Una donna, scopritrice di una verità che potrebbe portare allo smantellamento di un complesso sistema di usura, sarebbe capace di fingersi una prostituta e di salire sulla prima auto che si ferma alla sua vista per fuggire ai suoi inseguitori? Cristina, la protagonista del nuovo romanzo di Maria Cristina Miragliotta, 100 ore, non solo fa tutto ciò, ma intraprende anche una fuga di cento ore con quello che, all'inizio, altro non è che un perfetto sconosciuto.

Il personaggio di Cristina richiama un po' Richard Kimble ed è perfetta per questo romanzo, versione "all'italiana" de "Il fuggitivo". Certo, Cristina e Kimble fuggono per motivi differenti ai propri inseguitori, ma una cosa li accomuna: la sete di verità. In più entrambi trovano lungo la loro strada qualcuno capace di aiutarli per venire fuori dai guai.

Leggendo il libro si capisce come l'autrice sia esperta di procedure legali e nello stesso tempo quanto sia ampia la sua conoscenza di storie criminali: Maria Cristina Miragliotta è infatti un avvocato. Ciò ha influito positivamente sul romanzo mentre non lo ha fatto la sua loquacità d'avvocato: in qualche passaggio il romanzo diventa troppo dispersivo e, conseguentemente, pesante.

Un altro punto che va a favore di 100 ore è la sua brevità. Il romanzo, che in meno di duecento pagine racchiude un altissimo concentrato di forti emozioni, è infatti perfetto per chi ama i noir e magari ha poco tempo per leggerli.

L'autrice Maria Cristina Miragliotta oltre ad essere un avvocato, insegna alle scuole superiori e vive e lavora tra le provincie di Ascoli, Ancona e Fermo. La Miragliotta ha già pubblicato "Verde e oro", romanzo avente l'amore come "main character", presentato con il patrocinio dell'associazione culturale " I Luoghi della scrittura"  di San Benedetto.