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Cooperative sociali oltre la sindrome di Peter Pan

| PESARO - Lo stato di salute del settore fotografato al convegno del Consorzio Fuori Margine a Pesaro

Le cooperative sociali di fronte ai problemi dei tagli finanziari al welfare e alla necessità di crescere come sistema di imprese.
 
Si è parlato delle difficoltà che il settore deve affrontare per continuare a mantenere un alto livello di performance nello sviluppo del welfare locale e nella gestione dei servizi affidati alle cooperative sociali dagli Enti locali, nel convegno “Rendere capace qualcuno è il mio mestiere”, che si svolge oggi a Pesaro, nella Sala del Consiglio provinciale, organizzato dal Consorzio Fuori Margine.
 
A distanza di cinque anni dall’ultimo convegno su questo tema, la città di Pesaro, che è stata negli anni ’80 una delle “culle” delle prime forme di cooperazione sociale in Italia, torna ad essere quindi sede di un dibattito reso di grandissima attualità dalla concomitanza tra i tagli di bilancio ed il rinnovo del contratto nazionale di lavoro di categoria, scaduto da molto tempo, con conseguente aumento del costo del lavoro, per il sistema provinciale che conta un’ottantina di cooperative sociali, con oltre 1.500 professionisti.
 
Aprendo il convegno, Simone Mattioli, presidente del Consorzio Fuori Margine, ha sottolineato “l’importanza del confronto su questi temi in un momento che vede convivere elementi contraddittori, di crisi del rapporto tra cooperazione sociale ed alcuni enti locali, ma al tempo stesso di un nuovo ruolo da protagonista assunto dalla cooperazione all’interno dei recentemente istituiti Ambiti Territoriali Sociali”.
 
La Provincia di Pesaro e Urbino che, nella nuova legislatura ha istituito una specifica delega alla Cooperazione, ha partecipato all’incontro con gli assessori alla Cooperazione, Massimo Galluzzi e ai Servizi Sociali, Graziano Ilari. Il presidente Palmiro Ucchielli, nel suo saluto, è entrato nel vivo della discussione, sottolineando le difficoltà che la stessa provincia sta registrando nel definire il bilancio preventivo. “Non si può pretendere – ha detto Ucchielli – che la gente lavori gratis perché sta in cooperativa!”
 
Franco Alleruzzo, presidente della cooperativa sociale Labirinto, ha svolto la relazione introduttiva significativamente intitolata “Non c’è più posto per Peter Pan”. La paura di crescere delle cooperative sociali, nell’analisi di Alleruzzo, non è tanto una questione di numeri, di fatturato, di quantità di servizi gestiti o di soci lavoratori occupati; vi è una questione culturale, che riguarda l’idea di impresa, la scelta indifferibile tra essere associazione o impresa.
 “Le cooperative pesaresi – ha affermato Alleruzzo – dovrebbero mettere nella gestione imprenditoriale la stessa grande cura che mettono nella  progettazione ed erogazione dei servizi alla persona”.
 
Anche l’assessore regionale alle Politiche sociali, Marcello Secchiaroli, ritiene che le cooperative sociali non possano e non debbano vivere passivamente le difficoltà di questa fase di continuo ridimensionamento delle politiche di welfare.
 
 “Quando questo processo finirà, – ha sottolineato Secchiaroli -, perché comunque è destinato a finire, resteranno in piedi solo quei soggetti propositivi che non si limitano a giocare il ruolo di pezze di un sistema che continua a vedere nella solidarietà un aspetto marginale; la crisi va affrontata rafforzando la propria identità, non svilendola ”. Secondo Secchiaroli, le numerose iniziative legislative messe in campo in questo ultimo periodo dalla Regione Marche, per difendere la dignità dei lavoratori delle cooperative sociali e per evitare le logica degli appalti al massimo ribasso, non bastano, da sole, a contrastare la crisi che le cooperative sociali, come soggetto fondamentale di un sistema di welfare messo oggi in posizione marginale, stanno vivendo.
 
Anche il sindacato segue con grande interesse questo tema e Simona Ricci, segretaria della Cgil Funzione Pubblica Pesaro e Urbino, ha sottolineato come, dopo molti anni, si è finalmente trovata una strategia comune tra movimento sindacale e centrali cooperative per confrontarsi con gli Enti locali sul sistema di appalti socio-sanitari nella nostra provincia. “I criteri degli appalti, la qualità dell’occupazione, gli standard dei servizi esternalizzati, il rapporto con l’utenza sono temi con cui anche in questi giorni ci siamo confrontati con il Comune di Pesaro – ha affermato Simona Ricci – e per i quali stiamo seguendo attentamente l’elaborazione dei bilanci di previsione degli Enti locali per il 2005”.

26/11/2004





        
  



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