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Cronista da Marciapiede- Bruno Squarcia

San Benedetto del Tronto | “Un secolo di storia e giornalismo locale in trenta domande”- edito da D'Auria, scritto dal giovane Raffaele Vitali

di Sabrina Cava

Un momento dell'incontro con Squarcia

Una scorpacciata di racconti, aneddoti, notizie curiose e tanti suggerimenti quelli che ieri sera Bruno Squarcia ha voluto regalare al numerosissimo pubblico all’Antico Caffè Soriano in occasione del consueto appuntamento dei martedì letterari con l’Associazione Culturale I Luoghi della Scrittura in collaborazione con la libreria La Bibliofila.

Ad introdurre la presentazione del libro, Cronista da Marciapiede “Un secolo di storia e giornalismo locale in trenta domande”- edito da D'Auria, scritto dal giovane Raffaele Vitali, giornalista professionista, oggi  direttore del quotidiano online www.laprovinciadifermo.com  formatosi  tra le redazioni del Manifesto e del Sole 240re  prima di approdare al Resto del Carlino. Catapultato dalla redazione di Bologna, città in cui si è laureato in Storia contemporanea, a quella di Ascoli Piceno dove ha conosciuto e lavorato con Bruno Squarcia, Mimmo Minuto che dopo una breve introduzione ha ceduto la parola a Pasquale Bergamaschi che ha condotto l’incontro.

La serata si è aperta nel ricordo del grande amico fraterno di Squarcia, il dott. Nino (così lo chiamavano i suoi amici) Sorge. Una commossa Margherita Sorge ha ringraziato e salutato il pubblico nella sua duplice veste di assessore alla cultura e amica personale del maestro della carta stampata.

Seduti allo stesso tavolo, Vitali e Squarcia, lo scrittore e il suo protagonista ispiratore,  appaiono due persone completamente diverse, poi però, sentendoli parlare e interagire si scoprono le loro affinità e si intuisce come  nonostante le generazioni che li separano, siano molte le affinità tra loro.

 Entrambi appassionati del lavoro che fanno, Squarcia da una vita, Vitali da meno tempo ma con la stessa condivisione dell’ idea del giornalista inteso come cronista, che sta ogni giorno sul campo, a contatto con la gente, che scova le notizie, che si regala la soddisfazione di uno o più scoop e che, come se niente fosse, il giorno torna sulla strada a cercare ancora. Insomma, un giornalista 'Cronista da marciapiede'. 

Lucido, brillante e puntuale nei ricordi Bruno nonostante i suoi quasi cento anni, classe 1915. Un appuntamento quello di ieri sera in cui chiunque, a maggior ragione chi del giornalismo fa la sua passione ha trovato arricchimento. Ho potuto ascoltare chi la storia non l’ha studiata per poi raccontarcela, ho partecipato e vissuto due bellissime ore con chi la storia l’ha vissuta e scritta.

Testimone di una grande fetta della storia del nostro territorio e non solo, la storia infatti Bruno Squarcia l’ha vissuta attraverso il suo piccolo angolo di mondo, Ascoli Piceno, ma con la capacità di andare oltre questa stretta finestra e guardare  ciò che per lui si apriva e si allargava a piacimento.

62 anni separano l’autore del libro dal suo protagonista, eppure come ci racconta Vitali “galeotta fu la redazione del Resto del Carlino di Ascoli Piceno, è proprio qui che ho conosciuto Bruno”.

L’incontro è lungo ma appassionante perché Squarcia ha tanto da raccontare, dopo una vita da cronista di cui va orgoglioso e che non ne vuole sapere di lasciare, ha voglia di raccontarsi e raccontare la sua professione.

 Una vita da cronista quella raccontata nel libro che si snoda attraverso un'intervista di trenta domande nelle cui risposte sono condensate la storia e le passioni del giornalista ascolano, condite da aneddoti, curiosità.

Il ricordo di Mina che lui si ostina a chiamare Anna Maria Mazzini, come piaceva a lei,  che cantava sottovoce, alle tre del mattino, solo per gli amici e mangiava il gelato alla Veneta di cui era ghiotta, la Dama Bianca in incognito che attende Fausto Coppi durante la gara di Belmonte Piceno, e che lui per primo divulga come notizia, il ricordo di come Cino Del Duca salvò l'Ascoli con un assegno di un milione di una banca di San Benedetto, la tenda rossa alla Sentina voluta dai nostri marinai. 

E poi il racconto da collega e amico che ne fa Carlo Donati, ex Caposervizio Cultura del Resto del Carlino.

Cinquanta anni fa, giovane “spocchioso” cronista giunto ad Ascoli dal nord pieno di ambizione e boria ha trovato nel giornalista di provincia pane per i suoi denti. “Bruno era sempre un po’ avanti, con notizie aggiornate e originali, una ragnatela la sua fatta di conoscenze infinite mescolate ad una memoria straordinaria che gli consentiva di attingere a dei ricordi che rendevano i suoi articoli sempre conditi e infarciti di un che di accattivante per il lettore”.

Non c'è solo il passato nelle risposte di Squarcia, ancora oggi, alla sua età osserva con occhio acuto e critico l'evoluzione del mestiere di giornalista, non ne condivide i mutamenti però e, sulla soglia del secolo di vita, ogni mattina, torna sul marciapiede, tra la gente perché non ama il giornalismo 'stanziale', fatto nel chiuso delle redazioni.

L’incontro si chiude con un insegnamento del “maestro”, “quando vi mettete a scrivere dimenticate sempre gli amici, nemici, politici, il lettore vi chiede obiettività. Il lettore vuole la notizia, non vuole l’idea del giornalista sulla notizia”.

29/01/2014





        
  



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