"La competitività di cui si parla oggi non può essere portata avanti con politiche settoriali slegate l'una dall'altra, ma con una valorizzazione complessiva del made in Italy, che leghi le produzioni, siano essi olio o scarpe, prodotti agricoli o industriali, al loro territorio, evidenziandone l'origine delle componenti, contro le imitazioni e l'anonimato".

E' il messaggio forte lanciato dal presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi, a "Tipicità" la rassegna enogastronomia in corso a Fermo, durante il convegno organizzato da Coldiretti Ascoli.
Un'iniziativa che, come ha sottolineato Marco Maroni, presidente di Coldiretti Ascoli, cade in un momento in cui i temi della competitività sono di estrema attualità.

"Salvare il made in Italy è un problema di tutti - ha spiegato Rossano Soldini, presidente dell'Associazione nazionale calzaturieri italiani, appositamente invitato dal direttore di Coldiretti Ascoli, Alberto Bertinelli -. Nell'ultimo anno abbiamo perso circa 8mila addetti a causa della concorrenza sleale dei prodotti cinesi, e ribadiamo dunque la necessità di una serie di misure che permettano di concorrere alla pari, a cominciare dall'obbligatorietà del marchio d'origine".

Sul tema dell'origine ha battuto anche Rolando Manfredini, dell'Area Ambiente e Territorio della Coldiretti nazionale. "Oggi il 3% della produzione agricola arriva direttamente al consumatore, mentre il 25% transita per il commercio e la grande distribuzione e il 72% va all'industria - ha spiegato -; con la legge sull'etichettatura della componente agricola vogliamo che quei 97 cittadini su 100 possano recuperare il rapporto con l'agricoltura e sapere se quel che mettono nel piatto è made in Italy di fatto, oltre che di nome".

"La legislazione regionale è oggi carente nella difesa del consumatore - ha aggiunto Francesco Massi, candidato del Polo alla presidenza della Regione Marche -, e occorrerà agire anche su questo, oltre che per dare risposte concrete alle imprese da cui parte lo sviluppo economico del territorio".

Andrea Fugaro, dell'Area Economica della Coldiretti nazionale, ha sottolineato come la difesa del made in Italy non debba essere arroccamento, bensì sviluppo attivo.
Il professor Luca Petrelli, dell'Università di Camerino ha, invece, fatto una panoramica sulle normative oggi in vigore per la difesa delle qualità territoriali.
Il sindaco di Fermo, Saturnino Di Ruscio, ha ricordato come Tipicità rappresenti ormai un modello da seguire;
il presidente della Camera di Commercio, Enio Gibellieri, ha messo in risalto il ruolo forte delle organizzazioni di categoria nello sviluppo del tessuto sociale del Paese, mentre l'on. Francesco Zama ha posto il problema di assicurare il futuro della nostra agricoltura.