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"Una sensazionale novità, una gran bella partita!"

Montegranaro | Sergio Tavcar, giornalista sportivo e cronista di basket, commenta la partita vista al PalaSavelli tra la Premiata Montegranaro e la Montepaschi Siena.

Sergio Tavcar


"La partita fra la Premiata ed il Montepaschi e' stata una bella, anzi bellissima partita. Constatazione questa che sembra banale, visto che e' stato lo scontro di vertice del massimo campionato italiano di basket della giornata, ma che in questi tempi di vacche più che magre, emaciate ha quasi il sapore della sensazione, della piacevole novità. Che Siena fosse forte non e' una scoperta, ovviamente, basta leggere la classifica. Che si tratti però contemporaneamente di una squadra ben costruita, con un gioco molto ben definito, lucido, che sa in ogni situazione quel che vuole e che dunque non dipende in modo decisivo dalla qualità dei suoi giocatori, che sia in definitiva una compagine molto ben allenata, questo e' molto meno scontato.

Come quasi miracoloso appare che la Premiata sia anch' essa una compagine lucida, con un suo gioco sempre ben definito, con gli uomini giusti al posto giusto, che fanno la cosa giusta al momento giusto e via lodando di questo passo, miracoloso perchè uno si chiede come possa una Società con un bilancio non certamente da Paperoni, con una tutta sommato limitata esperienza di navigazione nel mare pullulante di squali famelici che e' il basket di vertice oggigiorno in Italia, fare già da tempo le scelte giuste senza sbagliarne una, facendo in definitiva mille volte meglio di tante altre realtà dagli staff imponenti e dal budget infinitamente più sostanziosi che, ed e' sotto gli occhi di tutti, continuano a fare scelte disgraziate ingaggiando brocchi a peso d' oro per poi buttare alle ortiche secoli di tradizioni e di attaccamento popolare ai colori sociali.

Eppure la Premiata e' la lampante dimostrazione che si può fare. Chissà, forse c'entra il fatto che sapere quale è il passo che la gamba può fare e' uno dei segreti più basilari di ogni tipo di successo, in ogni attività umana.

Siena non voleva perdere. Questo e' ovvio, sottolineato con molta onestà da coach Pianigiani a fine partita ed anche dalle cifre che dicono che il Montepaschi ha giocato praticamente sempre coi titolari. Il problema, al di là della giornata storta al tiro di McIntyre, peraltro marcato per buona parte della partita dal suo amico Thomas che avendoci giocato contro in uno contro uno per migliaia di ore, ne conosce i movimenti a livello quasi inconscio, sta nell' assenza di un collante insostituibile per gli equilibri della squadra quale Rimantas Kaukenas. Gente che possa sostituirlo nel suo ruolo di "integratore energetico" della squadra nei momenti di crisi non se ne vede, per cui a Siena sembra quasi mancare il turbo da innestare nei momenti in cui bisogna cambiare il ritmo di una partita. Se però si considera che nel finale di partita bastava che Lavrinovic mettesse uno dei due tiri pesanti che gli sono stati concessi senza che nessuno lo marcasse perchè Siena, tutto sommato, vincesse, allora non si può che concludere che le due sconfitte consecutive contro le due realtà più esaltanti del nostro attuale campionato sono un fatto contingente, dovuto al fatto che gli avversari erano semplicemente forti e motivati, e che non c'e' assolutamente motivo d' allarme, perchè la squadra continua ad esserci, a giocare in modo sano, concentrato, intenso e convincente.

Per quanto riguarda la Premiata invece non si sa più quali aggettivi usare. Una squadra senza un punto debole dal punto di vista caratteriale, che sopperisce alla giornata storta in qualche segmento del gioco trovando subito sbocchi alternativi, e ciò in modo quasi naturale, dovuto in massima parte alla totale mancanza di egoismo dei suoi giocatori, che si mangia nel finale della partita contro la prima della classe la vittoria in modo agghiacciante, con una stoppata subita da Vitali da uno di cinque centimetri più piccolo di lui, con un tiro dell' immenso Ford sbagliato da cinque centimetri e con un facile tap-in alla sirena mancato dallo stesso Vitali (qui solo sfortunato e non certamente colpevole), che va sotto di quattro in un amen all' inizio del supplementare dopo la prima bomba di tutta la partita di McIntyre, una squadra insomma che subendo di queste mazzate alla fine risorge con una straordinaria prova di carattere ed attributi, e' una signora squadra, e' una grande squadra.

E qui si parla di squadra, non di somma di singoli. Per cui i panegirici sui singoli li facciano gli altri, i Pindari del caso. Per me la squadra e' tutto. Normalmente, e' solo ovvio, non ci si discosta molto dalla verità quando si giudica una squadra come somma dei valori dei suoi singoli. Che però devono integrarsi, devono avere la famosa chimica di squadra. E quando il valore della squadra supera, per me di molto, la somma del valore tecnico dei suoi singoli, allora qualche merito deve sicuramente averlo anche il coach."

22/01/2008





        
  



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