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L'Europa continua a bruciare nel fuoco

San Benedetto del Tronto | L'Europa ha iniziato da tempo una politica del laser fare, del permissivismo, ritenendo che questa fosse la via verso il modernismo, attuando una political correct della tolleranza, integrazione, comprensione a tutti i costi verso gli altri.

di Gian Luigi Pepa*

All'inizio erano piccole frange d'immigrati, perlopiù provenienti dalle ex colonie degli Stati del nord Europa: Francia, Belgio, Olanda, Gran Bretagna.

In Italia la questione non esisteva, neanche dopo l'accordo di Enrico Mattei, negli anni '70, con i Paesi produttori di petrolio, con i quali si concedeva l'ingresso solo per motivi di studio.
Dalla fine degli anni '90 il problema si è evidenziato in tutta la sua portata: integrazione quale dovere sociale e quindi maggiore apertura verso l'immigrazione del terzo mondo.
Immigrazione senza regole giustificata dai singoli Stati con le motivazioni più disparate: risorse nuove e nuova ricchezza, calo demografico, lavori non più graditi agli europei.

Queste le giustificazioni, ma la politica del non vedo, non sento e non parlo, ha costretto le popolazioni autoctone a rinunciare alla propria identità, ad accettare regole e condotte di vita non proprie, anzi ad essere discriminati a casa propria.
La politica dello struzzo, che per non vedere mette la testa sotto terra, ha determinato la rivolta del 27 ottobre 2005 nelle banlieues francesi, inizialmente circoscritta al Comune di Cliché-sous-Bois, poi estesa ad altri centri del dipartimento di Seine Saint-Denis, sino a diffondersi massicciamente, come in un'azione programmata, dal nord al sud della Francia.
Il Governo francese promulga lo stato d'emergenza, ma nel frattempo i rivoltosi incendiavano tutto ciò che era a loro disposizione, lanciavano sassi contro le forze dell'ordine, utilizzando anche armi da fuoco, ferendo trenta poliziotti e bruciando 1.408 autovetture.

La Polizia arresta oltre 395 rivoltosi contro l'Ordine Costituito, ed il Ministro degli Interni, per ripristinare l'Ordine Pubblico, attua la politica della tolleranza zero.
Quest'uomo risoluto che ha caro il diritto dei cittadini di vivere in uno Stato rispettoso delle regole e delle leggi, umane e naturali, è Nicolas Sarkozy, candidato alle elezioni presidenziali, che recentemente ha dichiarato "Siamo esasperati dall'immigrazione ... la Francia è stufa della contestazione dell'identità nazionale e di 30 anni di politiche sbagliate, da un'immigrazione incontrollata. Esiste un evidente legame fra i 30 ed anche 40 anni di politica dell'immigrazione non controllata e l'esplosione sociale avvenuta nei nostri quartieri".
Nonostante tutto, in Europa persiste il sonno della ragione, e lo stesso fenomeno si manifesta in tutta la sua violenza in
Belgio, a Bruxelles capitale dell'Europa Unita.

Quello che i rivoltosi hanno compreso è che basta manifestare, urlare contro la polizia e l'Ordine Pubblico, piangersi addosso e dal torto si passa alla ragione, il tutto nel silenzio più assordante dei politici europei.
Infatti, come un orologio svizzero, il 12 aprile 2007, Milano viene presa d'assalto dai cinesi, che senza timore d'autorità in Via Paolo Sarpi, attaccano i poliziotti, che nell'intento di far rispettare le nostre leggi, procedevano, in ottemperanza ad uno specifico dovere, ad elevare una contravvenzione a carico di una commerciante per il mancato rispetto dell'orario di carico e scarico della merce.

Immediatamente, come fosse già programmata, la rivolta cinese contro i tutori dell'ordine, con striscioni rossi con la bandiera della Cina comunista e con la scritta "violenze ed abusi sulla comunità cinese".
Cosa ancor più grave è l'intervento del Console Generale cinese in Italia, che si eretto ad alfiere della libertà, citando diritti ed interessi della zona occupata e trattando di democrazia, con sproloqui stridenti per un rappresentante di uno Stato dittatoriale, che dall'epoca di Mao Tse-Tung, e precisamente dal 1° ottobre 1949, ha tolto ogni diritto e quindi dignità all'individuo.

Ovviamente il Console Cinese ha volutamente dimenticato le vittime di piazza Tian an men - protesta studentesca che denunciava l'instabilità economica, la corruzione politica, la mancanza di libertà di comunicazione dei mass media e del dialogo tra le autorità del partito e la rappresentanza eletta dagli studenti - iniziata il 15 aprile 1989 e conclusasi, tutt'altro che pacificamente il 4 giugno 1989, poiché soppressa con efferata violenza data la morte di circa 1.200 studenti nonché di molti altri arrestati di cui non si sa più nulla.
Emblematica è l'immagine trasmessa in tutto il mondo dello studente sconosciuto che tentò di fermare da solo, anche se per qualche minuto, la colonna di carri armati inviati dal governo cinese a sopprimere la rivolta non armata in piazza Tian an men.

Probabilmente questi sono i diritti e la democrazia a cui il Console Cinese fa riferimento.
L'immigrazione sconsiderata, non rispettosa della nostra gente e del nostro modo di essere, della nostra identità, porta al disastro, i cittadini sino a quando potranno tollerare violenze psicologiche, ideologiche, ed anche fisiche.
L'ordine pubblico è inibito dai mass media, dalla politica sconsiderata, dagli attacchi alle forze dell'ordine, ma tutto ciò è pericoloso ed è a termine.

Tanti centri subiscono l'annientamento degli autoctoni, vedi Torino, Brescia, Milano, Roma, Firenze, Bologna, che sono quotidianamente costretti ad una vicinanza intollerabile ed affatto intollerante.
Arriviamo al dramma di casa nostra - Appignano del Tronto - rubricato da alcune testate giornalistiche come annunciato, in quanto i politici preposti avrebbero omesso gravemente di ascoltare i cittadini, di comprendere in tempo utile che questi immigrati non vogliono né integrarsi, nè seguire le nostre regole istituzionali e morali, né tanto meno rispettare le leggi dello Stato ospitante.

Ancora a Roma, Vanessa Russo, uccisa bestialmente da clandestini-espulsi, tanto da far reagire i romani che sul sagrato della chiesa, prima dell'arrivo del feretro, hanno urlato "Non pagano, fanno i padroni e lo Stato li difende", ed al passaggio del presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, e del Sindaco Veltroni: "meno feste e più controlli a Roma".
Forse è il caso di tirare le somme una volta per tutte, non può esserci convivenza e meno ancora integrazione, non sono gli italiani che non vogliono l'integrazione ma gli stranieri che ci impongono le loro regole di vita a casa nostra: i Cinesi operano in dispregio delle norme commerciali, sanitarie, lavorano in violazione di tutte le leggi, oltre il limite dell'orario giornaliero, negando ferie, festività, non versando contributi, violando le norme sulla sicurezza sul lavoro di oggi tanto si parla.

Alla commemorazione dei funerali dei quattro ragazzi di Appignano il Vescovo ha tentato di risvegliare le coscienze dei nostri rappresentanti istituzionali "....Ogni negligenza da parte di coloro che sono tenuti a far osservare il rispetto delle leggi, può diventare il presupposto di sofferenze come quelle di questi giorni".
I negligenti non sono solo i governanti, il Sindaco, il Presidente della Provincia, ma anche tutti coloro che omettono di far rispettare le regole, le Istituzioni, l'Ispettorato del Lavoro, l'INPS, le Forze dell'Ordine, ma anche gli stessi cittadini, acquistando merce contraffatta e permettendone la vendita all'interno dei propri ristoranti, pizzerie, negozi, nei piazzali dei centri commerciali.

Un parente delle vittime di Appignano del Tronto, ha detto "Si sapeva che queste persone prima o poi avrebbero combinato qualcosa. Non era la prima volta che guidavano in stato di ebbrezza. Non capisco come un clandestino possa stare in Italia e girare in tutta tranquillità. Mi domando che cosa ci stiano a fare le forze dell'ordine e le istituzioni. Per delle sciocchezze ci tolgono i punti della patente mentre per cose gravi non si rischia quasi nulla. Siamo un popolo strano, noi italiani. Non esistono più regole. I delinquenti la passano sempre liscia".

Davanti a questa denuncia vera e propria, non si può rimanere indifferenti, né strumentalizzare la reazione tutta umana, che trova nel cuore di ogni persona che con dignità e mitigato dolore ha seguito i quattro feretri, né tanto meno strumentalizzare il blocco automobilistico, posto in atto contro i pompieri che dovevano spegnere il rogo del campo nomadi, e lo sfogo dei concittadini delle vittime: "C'è la crisi idrica, non sprecate acqua".

Non si deve, non si può, esasperare la cittadinanza, non ci si deve permettere di aggredire neanche con parole indegne i cittadini che hanno subito la negligenza dei politici e la violenza fisica, con la morte dei propri figli.
Che l'Europa si svegli, solo nell'osservanza delle nostre leggi e nel rispetto delle nostre regole di vita gli immigrati regolari potranno integrarsi loro nel nostro Stato, ed alla fine e solo allora, si potrà parlare di integrazione e liberare nel cielo le colombe bianche della pace.

*Consigliere del Movimento E.L.I.A.

03/05/2007





        
  



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