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Riapre a Montefiore il Polo museale di San Francesco

Montefiore dell'Aso | Un centro espositivo nel quale convergono le diverse espressioni culturali del territorio che si “contaminano” l’un l’altra in una mescolanza di emozioni che sorprendono i visitatori


Questo è quanto è possibile ammirare da oggi a Montefiore dell’Aso, dove è stato inaugurato nel pomeriggio il nuovo Polo Museale di San Francesco, ubicato nell’omonimo complesso costruito alla fine del XII secolo e sottoposto ad un efficace lavoro di ristrutturazione dopo il sisma del 1997. Grazie al lavoro sinergico di moltissimi enti ed associazioni, tra cui la Regione Marche che ha contribuito con un grosso finanziamento e la Provincia di Ascoli Piceno che sostiene il museo con le sue iniziative, viene restituito oggi al territorio una struttura che rappresenta la storia del paese e che raccoglie al suo interno un inestimabile valore storico, architettonico e culturale.

Gli spazi francescani, riallestiti da Tiziana Maffei ed Antonella Nonnis dello studio Progetto Zenone Architettura, ospitano ora un percorso museale che si distingue da altre realtà simile per la sua connotazione sensoriale, grazie alle emozioni vive che si provano muovendosi in spazi che coinvolgono l’udito, il tatto e la vista. Tutto ciò grazie alle ambientazioni progettate da Giancarlo Basili, il grande scenografo nativo di Montefiore che ha lavorato con Nanni Moretti, Giuseppe Piccioni, Renato De Maria, Gabriele Salvatores, Gianni Amelio, Carlo Mazzacurati e Marco Tullio Giordana. Già all’ingresso l’attenzione del visitatore è immediatamente calamitata dalle immagini del capolovoro del neorealismo “Sciuscià” che vengono proiettate su uno schermo posto di fronte ad una scenografia su cui cade la neve.

Proseguendo si passa per la sala in cui sono esposte alcune foto del girato di Palombella Rossa e dove viene proiettato un filmato con alcune scene inedite del “dietro le quinte”. Al secondo piano si viene travolti dalle fotografie, schizzi grafici, testi, materiale video e scenografie di film che vanno da “Notte Italiana” al più recente “Quando sei nato non puoi più nasconderti” passando per capolovari del cinema italiano come “Il caimano”, “Nirvana”, “La stanza del figlio” e molti altri. Si resta impressionati di fronte alla ricostruzione della stanza di “Nirvana” affacciata sulle meravigliose colline circostanti che Basili ha voluto abbracciare nella costruzione degli ambienti. Passando poi davanti alla valigia piena di soldi del “Caimano” ci si ritrova all’improvviso in mezzo alle figure umane protese verso un sole rosso dipinto su un cartellone, scena clou di “Palombella Rossa”.

E’ un percorso che lascia senza fiato lo spettatore che, dopo aver abbandonato la zona scenografica, entra nel museo della civiltà contadina dove l’esperienza tattile e sonora degli oggetti esposti oltrepassa la semplice esposizione per rendere evocativa l’azione e l’uso degli attrezzi. Si cammina in ambienti suggestivi divisi in 3 sezioni: l’uomo e la casa, il lavoro ed il territorio. In ognuna di queste zone l’accurata ambientazione sonora amplifica la percezione della civiltà contadina: canti popolari, versi degli animali da cortile, rumori del telaio e filastrocche dei bambini danno l’impressione di essere tornati indietro nel tempo.

Si prosegue nella sala Carlo Crivelli dove nella penombra spicca in tutta la sua magnificenza il Trittico del Crivelli di fonte al quale è posta una panca per permettere una visione prolungata. Per la prima volta è possibile ammirare questo capolavoro a pochi centimetri di distanza potendo distinguere particolari e sfumature che l’artista vi ha dipinto. Chiudono l’esposizione il museo Domenico Cantatore, dove sono si possono ammirare parte delle opere di grafica del maestro d’arte contemporanea e il museo Adolfo De Carolis, oggetto di un recente lavoro di rivisitazione dell’allestimento originario. “In Italia si fa davvero fatica a trovare una struttura così interessante in un piccolo paese, in grado di contenere tutte queste diverse forme d’arte - ha sottolineato Giancarlo Basili - speriamo di far diventare presto Montefiore un centro del cinema italiano, anche con l’organizzazione di un festival dedicato”.

L’assessore provinciale alla Cultura Olimpia Gobbi ha posto l’accento sulla grande qualità dei contenuti culturali e sulla loro integrazione oltre che sugli standard di qualità nazionali che sono stati rispettati, non ultimo quello dell’accessibilità ai non vedenti (oltre alle esperienze sonore, sono state preparate schede informative in braille). “Notevole poi l’apertura alla contemporaneità - ha aggiunto l’assessore Gobbi - con i linguaggi della multimedialità e della cinematografia che rendono il museo dinamico, aperto e attivo e rinnovano l’idea stessa di museo”.

Si tratta di un patrimonio che per troppo tempo non è stato adeguatamente valorizzato - ha dichiarato il vice presidente della Provincia Emidio Mandozzi - per fortuna negli ultimi anni una classe di amministratori ha capito l’importanza di mettere a rete i nostri tesori, di investire sulla cultura per essere più competitivi a livello mondiale. Attraverso un adeguato collegamento con la scuola e con la formazione - ha proseguito l’assessore - sarà possibile generare occupazione e aumentare le potenzialità del nostro territorio”. L’architetto Maffei ha sottolineato l’intenzione di creare uno spazio che sia luogo di incontro, di riflessione, di ricerca e di crescita, capace di mettere insieme diversi linguaggi artistici, tutti espressione dell’uomo.

Potrà apparire strano affiancare le opere del Crivelli alla civiltà contadina - ha commentato l’architetto - ma in realtà sono tutte diverse espressioni culturali di questo territorio che fanno vivere molteplici emozioni a chi le osserva”. Il prof. Renato Novelli dell’università Politecnica delle Marche ha annunciato che il 27 ottobre partirà la prima delle quattro lezioni sull’economia del cinema che approfondiranno il collegamento tra l’arte e l’economia del territorio. Al momento è possibile visitare il museo il sabato e la domenica dalle 15.30 alle 18.30 mentre per organizzare una visita negli altri giorni si può prenotare l’apertura chiamando il numero 0734-939019. Il biglietto intero costa 3,50 euro quello ridotto 2.

07/10/2006





        
  



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