L'illuminismo è perduto, speriamo almeno di riavere la Samb
San Benedetto del Tronto | "Non condivido le tue idee, ma darei la mia vita perchè tu possa esprimerle liberamente" così diceva Volteire, il padre dell'Illuminismo, per chi sa che cosa ha rappresentato in termini di crescita culturale e sociale questo periodo storico letterario.
di Sabrina Cava
Sabrina Cava nei panni di tifosa rossoblù
“Non condivido la tua idea ma darei la vita perché tu possa esprimerla”, parte da questa storica e illuminata frase di Voltaire la mia riflessione di oggi.
Voglio fare qualche premessa importante, io scrivo, mi piace farlo e tutto sommato credo anche di saperlo fare, a volte peggio a volte meglio di altri ma, non sono una giornalista.
Non sono iscritta all’albo e al momento non è mia intenzione prendere in considerazione questa possibilità, mi definisco piuttosto un’OPINIONISTA, questo faccio io, comunico le mie opinioni, le mie riflessioni e questo come sempre accade e per ogni ambito, può piacere o non può piacere.
Altra cosa che mi preme sottolineare è che io non sono una nemica della Sambenedettese tantomeno una detrattrice, allo stesso identico modo con cui non ne sono una fan sfegatata.
Io la tifo quando gioca contro le altre città, preferisco che vinca piuttosto che perda ma al pari di come tifo l’Italia quando sfida altre nazioni, ma senza quella facinorosità o campanilismo che contraddistingue invece molti miei concittadini e connazionali. Io penso libero.
La vita è fatta di priorità e di passioni, si vive di passioni, sono il motore propulsore per trasformare una sopravvivenza in una “vivenza”, sottile differenza linguistica ma assai sostanziale, sono convinta però che le passioni vadano anche dominate e governate e non consentire loro di scavalcare le priorità.
Per me le priorità sono la famiglia, la libertà, l’amicizia, l’amore, il lavoro, e ultimo ma non ultimo il RISPETTO, quello che ogni essere umano deve ad un altro essere umano, rispetto alla persona e rispetto anche per le idee di una persona.
Adesso possiamo affrontare il caso Samb, o meglio, il mio articolo sul caso Samb.
Come spesso accade ai più semplici, spesso si guarda il pelo e non la trave, allo stolto del resto se indichi la luna guarderà il dito.
Il mio pezzo sulla Samb tutto era o voleva essere tranne che una disamina della questione circa la sua cessione o meno alla famiglia Milone, non sono tanto addentro dei fatti da potermi esprimere, questo l’ho lasciato fare a quei giornalisti professionisti che ogni ora circa sparavano la bufala di turno salvo poi smentirla 10 minuti dopo…segno forse che anche i professionisti a volte vanno col sentito dire e non verificano, questo però per l’opinionista non è una colpa, per il giornalista si.
Tutto il risentimento per quanto ho detto nel mio pezzo ha trovato due forti momenti di contestazione, nella frase “ a ferro e fuoco” e quando parlo di pecore e non leoni, esaminiamole entrambe.
In italiano scritto, non necessariamente e solo nel linguaggio giornalistico, il virgolettato, e io l’ho usato per incorniciare la mia frase, si utilizza per scopi precisi. O quando si trascrivono cose dette da altri e che si riportano per attribuirne la paternità a chi le ha pronunciate ovvero, per comunicare che quel qualcosa che si riporta per iscritto è qualcosa che si è ascoltato ma non verificato né se ne sa attribuire la fonte.
Nello specifico quella sera ero seduta al tavolo in compagnia di due giornalisti professionisti, un uomo e una donna, e questo era quello che usciva dalle agenzie, dai post su face book, dai social che postavano foto….”i tifosi stanno mettendo a ferro e fuoco la città”..questo leggevamo, e tutto sommato video e foto con fumogeni si sono visti, lo abbiamo commentato anche tra noi, perciò io l’ho riportato tra virgolette e credo si sia ben capito che non l’ho visto di persona.
Di persona però ho visto e fotografato un bel nutrito e urlante corteo di persone, con le mie orecchie ho sentito gli epiteti e quelli ho riportato, uno, due, cento di quei manifestanti hanno urlato “puttana”? non lo so né mi interessa saperlo, l’ho sentito e l’ho scritto e con me lo hanno sentito anche alcuni colleghi presenti e che hanno sentito il dovere di scusarsi in quanto uomini.
A tal proposito vorrei sperare che almeno le tifose donne si siano risentite e abbiano avuto quel moto di simpatia orgoglio e senso di protezione per la sottoscritta che le rappresenta e che è convinta che mai e per nessuna ragione al mondo un uomo debba o possa rivolgersi così ad una donna perché il solo pensare il contrario mi inorridisce e con me inorridisce tutte quelle donne che sono morte per mano di un uomo, tutte quelle donne che vengono violate, massacrate, umiliate, insultate, vilipese ogni giorno in tutto il mondo. MAI PER NESSUNA RAGIONE SI DEVE SORVOLARE SU QUESTO E IO MAI SORVOLERO’..Io mi rispetto come essere umano e come donna e non consento né consentirò mai a chicchessia di offendermi e con me offendere tutte le donne del mondo.
Pensare poi che quelli che hanno pronunciato quella parola ucciderebbero chiunque la pronunciasse nei confronti della madre, della moglie o della figlia, ai miei occhi lo rende ancora più grave.
Veniamo alla seconda cosa che ha dato tanto fastidio..pecore e non leoni.
Cari tifosi rossoblù, io vi capisco, siete uomini duri, forti, quelli che non dovete chiedere mai, quelli che le “caze” a casa mia le porto io. Lo sapevo ciò a cui andavo incontro, a uomini siffatti due cose non gli si possono toccare, la virilità e l’orgoglio di maschio.
Vi ho letto…sui social, su facebook, sui commenti agli articoli dei giornali on line, col cuore in mano e le lacrime agli occhi pregavate come mammolette, più di uno ci sta perdendo il sonno, non mangia ed è depresso a causa della questione..salvare la Samb..salvare la Samb..salvare la Samb….tanti robocop, non importa come, senza porre condizioni, senza voler sapere: della serie,TOCCATEMI TUTTO MA NON LA MIA SAMB. Pronti a vendervi anche il bene più prezioso pur di tornare allo stadio con l’orgoglio di una serie che ci si è meritata sul campo. E io vi capisco, ve lo giuro.
Ma il leone avrebbe ruggito molto prima, avrebbe voluto vederci chiaro molto prima, i cortei li avrebbe organizzati e pianificati molto prima, avrebbe nominato un portavoce molto prima, magari poco nerboruto ma dotato di capacità mediatiche, avrebbe insomma voluto capire e sapere, per agire con metodo perché così si vincono le battaglie, così non ci si fa infinocchiare con voci su presunte doppie e trine fidejussioni, con debiti che non si sa a quanto ammontino, con nomi che rimbalzano da Roma a Barletta, perché è così che fa il leone, fiuta, punta e scatta. Invece no, e in questo ho visto le pecore, solo le pecore vanno in gregge e si fanno richiudere buone nell’ovile, così vi siete fatti trattare, come pecore silenti chiuse dentro l’ovile e quel vostro ruggito che non dubito ci sia, di fatto è stato messo a tacere e non ha fatto paura a nessuno.
Così oggi siete tutti col patema d’animo ad attendere i risultati di un ricorso che riaprirebbe le speranze senza accorgervi che, nella peggiore delle ipotesi vi diranno ABBIAMO TENTATO DI TUTTO, nella migliore ABBIAMO SALVATO TUTTO e il fumo negli occhi vi impedirà di vedere che in realtà vi stanno portando via l’ovile lasciandovi in pasto ai leoni.
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19/07/2013
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