L’Approfondimatto. Alla vigilia del voto i politici c’hanno ormai le pistole scariche
Roma | Ora tocca a noi prendere la mira e centrare il bersaglio
di Gaetano Buompane
A pochi giorni dal voto i protagonisti di questa campagna elettorale sembrano ormai spompati. La sensazione è quella che abbiano già sparato tutte le cartucce e che adesso vogliano solo attendere le sorti del loro destino. Qualcuno ha sparato a zero, qualcuno a salve, qualcuno ha fatto cilecca, ma in generale le hanno sparate belle grosse un po' tutti. L'ultima è quella sul master all'Università di Chicago che è costata le dimissioni a Oscar Giannino. In realtà pare che in America ci sia andato da ragazzo per fare un corso di inglese e che l'Università non l'abbia neppure vista col binocolo. Insomma, più che Fare, per fermare il declino sarebbe meglio iniziare a Dire la verità.
Ma si sa, il politico è già di per sé incline all'esagerazione e quando è in campagna elettorale proprio non si trattiene. Come Berlusconi che, al contrario degli altri, non si è limitato a dirle in Tv o nelle piazze, lui addirittura le sue sparate le ha sottoscritte e inviate per posta agli italiani. "La restituzione dell'Imu 2012 non c'entra niente col voto di scambio" rispondono sdegnati dal Pdl. "Non siamo mica in un paese del terzo mondo come l'India dove la corruzione è una situazione di necessità".
Per non essere da meno anche Monti ha provato a sparare un colpo, ma quello che ne è uscito fuori è stato un patetico botto di petardo. Per cercare di rianimare una bagarre politica ormai svenuta, ha tirato in ballo la Merkel e una sua presunta avversione per un governo di centro sinistra. La secca smentita da Berlino ha anticipato una sequela infinita di sbadigli che nemmeno le due pappine del Milan al Barcellona sono riuscite a fermare. "È improbabile che la cancelliera sia intervenuta nei nostri fatti politici" fanno sapere dal Pd, "siamo bravissimi anche da soli a perdere le elezioni".
Quello che vuole avere l'ultima parola, invece, è il "grilletto" facile del far west elettorale. È lui la vera alternativa alla vecchia politica degli ideali, delle passioni, dei simboli, delle bandiere. E infatti, per concludere il suo tsunami tour, il Movimento 5 stelle ha scelto il palco di piazza San Giovanni, luogo emblema della protesta di sinistra, da dove Beppe Grillo urlerà nel microfono un po' di cose fasciste.
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22/02/2013
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