Il libro preso in questione è un testo molto complesso e difficile che si articola i tre parti ben distinte dove sono presenti moltissimi elementi di riflessione.

Quest’ultima rappresenta proprio la chiave di lettura per poter interpretare il pensiero articolato e intricato di Freud che viene letto in chiave filosofica da P. Ricouer.

La novità è proprio questa quella di rileggere il pensiero del grande psicanalista in chiave non medica o psicanalitica ma in chiave esistenziale e dunque filosofica.

Per questo quest’opera si presenta come un’opera per filosofi e non tanto per psicanalisti, visto che anche per lo stesso Freud sarebbe stato difficile capire cosa Ricouer volesse dire in questa sua interpretazione.

Interpretazione che coniuga il momento dell’ermeneutica con quello dell’energetica che si  legano tra loro in una sorta di rapporto dialettico alla ricerca del senso delle cose.

Un senso che si ricerca in questa costante tensione tra un passato che deve essere scoperto e un futuro al quale si tende inevitabilmente.

Per questo il soggetto vive tra un’archeologia che lo porta a guardare in dietro e a far rivivere certe realtà simboliche per potergli conferire senso e una teleologia che lo spinge verso il futuro, verso una possibile guarigione.

Una tensione che rappresenta la stessa natura umana continuamente posta tra passato e futuro, all’interno di un universo di simboli che chiedono di essere interpretati.

Il pensiero di Freud passa per questa rilettura ermeneutica ma anche teleologica che fa del linguaggio la base della stessa interpretazione del senso che è sempre un senso legato alla vita dell’uomo.