I VAMPIRI del Pop
San Benedetto del Tronto | VAMPIRE WEEKEND - Modern vampires of the city
di
VAMPIRE WEEKEND
Modern vampires of the city
Certo che di credenziali i Vampire Weekend ne hanno davvero molte. L'ultima è quella del popolare e potente Rolling Stone, storica rivista americana, che ha posto "Modern vampires of the city" al primo posto tra i dischi più belli del 2013.
Un ottimo punto di partenza potrebbe essere la loro produzione. Nati infatti nel 2006 hanno realizzato fino a questo momento solo tre dischi e, nell'epoca inflattiva di troppe produzioni, sarebbe un punto a loro favore. Ma dopo ripetuti ascolti si ha la netta sensazione della grande fatica di essere giovani, spesso a tutti i costi, anche se, anagraficamente, i VW lo sono davvero. Il leader, il chitarrista Ezra Koenig, avrà 30 anni tra qualche settimana ed è dotato di eccellenti e versatili corde vocali messe al servizio dei quattro amici hanno assemblato le loro aspirazioni al campus universitario della Columbia, a New York per produrre un pop molto piacevole in apparenza. Il quartetto ha gusti ed esperienze disparate, dall'hip hop e dal rap alla musica africana passando attraverso tutti i linguaggi del rock ma la loro collocazione è davvero indefinita, soprattutto dopo che si è arrivati alla fine di questo terzo disco.
Oltre che relegarli nel gran mare indies non si sa davvero quali siano gli obiettivi del gruppo che, probabilmente è alla ricerca del botto che li faccia esplodere in tutto il mondo. Già l'apertura molto azzeccata ("Obvious bicycle") è fresca dello stesso pop dei Lumineers con riflessi di "Hey ho", uno dei motivetti dell'anno appena trascorso, ma dietro le quinte di ogni canzone si pescano le note di un'altra band che ha detto la sua negli ultimi mesi, quei Mumford & Sons che da Londra vogliono riscrivere con gran divertimento il neo folk che, ciclicamente, torna a ronzare nelle nostre orecchie. Di sicuro le corde vocali di Koenig sono la cosa più interessante del gruppo che ha ascoltato tanta musica dal primo rock'n'roll e del rockabilly degli anni '50 fino al funk e a Prince. Insomma di tutto un po' andando sull'onda del surf senza preoccuparsi del vento e delle direzioni.
Una vera e propria opera di vampiraggio sonoro (come il nome del gruppo e dell'album fanno sospettare) che per un po' fa sorridere ma alla fine lascia un po' sconcertati (anche se qualcuno trova proprio questo il merito del gruppo). Sarà la nostra impostazione mentale che cerca l'"idea" o la "res" o il disorientamento giovanile che produce tutto questo? Oppure tutto è frutto di una vera e propria pianificazione commerciale? Brani come "Hannah hunt", "Ya hey", "Hudson" (dai toni Kurt Weiliani) e il già citato "Obvious bicycle" lanciano grandi dosi di fiducia e fanno ben sperare sulle potenzialità della formazione soprattutto nel costruire un gioiello pop (che prima o poi salterà fuori di sicuro) che sembra starci tutto nelle invenzioni di Ezra e compagni.
Voto 6,5/10
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02/01/2014
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