Edonismo, cioè minimo sforzo massimo rendimento. Non è roba da Samb. Anche se fino alla mezz'ora del secondo tempo ci aveva fatto credere che il principio economico appena enunciato, applicato al calcio, potesse essere anche alla sua portata . Per quella cosa lì, parlo dell'edonismo calcistico, ci vuole una buona organizzazione del gioco a centrocampo e una buona tenuta atletica, cose che per ora non sono nel DNA della Samb.

Cerchiamo di chiarire questo arcano principio economico-calcistico. Dopo un primo tempo di marca turistica, con poche emozioni (un eufemismo, per non dire che proprio non è successo nulla) e neanche un'azione decorosa da ambo le parti , si giunge finalmente al secondo tempo.

Il Ravenna cerca qualche punzecchiata, tanto per saggiar la difesa della Samb, ma al 55° fa un bel pasticcio. Si dimentica che sulla fascia destra c'è Tinazzi. Affondo del terzino rossoblu che penetra in area, appoggia la palla al centro dell'area , dove Forò, di piatto, mette in rete.

Primo tiro in porta e rete. Che pensi? Ci siamo , è l'inizio di una goleada tipo Portogruaro. Pia illusione. Il Ravenna subisce il KO e perde la bussola. Il centrocampo giallorosso sembra si sia fumato l'impensabile e vaga da una parte all'altra del campo. L'attacco invece è lì a fare da spettatore. La difesa non ha reazioni, ma non c'è una Samb tonica per saggiare il suo stato.

Perché? Perché i rossoblu si adeguano alla situazione il vagare del Ravenna e niente più. Probabilmente non sono in grado di prendere l'iniziativa.
Con questo andazzo si avanti fino al 77°. Ormai sembra fatta. Ma un calcio d'angolo ridà la carica al Ravenna. Fasano da pochi passi batte a rete , Dazzi respinge d'istinto, Ciuffarelli è lì con la porta spalancata ma manda la palla fuori.
Un brivido che sveglia il Ravenna e mette la tremarella alla Samb.

Da questo momento in poi i rossoblu non riescono più a tirar fuori il naso dalla propria area. Si susseguo i calci d'angolo, le parate di Dazzi, le respinte alla disperata. In pratica un'agonia. Poi alla fine, anzi oltre la fine, al 92°, il Ravenna trova il varco. Tiro di Zizzari, Dazzi respinge di piede, ma Trotta ribatte in rete e l'edonismo si va a far friggere. Era troppo bello: un solo tiro in porta e altri tre punti portati a casa.

Comunque un punto incamerato, solo guardando gli altri che giocano, anzi che giochicchiano un calcio tutto sommato scadente. Incarta e porta a casa, senza storcere il naso. Un punto guadagnato, anche con un po' di fortuna se si pensa che al 94° Moi salva sulla linea di porta la palla del 2-1 per il Ravenna. Sarebbe stata una beffa tremenda.

Insomma un incontro con il veleno nella coda.
Morale della favola? Gli entusiasmi si sono un po' raffreddati dopo le due vittorie consecutive. Non tanto per i punti buttati al vento in zona Cesarini, ma per un gioco che non convince molto. Basato su un corposo filtro a centrocampo, con una difesa decente che però, qualche volta, ha delle distrazioni imperdonabili e un attacco fatto di un povero Cigan abbandonato a se stesso nell'area avversaria.

Non mi sembra di vedere un futuro roseo. Ovviamente sogno di essere smentito al più presto.