Veste inedita per Candido Cannavò, il giornalista sportivo della Gazzetta che,  in sala Consiliare, ha presentato un libro che di sportivo ha ben poco: "Pretacci", un viaggio attraverso gli uomini invisibili che, guidati dalla fede, aiutano l'Italia, quell'Italia che non si vede attraverso la TV, che non fa notizia, che molti non conoscono o non vogliono conoscere.

Preti protagonisti, uomini che hanno fatto della loro vita una missione, che vedono la realtà nuda e cruda e cercano di fare qualcosa per migliorarla. Benefattori invisibili di una società che, al contrario, riflette, attraverso la TV, notizie sterili, programmi futili e diseducativi, una realtà fittizia fatta di materialismo e di esteticità che poco a poco e in maniera subdola, modifica le menti di chi la guarda catapultandole in una vita irreale.

"Ma esiste un'Italia che non si vede - spiega Cannavò - che ancora ci tiene in piedi. So che per molti questa mia nuova immagine può sembrare inattesa, ma nella mia vita ho fatto viaggi che mi hanno portato felicità. Nella mia carriera sportiva ho sempre cercato di conoscere i "personaggi", di capire cosa c'era dietro lo sportivo, di vederlo nel suo intimo. E questa mia capacità l'ho usata anche nella mia carriera di scrittore. Ho visitato le carceri di San Vittore dove ho scritto "Vita dietro le Sbarre", poi ho fatto un viaggio attraverso la disabilità e ho scritto "Vita da disabile" e per ultimo ho voluto dedicare un libro a quei religiosi, veri, che hanno fatto della loro vita una vera missione. "Pretacci" non vuole essere una parola dispregiativa, anzi".

Straordinari personaggi, 21, che vivono e hanno vissuto la religiosità come la viveva Cristo, nella sofferenza, nel dolore ma vivendo con estrema gioia e non tra i fasti del vaticano; vivendo la Spiritualità appieno, aiutando e facendo del bene. Preti di quartiere, missionari, suore: sono tanti e tra noi, angeli invisibili che portano avanti quell'Italia che da ancora speranza agli uomini di vivere la realtà e di credere.