Il magistrato Giuseppe Maria Ayala alla Palazzina Azzurra
San Benedetto del Tronto | Amico di Falcone e Borsellino racconta, nel suo ultimo romanzo, i tormenti di quegli anni in "Chi ha paura muore ogni giorno".
Giuseppe Maria Ayala
Domani 24 luglio alle ore 21,30 alla Palazzina azzurra Giuseppe Ayala presenterà il suo libro "Chi ha paura muore ogni giorno". L'evento fa parte della XXVII edizione degli Incontri con l'Autore organizzati dalla Amministrazione Comunale in collaborazione con la Libreria La Bibliofila. Introdurrà il Dottor Aldo Manfredi, consigliere Corte Costituzionale di L'Aquila e docente di procedura penale.
Trama:
Nell'estate del 1992 due esplosioni di enorme potenza annientarono la vita di tre magistrati (Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, Paolo Borsellino) e di otto giovani che li scortavano, ribadendo al mondo intero cosa significa opporsi alla mafia siciliana. Fu un trauma terribile per quei milioni di italiani che consideravano Falcone, Borsellino e gli altri giudici del pool antimafia gli eroi di una stagione di straordinario successo nella lotta a Cosa nostra.
A Giuseppe Ayala quelle esplosioni strapparono tre amici carissimi, lasciando lo struggente ricordo di dieci anni di vita insieme e un rabbioso, mai sopito rimpianto.
Ayala venne coinvolto nell'attività del pool antimafia sin dall'inizio. Rappresentò in aula la pubblica accusa nel primo maxiprocesso, sostenendo le tesi di Falcone, Borsellino e della procura di Palermo di fronte ai boss e ai loro avvocati, interrogando i primi pentiti (tra cui Tommaso Buscetta) e ottenendo una strepitosa serie di condanne che fecero epoca.
E fu sempre al fianco dei due magistrati in prima linea, nell'attività quotidiana come nei viaggi per le rogatorie internazionali, nel condiviso impegno di lavoro come nelle vacanze passate insieme, fino a quando, dopo i primi, grandi successi, la reazione degli ambienti politicomediatici vicini a Cosa nostra, la diffidenza del Consiglio superiore della magistratura e l'indifferenza di molti iniziarono a danneggiarli, a isolarli.
"Qualcuno ha scritto che, dopo più di 15 anni da quel tremendo 1992, "Ayala ha ormai pagato il torto di essere rimasto vivo". Spero abbia ragione." Oggi Ayala ha deciso di raccontare la sua verità su Falcone e Borsellino, ricordandone il fondamentale contributo alla lotta alla mafia e le attualissime riflessioni sulla Sicilia, Cosa nostra, la giustizia e la politica, ma anche la loro travolgente ironia, la gioia di vivere, le passioni civili e private, le vicende quotidiane che nessuno ha mai potuto descrivere con tanta affezionata e intima conoscenza.
La storia di quegli anni, delle vittorie e dei fallimenti, dell'impegno di pochi e delle speranze deluse di molti, riporta al centro dell'attenzione di tutti noi la tremenda capacità di sopravvivenza della Piovra, che si nutre dei silenzi, delle complicità, delle disattenzioni e delle colpe di una Sicilia e di un'Italia che non sono, forse, abbastanza cambiate da allora.
Giuseppe Maria Ayala: magistrato, è nato il 18 Maggio 1945 a Caltanissetta ed abita a Palermo. Dopo essere stato iscritto al Partito Repubblicano Italiano, è stato eletto senatore nel Collegio di Bisceglie Molfetta - Corato, in Puglia, il 21 aprile 1996. Ha ricoperto diversi incarichi ed uffici: dal 12 maggio 1996 è Membro del Gruppo Sinistra Democratica - l'Ulivo. Dal 30 maggio 1996 al 22 aprile 1998 è stato eletto Membro della Commissione Permanente di Giustizia, un incarico che gli è stato di nuovo attribuito dal 23 aprile 1998. Ha rivestito il ruolo di Sottosegretario di Stato per la Grazia e Giustizia nel Governo Prodi dal 22 maggio 1996 al 20 ottobre 1998. Sottosegretario di Stato per la Grazia e Giustizia nel primo Governo D'Alema. Nella sua attività di magistrato, amico di Giovanni Falcone, lo si ricorda come magistrato di punta nelle indagini e nei maxi processi alla mafia.
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23/07/2008
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