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"L'Europa spazio comune per la circolazione di uomini e idee"

San Benedetto del Tronto | Il sindaco Gaspari ha portato il suo saluto all'incontro promosso dalla Provincia di Ascoli per celebrare i 60 anni della "Dichiarazione Schuman".

di Giovanni Gaspari*

Giovanni Gaspari

«Il presidente Napolitano ha ricordato nei giorni scorsi come non sia affatto inutile celebrare i 150 anni dell'unità nazionale. È stato un monito importante, che potremmo estendere anche ad altre ricorrenze, per esempio questa "Festa dell'Europa", celebrata ogni anno il 9 maggio, per ricordare la presentazione della "Dichiarazione Schuman" nel 1950, avvio del processo di integrazione europea, premessa della firma dei Trattati di Roma nel 1957 e di varie altre tappe in seguito.

Fu una svolta epocale. Sembra un paradosso, ma l'idea di cosmopolitismo era più sviluppata prima delle due guerre mondiali. Pensiamo all'Impero Austro-ungarico, i cui territori fanno oggi parte di tredici Stati europei. L'ideologia che scatenò la seconda guerra mondiale intendeva chiudere ogni popolo in uno Stato, separando gruppi ed etnie, riportando indietro le lancette della storia, impedendo la convivenza e la commistione tra popoli. Questa idea è stata sconfitta, e proprio il processo di integrazione europea, "visione" di padri fondatori come appunto Robert Schuman, Konrad Adenauer, Altiero Spinelli e altri, si è affermata come una concretissima utopia, ideale di pace e sviluppo.

Non dimentichiamo mai quali siano gli elementi di ciò che diamo per scontato, dell'aria di libertà che respiriamo da sessantacinque anni, dopo quella guerra. Non è piovuta dal cielo la libera circolazione di uomini e idee, di cultura e conoscenza. Pace e libertà sono i requisiti, fortemente voluti, di un benessere diffuso, oggi minacciato dall'oscura crisi economica, che ha colpito in maniera violenta la Grecia e sembra in movimento verso altre zone del nostro continente, come Spagna, Portogallo e l'Italia stessa.

Non è pensabile che il progetto dell'unità d'Europa inneschi la retromarcia. Non torneremo indietro e non avremo due Europe, una di serie A e una di serie B. La difesa di questo progetto non è questione per burocrati, ma nasce dal basso. Lo stiamo dimostrando anche a San Benedetto. Da anni, infatti, promuoviamo fitti legami tra studenti, scambi frequenti con Steyr, in Austria, o con Alfortville, in Francia, per non dire della partecipazione di tanti giovani a progetti come l'Erasmus e gli altri attivati nelle scuole.

I giovani di oggi sono sempre più europei, per quello che fanno e non solo "per nascita". Viaggiano, studiano le lingue, parlano con i loro coetanei di altri paesi, visitano luoghi che racchiudono usanze diverse, generando sentimenti di amicizia e una più vera consapevolezza della propria identità. Questa è la garanzia più affidabile e più bella di un futuro comune, lontano dalle piccole patrie e dalla chiusura in se stessi. Non potevamo avere ritardi su questo punto. L'Italia e la nostra città sono presenti e attivi in Europa, con orgoglio».

* Sindaco di San Benedetto del Tronto

07/05/2010





        
  



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