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Aikot 27: Vincenzo Di Bonaventura in un monologo da "Gregari" di Matteo Bacchini stasera ore 21.30.

San Benedetto del Tronto | Uno spazio, quello costruito e allestito in via Fileni da Vincenzo Di Bonaventura, che si presta efficacemente ad essere oltre che inusuale e intimo palcoscenico, anche luogo di conversazione, condivisione e confronto tra opera, attore e spettatori.

Nell'ambito del suo programma di rappresentazioni 2012-2013 Vincenzo Di Bonaventura sta replicando tre bellissimi monologhi tratti da tre diverse opere letterarie tutte particolarissime e coinvolgenti.
Questa sera e domani sera 17 e 18 novembre, e sabato e domenica 24 e 25, alle ore 21.30 Di Bonaventura reciterà un monologo tratto da GREGARI di Matteo Bacchini. L'appuntamento è presso l'auditorium "Luigi Coccia" sede del Teatrlaboratorium Aikot 27, in via Fileni a San Benedetto del Tronto.

Si tratta di uno spazio magicamente intimo quello offerto dal piccolo "scrigno" che Vincenzo Di Bonaventura ha costruito e allestito in via Fileni, che si presta efficacemente ad essere, oltre che inusuale e intimo palcoscenico, anche luogo di conversazione, condivisione e confronto tra opera, attore e spettatori.

Infatti, sia prima che dopo le sue performances, l'attore tiene a dialogare con il suo pubblico, spesso anticipando lo spettacolo vero e proprio anche da ascolti e visioni a tema.
Sabato e domenica scorsi era presente nel piccolo, accoglientissimo auditorium, anche Matteo Bacchini, giovane autore parmense di Gregari, e vincitore di numerosi premi letterari nazionali. La conversazione che si è svolta dopo la rappresentazione tra autore e attore è stata una splendida occasione di confronto tra il testo e la rappresentazione data da Vincenzo.


Si tratta di "momenti" culturali tanto piacevoli e coinvolgenti quanto, purtroppo, sempre più rari. Sarebbe importante che se ne parlasse di più e che avessero un maggior seguito di pubblico e maggiore visibilità, anche se l'ideatore e protagonista di questo lavoro ha sempre privilegiato l'intimità e l'autenticità delle sue proposte all'aspirazione ad un pubblico numericamente più "importante".


Nell'ambito culturale capita che eventi qualitativamente importanti possano passare sotto silenzio ed essere goduti solo da un ristretto numero di spettatori. Se è vero che questa circostanza nulla toglie al valore dei singoli eventi, occorre riflettere sul fatto che in questo periodo così difficile e avaro di risorse per tutti, creare interazioni e scambi tra tutti coloro che operano nel settore della cultura e trovare modalità di collaborazione e sostegno reciproco potrebbe essere l'unica strada per garantire continuità e slancio ad un'esperienza fondamentale della vita sociale, quella cioè della conoscenza e della riflessione collettiva sul reale.

17/11/2012





        
  



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