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Un’azione comune per difendere il sistema ferroviario marchigiano

Ancona | La Regione ha incontrato i parlamentari espressione del territorio per concordare la strategia.

Un momento dell'incontro fra Giunta Regionale e parlamentari

Una difesa attiva e comune del sistema ferroviario marchigiano. E' l'obiettivo concordato questa mattina dalla giunta regionale delle Marche con i parlamentari espressione del territorio regionale convocati dal presidente della Regione Gian Mario Spacca e l'assessore ai trasporti Pietro Marcolini per fare il punto della situazione.

All'incontro erano presenti i parlamentari Luciano Agostini, Silvana Amati, David Favia, Oriano Giovanelli, Marina Magistrelli, Massimo Vannucci per il centrosinistra e Francesco Casoli per il centrodestra. "Le linee di azione - ha spiegato il presidente Spacca - dovranno essere tre: difendere le fermate Eurostar di Jesi e Fabriano e ripristinare quelle di Senigallia e Ancona già soppresse, migliorare gli attuali dati di riparto che penalizzano le Marche e combattere la progressiva marginalizzazione attuata da Trenitalia nei confronti delle Marche rivendicando una posizione strategica nella interconnessione internazionale della regione facendo leva sulla nostra vocazione manifatturiera che ci rende primi in Italia per produttività."

"Sono in atto investimenti per ben 4,4 miliardi di euro sulle strade marchigiane - ha detto ancora Spacca - e per quanto riguarda il trasporto merci su ferro vogliamo rientrare nel disegno di rilancio dell'economia della Ue che coinvolge anche il settore delle ferrovie". Su quest'ultimo argomento la Regione ha intenzione di organizzare al più presto un seminario.

Per le questioni relative ai servizi erogati da Trenitalia Passeggeri e per il servizio del trasporto ferroviario regionale verrà invece sollecitato, attraverso l'azione congiunta con i parlamentari del centrodestra, un intervento del Ministro dei trasporti Altero Matteoli e un conseguente incontro con l'ad di Trenitalia Mauro Moretti.

L'assessore Marcolini dopo aver illustrato la situazione generale delle ferrovie marchigiane (vedi nota in cartella stampa) ha ribadito le motivazioni per cui il contratto 2008 con Trenitalia non è ancora stato firmato: "La Regione Marche - ha detto - come tutte le altre regioni, non ha potuto provvedere alla stipula in quanto la pretesa di Trenitalia di applicare i prezzi a catalogo determina costi insostenibili per le Regioni. Infatti la richiesta del contratto a Catalogo ( l'applicazione del quale avrebbe determinato per il solo 2008 l'aumento del corrispettivo dagli attuali 29 milioni di euro a circa 40 milioni di euro) comporta per le Marche, nonostante le risorse attribuite dallo Stato nel corso del 2008, un delta negativo pari a circa 1.024.000 euro per colmare il quale la società ha proposto il taglio dei servizi per 1 milione di euro pari ad oltre il 25% o in cambio un aumento delle tariffe dell'ordine del 15%".

E' stato sottolineato inoltre che a livello nazionale per i servizi regionali, il governo ha assegnato 330 milioni di euro che non sono però sufficienti a coprire tutte le esigenze dei servizi regionali. Ne servirebbero altri 104. Su questo fronte è aperta una vertenza che vede unite tutte le Regioni con la minaccia di restituire la delega al governo se non si troverà una soluzione per il 2008 e per il biennio successivo per il quale Trenitalia chiede aggiornamenti annuali del 3,5%.

Per l'anno 2009, in base al tasso di inflazione da applicare al contratto proposto da Trenitalia (3,5%) il maggior onere per la Regione ammonterebbe a circa 2,5 milioni. E' stato infine ricordato che attualmente per garantire i servizi ai pendolari la Regione ha investito oltre ai 30 milioni di euro per i servizi, 9 milioni di euro per il rinnovo del materiale rotabile e 10 milioni per l'elettrificazione della tratta Ascoli - Porto d'Ascoli.

27/10/2008





        
  



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