di Giuseppe Capasso

 

Il piccolo centro montano, si prepara a passare alla storia come paese dedito alla coltivazione della patata. Non a caso le richieste da parte dei consumatori e dettaglianti, dopo il boom della Sagra, si fanno sempre più insistenti. Ora, si pone il problema di come far fronte  a quest'impellente necessità. Certo gli agricoltori non erano preparati ad un evento così importante per l’economia del paese.

 

Come pure, l’evento, non poteva passare inosservato all’attenzione degli amministratori che da quanto ci risulta si stanno già adoperando in tal senso. Battistini, di fresca nomina alla guida del paese, replica: “Nostro intento è  quello di creare una “Associazione Produttori di Patate” avvalendoci della collaborazione dell’agronomo Agostini Agostino il quale a suo tempo in collaborazione con la “Comunità Montana del Tronto” si propose con un approfondito ed accurato studio di fattibilità sulla vocazione del territorio alla coltivazione della patata”. Incoraggiati dal buon esito dell’indagine, si è andati oltre.

 

“Ora - ci dice il primo cittadino - cerchiamo di coinvolgere gli agricoltori in questo progetto che presenteremo al Consiglio Regionale Marche per l’appoggio d'ordine economico e finanziario. In questo progetto - conclude Battistini - devono trovare spazio tutti i Comuni sia della Comunità sia di altre Regioni. Necessita creare un fronte unico nell’interesse di tutto il territorio marchigiano”.

 

Come si può notare un progetto quanto mai ambizioso che partito in sordina potrebbe, invece, diventare oggetto di forti investimenti per creare nuove strutture e quindi nuovi posti di lavoro. Ora la “patata bollente” è nelle mani dei burocrati. La speranza di tutti noi è che non si proceda a rilento per motivi burocratici o per… altro. D’altronte, il piatto è appetibile così come sono quelli a base di patate, il tubero per antonomasia.