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Il convegno “Il servizio idrico integrato: aspetti giuridici e forme di gestione”

Ascoli Piceno | Ora la decisione finale spetta ai Comuni Soci, alla luce degli approfondimenti e dei chiarimenti forniti dal convegno

di Federico Biondi

Il convegno organizzato dal Ciip poliservizi al Palazzo dei Capitani è stato un approfondito momento di riflessione giuridica e politica sulla prospettiva dell’utilizzo delle acque nel piceno.
 
Sono accorsi molti specialisti del settore per valutare, nell’interesse del territorio, quale dovrà essere il destino della gestione del ciclo integrato delle acque. Un momento di incontro e di coinvolgimento con i comuni e con i sindaci, che dovrà costituire la premessa delle scelte da cui dipenderanno gli assetti futuri di gestione.
 
Guido Castelli ritiene che il Ciip poliservizi è una struttura pubblica che comunque ha una efficacia di tipo privatistico quindi da valorizzare, “il Ciip non solo può occuparsi della gestione delle acque ma anche proporsi per la gestione in altri ambiti – e aggiunge – è un modello di funzionamento, di management”.
 
Per il consigliere il Ciip va valorizzato perché coniuga due principi, il mantenimento di una gestione pubblica del ciclo idrico integrato coniugato ad una efficacia amministrativa e imprenditoriale tipicamente privata”.
 
“Questa mattina abbiamo fatto una riflessione su quelle che sono le criticità  relative agli affidamenti dei servizi idrici integrati – dice il sindaco di Ascoli Piceno Piero Celani – sappiamo che nella nostra provincia c’è un vivo dibattito per quanto riguarda l’affidamento al Ciip di tutti i servizi idrici, acqua potabile e depurazione”.
 
Il sindaco è convinto che la soluzione dell’affidamento in house per il Ciip è doveroso anche perché rappresenta un punto di congiunzione e di mediazione tra il pubblico e il privato per cui si augura che questa soluzione possa essere fatta nei prossimi mesi, nel minor tempo possibile e con il consenso di tutti i sindaci e delle istituzioni.
 
Il Senatore Ciccanti è soddisfatto del confronto che si è creato su una normativa in continua evoluzione, dato che in tre finanziarie e con due leggi sono cambiate cinque volte le norme sui servizi pubblici locali, ed oggi si sta facendo uno sforzo per adeguare le esigenze locali alle esigenze dell’economia che prevede la gestione in modo ottimale.
 
“La gestione in house, la gestione diretta attraverso una società operazione a completa partecipazione pubblica, si può fare mettendosi a lavoro subito – dice il Senatore – che poi sia giusto o meno ne discuteremo, sta di fatto che la gestione in house è confortata da un orientamento giuridico della corte di giustizia europea, dalla normativa italiana e dai pareri dei presenti al convegno, ma deve avere condizioni di redditività tale che si riducano in un abbassamento delle tariffe e in un’ottimizzazione dei costi di gestione”
 
Presente Roberto Fazioli docente universitario dell’università di Ferrara in scienze finanziarie nonché collaboratore di importanti esponenti politici italiani, dice che ad Ascoli Piceno si può sviluppare un modello di gestione delle acque che tenga conto del fatto che è un servizio universale e che ci sono delle logiche industriali che non devono necessariamente portare a fusione ma reti di società pubbliche.
 
“Per gestire questo servizio universale non si ricorre più alle logiche del controllo diretto ma a quello del controllo tramite gli avvocati, cioè tramite contratti e quant’altro – dice Fazioli e aggiunge – la logica finanziaria può prevalere su quella industriale”.
 
Per il presidente della provincia picena è stato molto utile analizzare quali dovranno essere le modalità per affidare la gestione ad una società pubblica ma il legislatore deve riconoscere come forma societaria idonea a gestire il servizio idrico l’azienda speciale o il consorzio.
 
“ Questo ci consentirebbe di tornare indietro ed evitare che si speculi sulla gestione di un bene primario – dice Rossi – in questi anni c’è stato un fanatismo ideologico che riteneva che tutto quello che era gestito dal mercato è gestito meglio”.
 
Il presidente puntualizza che non è così e che è anche nell’interesse delle imprese che la gestione delle acque sia in mano al pubblico che comunque deve gestire questa risorsa in modo efficiente. “C’è una nuova consapevolezza – dice il presidente – il controllo su questa risorsa deve rimanere pubblico e oggi sono tutti d’accordo anche perché i cittadini hanno bisogno di un servizio idrico gestito con democraticità e con attenzione nel rispetto dei diritti di tutti”.
 
“Tra le varie modalità di gestione prevista dalla riforma dei servizi pubblici locali, la soluzione sembra essere l’affidamento in house con l’aggregazione di molti comuni e la fusione delle due società che gestiscono il servizio – dice  Federico Buonacalvaglio capo ufficio legislativo del Ministro Buttiglione, presidenza del consiglio dei Ministri.

19/02/2005





        
  



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