Cesare Catà a ruota libera sulla stagione teatrale del comune di Porto San Giorgio
Porto San Giorgio | Da Enrico Brignano a Giobbe Covatta, da Lopez a "Lillo&Greg" fino alla serrata critica per la serata dedicata ad Ernestro Che Guevara: nulla sfugge alle critiche del professore che definisce il cartellone culturale sangiorgese "banale e nazionalpopolare"
di Chiara Marzan
Cesare Catà
"Suscita un certo amaro sarcasmo vedere sulle colonne dei giornali la prossima stagione teatrale sangiorgese definita dall'Assessore alla Cultura come 'non banale e non nazionalpopolare'." E' la calda penna di Cesare Catà a muovere nuovamente critiche all'amministrazione sangiorgese
"Scorrendo poi la medesima dichiarazione, quello che ci viene presentato è un calendario composto quasi unicamente da comici televisivi e cabarettisti, con una spruzzata di ignota drammaturgia contemporanea e la presentazione di elitari volumi di poesia...tanto per "fare cultura".
In realtà, se ci sono due aggettivi per presentare una stagione teatrale che va da Giobbe Covatta a "Lillo e Greg", passando per Lopez, trovando il suo pezzo forte in Enrico Brignano, questi aggettivi sono proprio: banale e nazionalpopolare.
Ma non contesto questo. Se si vuole fare una stagione per raccimolare il pubblico teatrale che quattro anni di gestione Brignocchi ha tenuto a distanza di sicurezza dal teatro, lo capisco. D'altronde, siamo in uno stato di emergenza. Alcune sere, in questi anni, il buon custode del teatro di San Giorgio si è trovato da solo, la sera della prima, con le compagnie invitate dal Comune. Ma non mi si neghi che questa stagione sia nazionalpopolare e banale, perché è proprio così che è.
Io credo che, oggi, in questo momento storico, si possa e si debba andare a teatro perché si spegne la televisione e si cerca un'alternativa umana a un modello consumistico e vuoto che i media ci impongono. Altri - fra cui l'Assessore Nuciari - pensano invece che il teatro debba riproporre sulla scena quello che accade in TV. E' una posizione secondo me sbagliata, ma che rispetto, purché non la si neghi nel momento stesso in cui la si espone.
In conclusione, non posso non attaccare l'ennesima "chicca" proposta da questa Amministrazione in campo culturale. Proprio quando speravo che finalmente (perlomeno) si avesse desistito dal dare un'impronta ideologica comunista alla nostra stagione, ecco che scopro una celebrazione, pronta per il prossimo martedì, sulla figura di Ernesto Che Guevara.
Dove poteva celebrarsi una figura del genere, se non nella Porto San Giorgio di Brignocchi, l'ultimo avamposto culturalmente rosso dopo la caduta del muro di Berlino?"
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04/10/2007
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