"Figlie d'Italia", poetesse del periodo Risorgimentale
San Benedetto del Tronto | Intervista alla professoressa Maria Teresa Mori, membro della Società Italiana delle Storiche, e autrice del libro "Figlie d'Italia".
di Andrea Petrelli
La prof.ssa Maria Teresa Mori con una copia del suo libro(foto Cicchini)
La prof.ssa Maria Teresa Mori, autrice di Figlie d'Italia, volume incentrato sulle poetesse del risorgimento, insegna presso un liceo fiorentino ed è membro del comitato direttivo della Sociètà Italiana delle Storiche. Con Carocci ha già pubblicato il libro Salotti. La sociabilità delle élite nell'Italia dell'Ottocento
Prof.ssa Mori, qual è stata l'importanza della donna nel Risorgimento? Nel Risorgimento il ruolo giocato dalle donne è stato sicuramente molto importante: per la prima volta entrano nella scena pubblica, con una vera e propria incursione, molto sentita dai coetanei di sesso maschile, che non le ritenevano all'altezza di ciò. Durante il Risorgimento possiamo trovare la donna in tutti i luoghi: nelle piazze e nelle strade per manifestare; nei salotti, dove si formano politicamente; nelle redazioni dei giornali e nelle retrovie dei campi di guerra, per occuparsi dei feriti.
Quant'è stato incisivo il ruolo della poesia nel Risorgimento? In generale tutta la letteratura risorgimentale è stata fondamentale in quel periodo in quanto non furono editati solo testi politici, ma anche opere di prestigio come romanzi storici, melodrammi. La poesia, in particolare, è stata molto importante: i poeti e, soprattutto, le poetesse furono legittimati a parlare di politica utilizzando un linguaggio metaforico.
Tra tutte le poetesse di cui si parla nel suo libro, qual è stata sottovalutata e qual è la sua preferita? Tutte sono stata un po' sottovalutate. I loro testi sono la testimonianza di una presenza che c'è stata, la cui importanza però non è stata sottolineata nel tempo da critici e storici. Una delle poetesse che mi ha colpito di più è stata Giannina Milli, un'abruzzese, che è rimasta popolare per tutto l'800. La Milli era una poetessa legata alle tradizioni, un'accademica, e nello stesso tempo capace di acuti giudizi politici.
Per lei, prof.ssa Mori, qual è il vero significato di "Unità"? Senza "l'Unità" non credo che Italia sarebbe entrata nella modernità. Il Risorgimento ha letteralmente traghettato l'Italia nella modernità, ma guardando con occhio critico, molti processi, come quello dell'emancipazione femminile, non sono ancora stati completati. La vera "Unità" la si raggiungerà quando avremmo raggiunto gli obbiettivi ancora non centrati.
Come ha vissuto il 17 marzo di quest'anno? Il 17 marzo ero nella mia città, a Firenze. Durante le vacanze pasquali mi sono concessa un piccolo viaggio a Torino. Devo dire che, da quello che ho visto, gli italiani avevano voglia di sentire il 17 marzo come festa nazionale, nonostante tutte le polemiche che ci sono state. A Firenze ad esempio le persone sono scese in strada a festeggiare e tutte le vetrine erano imbandierate. Al di là delle differenze politiche, il 17 marzo ha unito davvero gli italiani.
Secondo lei, l'Unità d'Italia dovrebbe essere festeggiata tutti gli anni? Sì, la mia è una risposta secca. Assieme al 25 aprile ed al 2 giugno, dovrebbe essere festeggiato anche il 17 marzo poiché la Liberazione, la Repubblica e l'Unità sono elementi significativi della nostra storia.
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22/05/2011
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