Luka Bloom

"Head & heart"

Kevin Barry Moore, fratello minore di un grande artista irlandese come Christy Moore non ha mai avuto grossa risonanza nel nostro paese. Onesto al punto tale da non sfruttare la fama del fratello ha scelto come nome d'arte quello di Luka Bloom e, alla soglia dei 60 anni, ha pubblicato, il giorno di San Valentino, l'album numero 20 della sua carriera iniziata nel 1978 con "Treaty stone". Tenne il suo nome vero per dieci anni prima di diventare Luka Bloom (che album bellissimo in quel lontano 1988) e oggi accantona per un momento le vesti di autore per interpretare alcune delle canzoni che più ha amato nella sua vita.

A dire il vero due brani sono di "Head & heart" portano la sua firma: "Liffeyside", un omaggio al quartiere di Newbridge dove è cresciuto e "Give you wings", un brano scritto di getto dopo la notizia dell'incidente stradale in Svizzera dove molte famiglie belghe persero nel 2012 i loro bambini. Se amate lo stile più classico del folk singer e le canzoni nude accompagnate da una semplice chitarra o dalla tastiera di un pianoforte "Head & heart" è un disco perfetto che, per riprendere una canzone di Ewan McColl con la quale si chiude il lavoro, regala pura gioia di vita. Gli omaggi alla tradizione e ai grandi autori del passato sono perfetti ad iniziare dall'esordio che dà il titolo al disco. "Head and heart" è infatti un magico brano eseguito magnificamente e nato dalla penna e dalla voce di un indimenticabile John Martyn (tratto da quel capolavoro che è "Bless the weather" del 1971). Dal Dylan di "Shot of love" Bloom recupera e rivifica "Every grain of sand" ma regala momenti di magia con due classici del folk americano come "Gentle of my mind", classico di Glen Campbell e anche di Elvis Presley ma composto da John Hartford e la tenera "And i love you so" di Don McLean, l'autore di "American pie" e di "Vincent". E dal folk britannico pesca la straordinaria "The first time ever i saw your face" di Ewan McColl portata al successo da Roberta Flack.

Dalla tradizione popolare del primo Novecento Luka Bloom riprende (col pianoforte di Paul Wade) "My wild irish rose" del 1899 dell'americano/irlandese Chauncey Olcott, "Danny Boy", l'antica ballata del 1910 di Frederik Weatherly (una sorta di inno nazionale dell'Irlanda del Nord), "Banks of the Lee", un tradizionale scozzese rilanciato negli anni Settanta dai Silly Wizard e che ha ispirato molto la stupenda "Banks of the Nile" di Sandy Denny con i Fotheringay (ripresa anche da Piers Faccini) e infine "Lonesome robin" dell'americano Bob Coltman. Tutto "Head & heart" è registrato in casa con il trio del pianista Phil Ware con il contrabbassista Dave Redmond e la batteria di Kevin Brady. E la magia di ogni esecuzione conferma la grandezza di un autore e interprete discreto e bravissimo che non ci farà mai annoiare con le sue canzoni.

Voto 8/10