Al Palazzo dei Capitani nei giorni di venerdì e sabato si svolge un importante incontro nazionale dell’Adi (Associazione Dietetica Italiana Nutrizione Clinica) dove sono presenti i maggiori esperti nel campo della nutrizione

 

I temi trattati riguardano la mal nutrizione e l’obesità, quest’ultima in aumento in tutto il  mondo compresa la nostra città.

 

L’associazione nazionale ha pensato di attivare dei corsi base nella scuola dell’obbligo. Corsi per spiegare agli alunni una sana e corretta alimentazione, una dieta equilibrata in cui si evidenzi che non esiste un alimento che fa ingrassare o fa dimagrire. Considerato ciò è necessario che nell’alimentazione quotidiana siano presenti tutti gli alimenti nella giusta misura e quantità, la quale può variare da individuo ad individuo e fascia di età.

 

Un giusto apporto di alimenti associato ad un’attività fisica possono assicurare un far bisogno energetico normale, equilibrato e quindi sicuro per uno sviluppo del ragazzo.

 

Senza dubbio la dieta mediterranea per sua natura da un giusto apporto calorico e una varietà di nutrienti, sempre che non si ecceda nelle quantità, al contrario abitudini alimentari dell’Europa del Nord e soprattutto degli Stati Uniti d’America sono squilibrate e in particolare sbilanciano la dieta a favore dei trigliceridi (grassi) di origine animale.

 

I giovani si rifugiano nei McDonald per mangiare i famosi panini americani, nelle confezioni di merendine gia pronte, “non bisogno demonizzare la merendina soprattutto se facciamo una giusta attività fisica e non stiamo seduti davanti alla televisione per ore e ore” sottolinea la dott. Paola Nanni.

 

In Italia il problema dell’obesità non interessa solo i giovani ma anche gli adulti tanto da diventare un serio problema per la salute in quanto nasconde delle patologie molto pericolose tra le quali il diabete, l’insufficienza renale, respiratoria, cardiaca ed è anche un costo per la società.

 

Nella conferenza si è dato molto spazio alla mal nutrizione, molto frequente nei paesi sottosviluppati ed anche se può sembrare strano è presente nei paesi ad alto livello di sviluppo industriale.

 

“Sto portando avanti un progetto dove persone colpite dall’ictus ischemico presentano la disfagia (difficoltà a deglutire) - spiega la dott. Paola Nanni - queste persone hanno paura di assumere cibo e ingoiare perché temono che il cibo vada nella laringe anziché nella trachea.

 

La disfagia è una patologia che non è conosciuta ed è sottovalutata. Il progetto attuato dall’azienda Asl 13 prevede un profilo assistenziale del paziente dal domicilio fino all’ospedale, ricorrendo se necessario alla nutrizione artificiale.

 

Quest’ultima è una via diversa della normale alimentazione per via orale. Per esempio il paziente con ictus normalmente è disfagico, non riesce a nutrirsi, un tempo moriva ora non più grazie proprio a questa nutrizione alternativa che viene effettuate tramite un sondino naso-gastrico, sfruttando la via fisiologica, oppure tramite le vie venose che è una nutrizione parenterale. Queste alternative consentono al paziente colpito da ictus di vivere allungo e quindi di non morire più di fame.