fondo di tutto il lavoro è basato sulla estrema ricercatezza di un colore sonoro raffinatissimo frutto di un'elettronica colta da cui la voce, tranne nel brano finale "Summer's flower", viene bandita. Più che alla dance music "Down with the down" si indirizza al post dancing e al chill out strizzando l'occhio persino agli archi minimalistici in stile Kronos Quartet, come nel caso di "Authentication".
Un disco che equivale ad un viaggio sonoro intrigante e stimolante.
Voto 7,5/10
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26/04/2014
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