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Augusto sull'Isola dei famosi

| Sulla recente fiction televisiva

di emme

Gli Antichi Romani ( quelli che contavano, s'intende…) potevano essere brutti, avidi, prevaricatori, adulteri, sanguinari, capaci di plateali genocidi, piissimi e sacrileghi secondo le circostanze.

La Regina Cleopatra aveva un gran naso e il mento sfuggente, era capace di far ammazzare il fratello con la stessa ovvietà con cui, all'occasione, ammazzò se stessa: il letto ospitale era per lei un accessorio, il lusso sfrenato un'esibizione trionfalistica funzionale ad un disegno politico.

Le donne dei Giulii indossarono come maschere le une i costumi intemerati della matrona romana della leggenda, le altre la sfrenata socialità, una sorta di egualitarismo nella trasgressione che era il segno dei tempi nuovi. Tutte "fecero politica", spesso con maggior astuzia e ferocia degli uomini.

Caio Giulio Cesare Ottaviano, poi <Augusto>, forse figlio naturale del grande Cesare che sembra non disdegnasse la nipote Azia sposata ad un plebeo, non era uno sprovveduto contadino, ma un ragazzo che a 12 anni aveva pronunciato l'orazione funebre per la nonna Giulia davanti al Senato. Sapeva di greco e di latino e di filosofia e ci metteva di suo un'intelligenza ed un'astuzia fuori del comune.

Miglior politico di tutti, inventò il compromesso storico chiamato " Principato" che, per un certo periodo, funzionò abbastanza bene. Meglio era difficile fare. Quando lo stesso Augusto, tramite  Virgilio, si domandava il perché della fortuna di  Roma, abborracciava a favore del colto e dell'inclita, una bella, quanto inconsistente spiegazione con i noti versi del suo presunto antenato Giulio Proculo ( per i ginnasiali : " Te romane memento regere imperio populos. Debellare superbos, parcere subiectis").

Marco Tullio, detto Cicerone, aveva un ego smisurato, ma si portava appresso, con un bagaglio culturale immenso, le notti agitate per i Cittadini fatti uccidere senza appello al tempo di Catilina.

Marco Antonio, amava il vino, le donne e il potere, ma era un generale coraggioso e di talento, di quelli che possono comandare un corpo d'armata, ma posti al comando di un esercito falliscono. Aveva anche il sogno , tutto orientale, di una Monarchia Universale per diritto e derivazione degli Dei e questo ai Senatori non gli andava giù. Specie dopo che aveva perso una guerra contro i Parti.        

Di questi e di altri coevi  personaggi si può dire - e si disse – tutto il  male possibile ed immaginabile, ma non che fossero ridicoli. Avevano, tutti, sia pure con ottiche diverse, il senso dello Stato.La loro vicenda biografica non a caso è un dramma che ha ispirato Shakespeare, non una commedia e si capisce perché: essi plasmarono il mondo per alcuni secoli a venire e dettero fino alle nostre generazioni un modello umano da imitare.

 Ma la RAI-TV è riuscita a ridicolizzarli. Dopo un improbabile "  Cesare", ci ha propinato un'inedita versione di " Dallas", con un Augusto  tenuto per le bande da un fatuo cinedo ( povero " Mecenas, atavis edite regibus…", cantato da Orazio!), un Cicerone che  pare disegnato sulla caricatura di un principe del Foro secondo Daumier, un Agrippa del quale non si ricorda nemmeno che, oltre un acquedotto, fece anche il Pantheon, e scusate se è poco.

A far da corona, una squinzia da discoteca che certamente non è la Cleopatra  coltissima fascinatrice che si alleò con Cesare e con Antonio. Le fa péndant una Livia Drusilla, terribile prototipo delle donne dei Giulio- Claudi, della quale si capisce ben poco ( v. che giudizio ne dà Tacito nel V L. degli Annali: < austera come le antiche matrone; troppo affabile al paragone di quelle,  madre imperiosa, moglie conciliante, pronta ad adattarsi agli intrighi del marito come alle dissimulazioni del figlio…>, ma, anche < Funesta ai Cesari come matrigna…> ).

Abbiamo visto un Tiberio, che, nella realtà, era forse un po' complessato, ma politico finissimo, mascherato da deficiente, una Giulia che non lo vuol sposare ed invece proprio lei gli aveva messo gli occhi addosso, prima di Augusto e via sulla stessa corda.

Il tutto servito in una Roma di  polistirolo e negli interni del Palatium augusteo ornati da un fregio pompeiano 2° stile che comparirà solo 50 anni dopo i fatti narrati. E non parliamo di altri errori banali, come il gladium appeso al fianco sinistro dei legionari ( è possibile che, con tanti consulenti, nessuno gli abbia detto che invece lo  portavano a destra perché a sinistra c'era lo scudo?).

         Capisco e compatisco: la scuola funziona poco e non dà cultura; la vita d'oggi è troppo accelerata per potersi fermare a riflettere sul passato e, quando si può fare, è troppo tardi. Ci sono mille ragioni valide per spiegare lo scadimento culturale che viviamo.Ma la RAI-TV deve proprio infierire e metterci del suo? –
Se la risposta è Si, aspettiamo una " fiction" che porti Cesare, Augusto e i loro mogli, figli , amanti dell'uno e dell'altro sesso a svernare sull'Isola dei Famosi

         n.d.A.: è  in preparazione, della stessa serie, un " Nerone".

Che gli Dei ci proteggano!.                          

05/12/2003





        
  



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