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Francesco Massi: “lotta agli sprechi della Regione, per la famiglia e lo sviluppo”

| ANCONA - Intervista al candidato governatore delle Marche per il centrodestra, consigliere regionale UDC dal 2000

di Giovanni Desideri

Lotta agli sprechi, sostegno allo sviluppo, decentramento sono i temi tra i quali si muove Francesco Massi, candidato per il centrodestra alla presidenza della Regione Marche. Il suo slogan: “La Regione più vicina a te”. Francesco Massi Gentiloni Silveri, UDC, nato a Macerata nel 1958, laureato in giurisprudenza nella stessa università, sindaco di Tolentino dal ’90 al ’94, consigliere regionale dal 2000, è stato da poco designato alla guida del suo schieramento, dopo il rifiuto di un altro maceratese, l’attuale viceministro dell’economia Mario Baldassarri di AN.
 
La difficoltà nel trovare un candidato per il centrodestra si riverbera nel vostro programma?
“Il programma del centrodestra è molto unitario. Dopo la rinuncia di Baldassarri c’è stata un’ampia discussione nel centrodestra, articolata e serena. Si trattava di decidere tra un candidato politico o uno esterno alla politica. Le segreterie locali e nazionali hanno scelto la prima opzione, designando un candidato che fosse capace di contrastare Spacca sul suo stesso terreno. Ora non partiamo da zero, ma dai temi di cinque anni di opposizione.”
 
Come è articolato il programma del centrodestra?
“Tra partiti della coalizione e confrontandoci con le principali categorie economiche e sociali stiamo completando la redazione di 40 schede programmatiche, che presenteremo ai cittadini subito la chiusura delle candidature, diciamo intorno al 5 marzo.”
 
I punti principali tra le 40 schede?
“In primo luogo la sanità, che nelle Marche ha iniziato ad andare in passivo proprio sotto la gestione D’Ambrosio, dal 1995, arrivando oggi ad un deficit di 1800 miliardi di lire. Abbiamo contestato il modello dell’Azienda Sanitaria Unica Regionale. L’azienda è oggi diretta da una persona competente e di prestigio come il dott. Aprile, ma anche qui non si è perso occasione di moltiplicare gli sprechi, mettendogli intorno numerosi consulenti. In questi anni la Regione si è segnalata proprio per l’enormità degli sprechi: consulenze miliardarie, partecipazione in società operative come la Scam o la Svim. E invece, nonostante gli annunci, poco si fa per l’innovazione, la ricerca e l’impresa. Oggi abbiamo un ente elefantiaco, che dà risposte farraginose e pesanti. Naturalmente aspettiamo di vedere quali risultati darà l’Asur, ma si sappia sin da oggi che in caso di elezione noi siamo per la costituzione di cinque aziende, una per ogni provincia. E questo per diffondere sul territorio servizi e centri decisionali, favorendo anche il controllo da parte dei cittadini sulla sanità. Oggi l’Asur è distante dai cittadini.”
 
Altri punti del vostro programma?
“L’economia, a cominciare proprio dalle piccole imprese. In generale in questi anni la Regione non ha razionalizzato gli interventi a favore delle imprese e in particolare non ha fornito risposte alle piccole, che non ha aiutato su temi importanti per le Marche come il ricambio generazionale. Il passaggio di un’impresa di padre in figlio, che poteva essere favorito attraverso la formazione di quadri. Questo introduce un altro punto, quello dell’istruzione.”
 
Cosa offrite al riguardo?
“Pensiamo ad un forte integrazione tra università, formazione e ricerca. Fin qui la Regione ha promosso l’addestramento, non la vera formazione. Sul versante dell’istruzione si inserisce anche la proposta, che ho già avanzato dai banchi dell’opposizione, di bonus per le famiglie, per la scelta del tipo di scuola: un provvedimento adottato anche in regioni rosse, che invece è stato bloccato nelle Marche.”
 
Nell’economia delle Marche, e in quella delle Marche del sud in particolare, sono importanti settori come il turismo, la pesca, l’agricoltura. Come rientrano, questi temi, nel programma del centrodestra?
“Il turismo è un altro dei principali punti che abbiamo predisposto. Pensiamo alla riorganizzazione del settore, puntando sulle risorse umane. Oggi la promozione turistica non viene fatta da una vera classe dirigente, ma lasciata un po’ ai Comuni, un po’ agli albergatori, un po’ ad altri soggetti. Non c’è una vera programmazione. Per questo pensiamo alla formazione di un vero management regionale che coordini le iniziative. Sarebbe una svolta importante. Quanto alla pesca e all’agricoltura, si tratta di settori che vanno assimilati al tema “piccola impresa”. Con alcune differenze. Nella pesca abbiamo ormai una normativa di riferimento che proviene dalla Comunità Europea, sulla quale la Regione ha scarsa incidenza. Per quanto riguarda l’agricoltura, invece, il problema è affrontare la concorrenza di un’Europa allargata a 25 paesi. In questo momento è importante far valere il nostro peso nella programmazione europea 2006-2012. E questo, ripeto, in maniera globale per la piccola impresa, ciò che comprende anche la pesca e l’agricoltura. La Regione deve attivarsi per non perdere importanti fondi comunitari, che premieranno sempre più i progetti originali e innovativi, visto che ci sono 10 paesi in più.”
 
Nelle Marche del sud si lamenta spesso una scarsa attenzione da parte della Regione. Condivide questa rivendicazione?
“La riorganizzazione delle competenze tra regione, province e comuni è un altro dei punti principali del nostro programma. Pensiamo soprattutto ad un sostegno forte ai piccoli comuni, provvedimento adottato ma non finanziato da D’Ambrosio. Siamo per il decentramento e la redistribuzione dei servizi e dei centri decisionali. Ancona dovrà indirizzare e programmare, ma senza accentramento. Nella sanità come in altri settori. Per questo parlavo di cinque aziende sanitarie provinciali. Lo stesso ente “Regione” dovrà essere riorganizzato, nelle funzioni e negli incarichi.”
 
Il suo avversario Gian Mario Spacca rivendica i buoni indici sociali ed economici che caratterizzano le Marche e di riflesso la buona gestione delle due giunte D’Ambrosio. Cosa risponde?
“La cosa curiosa dell’atteggiamento di Spacca è che contesta il governo nazionale per la strategia del contenimento della spesa, attribuendogli la responsabilità per ciò che non va. Poi però rivendica a sé e alla giunta di cui fa parte il merito per il fatto che il Pil regionale è di un punto percentuale superiore alla media nazionale. Questa è una visione antica e superata di chi non sa portare avanti una collaborazione tra governo locale e nazionale. A livello nazionale si possono fare tutte le critiche che si vogliono. Ma nelle Marche abbiamo l’Irap per le imprese e l’Irpef per le famiglie più alta d’Italia. Va anche detto che le Marche sono sempre andate avanti da sole, con la propria economia, senza la collaborazione del governo nazionale, di qualunque colore.”
 
Qualcuno fa anche notare che lei e Spacca, provenendo dalla stessa scuola democristiana forlaniana, non siete così diversi.
“La provenienza c’è e nessuno di noi due la rinnega. Ma oggi rappresentiamo valori e orientamenti diversi. Scegliendo il centrosinistra Spacca ha completamente svilito i valori democraticocristiani, che sono invece rappresentati dal centrodestra.”
 
E quali sono questi valori?
“Il sostegno alla famiglia, l’uguale diritto allo studio, le radici cristiane dell’Europa e della Regione Marche, cose che non sono passate nelle amministrazioni D’Ambrosio.”
 
Gli schieramenti minori accusano centrodestra e centrosinistra di essere uguali.
“In bocca al lupo. In questo modo non partecipano al progetto unitario per cambiare qualcosa in questa regione. Ma non credo che queste liste danneggeranno noi.”

22/02/2005





        
  



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