Archeologia a Cupra Marittima. E' stato presentato il libro di Marco Pompa dal titolo " I Cuprenses nelle iscrizioni di epoca romana. Viaggio epigrafico tra personaggi, ordinamenti ed usanze di Cupra Maritima al tempo dell'antica Roma", edito dall'Archeoclub d'Italia, sede di Cupra Marittima.

Il bel lavoro di Marco Pompa sulle iscrizioni intende offrire la possibilità di conoscere documenti lapidei di rilievo che costituiscono una fonte d'informazione preziosa per conoscere tanti importanti aspetti dell'antica Cupra Marittima. E dopo avere preso in esame le epigrafi commemorative, celebrative, elogiative, sacre, onorarie, sepolcrali, cristiane eccetera, dove sono stati messi in evidenza i  cuprenses, noti e meno noti dell'antica città, l'autore, ha preso in esame la più dibattuta e significativa iscrizione ritrovata in zona dove si menziona anche il restauro del santuario della dea Cupra, fondato dagli Etruschi secondo Strabone e meta di eccezionali pellegrinaggi.

<<Da generazioni si susseguono le diatribe e le controversie tra gli studiosi locali circa l'antica ubicazione del tempio-ha chiarito Marco Pompa- poiché alcuni ritengono che esso sorgesse sul terreno dove si erge la chiesa di San Martino a Grottammare, proprio in ragione dell'attuale collocazione del documento. Ma tale teoria, oltre a non avere il benché minimo credito negli ambienti accademici, stride completamente ed insensatamente con la realtà archeologica, sprofondando in un ingiustificato campanilismo. E' infatti impensabile che un santuario di così ampio respiro troneggiasse in un luogo silvestre e periferico quale era Grottammare, e che un imperatore, nel mezzo del suo viaggio, vi sostasse deliberatamente per restaurare ipotetici siti ieratici. Cupra Maritima, invece, ricordata da illustri storici del calibro di Plinio il Vecchio, Silio Italico e Strabone, contava già in età augustea più di tremila abitanti ed ospitava un Foro dall'inequivocabile tipologia, con due archi a coronamento in un'ara e di uno stilobate ad ovest, un probabile anfiteatro a sud, una curia o un temenos ad est ed un criptoportico a nord. Alla luce sia dell'imponenza della piazza, sede delle attività civili e religiose della città, sia del copioso materiale rinvenuto nel circondario maranese, mi pare francamente improponibile e fuorviante il discorso che vorrebbe il tanto conteso tempio  a Grottammare e non a Cupra Marittima>>.