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Marco? Il mio cucciolo irrequieto

Cossignano | Il ricordo e il saluto della sociologa Giuditta Castelli, maestra di Marco Botticelli nel quinquennio 1986-1991.

di Emiliano Corradetti

Foto dell'anno scolastico 1989-90: Marco è il bambino con la maglietta del Milan

Si terranno venerdì alle ore 15 nella Chiesa " Santa Maria dell'Annunziata" di Cossignano i funerali di Marco Botticelli, il ragazzo morto all'età di 28 anni in India.

La salma giungerà nella notte, accompagnata dal papà Luciano, la sorella Monia, il Sindaco di Ripatransone Paolo D'Erasmo, amico di famiglia. Qui ad attenderla sarà la mamma Giuliana e tutti coloroso che lo amano. Segue il ricordo della maestra Giuditta Castelli, un ricordo che vuole essere una dichiarazione di profondo affetto per Marco, un messaggio "di vita e di speranza" per i suoi alunni ormai uomini e donne: "amate la vita, insegnatela ad amare ai vostri figli. Vivete ogni attimo, nella gioia e nel dolore, con speranza poiché la speranza non è fuori di noi". Quella della maestra Giuditta sono anche espressione di cordoglio e di vicinanza ai suoi genitori e a quanti soffrono per la morte del suo "cucciolo irrequito".

"Dolore per un sogno infranto, per una vita spezzata: Marco, il mio cucciolo irrequito. Già da allora guardava alla vetta. "Io, maestra, mi diceva, farò l'attore". E nel suo ruolo di attore ce la metteva proprio tutta: voleva solo ruoli da protagonista, e li otteneva dato la sua memoria infinita e la sua capacità nell'interpretare. Vi ricordate ragazzi? Vi ricordate Elisa, Emanuela, Sabrina, Alessandra, Laura, Carlo, Giuseppe, Alessio? La vostra era una classe speciale ( non me ne vogliono gli altri che pur amo uno ad uno e di tutti riservo il ricordo). Era la classe 1986-1991. Soltanto nove alunni di quella prima classe a Cossignano e Marco era il leader: creativo, irrequieto, intelligente, bello.

Le mie donne si sottomettevano a fatica, ma alla fine ce la sapeva proprio fare. Così fondammo una vera redazione giornalistica "La Redazione Universo" il cui direttore editoriale non poteva essere che Marco. Tutto filava liscio come l'olio. Grazie alla sua autorevolezza, non si saltava un appuntamento. Presto il territorio venne a conoscenza di quella realtà "vera" di "piccoli giornalisti" che collaboravano, inviando articoli a tutte le testate locali. Una di queste, addirittura, aprì il giovedì una rubrica gestita dalla Redazione Universo di Cossignano. Avevano una maestra un po' pazza così la "Redazione Universo" diretta da Marco arrivò a condurre in diretta ben 9 trasmissioni sull'emittente locale Nuova Teleregione, ospite abituale la grande Jojce Lusso stretta nel suo scialle, che faceva le fusa circondata dai suoi "piccoli e bravi interlocutori", era il 1989 quando nacque il "piccolo poeta".

I miei cuccioli: Marco il leeder, Laura l'enciclopedica (a 10 anni leggeva i grandi testi d'autore), un piccolo genio, Elisa la più spontanea ed affettuosa, Alessandra la poetessa (quella che ha seguito le orme della maestra), Emanuela la matematica, Carlo e Sabrina quelli dei puntini sulla ì (con loro non si scherzava mica, sapevano far valere le proprie ragioni), Alessio il più tenero, Giuseppe il mio grande calciatore. E si "Caro Marco", Giuseppe era più bravo di te con il pallone, e questo non andava proprio a genio a te grande tifoso del Milan.

Si Fabio, così voglio ricordalo, proprio come dici tu "...io posso e voglio solo ricordarlo nei miei momenti di felicità passati con lui....dalle partite a biliardino al bar del ponte a 10 anni, ecc..... ciao maestra".

Così voglio ricordarlo con tutti i suoi sogni e le sue speranze. Vi guardavo negli occhi e sognavo il vostro futuro, immaginavo di vedere realizzati i vostri sogni. Nella vostra diversità cercavo di sostenervi nella cerscita affinchè ognuno sviluppasse a pieno le proprie potenzialità. A volte il mio cuore subiva una stretta poiché avevo imparato a leggere nei vostri pensieri più profondi e a riconoscere il vostro carattere. Studiavo giorno e notte per diventare una brava maestra, non mi accontentavo, voi, i miei fanciulli, dovevate avere il meglio, ce la dovevo fare. Sì, ero una maestra come quelle di un tempo (la seconda mamma), ma sentivo forte il richiamo di spalancare le porte del tempio scuola al mondo. Ma il tempo corre e le maestre non sono che un lontano ricordo. Di esse si dimentica pure la voce, ancora prima delle parole. Mentre le mie donne hanno continuato a cercarmi, i maschi se la sono defilata subito. La vita li ha inghiottini ed io ho perduto le loro tracce. Di Marco ho avuto notizia soltanto 12 anni fa nel triste incidente automobilistico che gli stava per costare la vita. Ancora rivivo l'ansia, la sofferenza, la speranza per la sua salvezza. Continuavo a chiedere alle sue compagne... ma dov'è Marco? Ed ora, è vero Walter ""è una tristezza immonda, tutto mi sarei aspettato da una persona piena di voglia di vivere come lui tranne una fine cosi triste!!!!!!" In questa tristezza immonda dico: "Cuccioli miei, ormai uomini e donne, amate la vita, insegnatela ad amare ai vostri figli. Vivete ogni attimo, nella gioia e nel dolore, con speranza poiché la speranza non è fuori di noi. Vivete l'amicizia, quella autentica e vera, continuate a fare gruppo intorno ai grandi valori come quando eravate in classe". La cosa che mi dà fastidio è pensare che Marco sia morto così lontano e solo. Ciò che mi consola è immaginare che forse abbia toccato veramente la vetta dell'Himalaya. Ma nessun sogno può essere la morte".

12/03/2009





        
  



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