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Quattro anni moriva l'uomo di mare Pier Cesare Gobbi

| Intervista a Gabriele Cavezzi dell'Istituto Cimbas di San Benedetto del Tronto.

di Konéro

Il 23 febbraio del 1999 moriva Pier Cesare Gobbi, uomo di mare, sambenedettese, anche se nato a Bologna nel 1925. Capitano di lungo corso, comandante di pescherecci, sindacalista, poliedrico per interessi culturali e per carattere umano, autore di libri fatti in casa, "maestro" per molti nella sua città. Ne parliamo rapidamente con il Presidente dell'Istituto per la storia della civiltà marinara "Cimbas" di San Benedetto, il signor Gabriele Cavezzi.

Sig. Cavezzi lei ha conosciuto Gobbi. Chi era Pier Cesare?
Pier Cesare Gobbi, "Cecè" per gli amici, era un personaggio complesso, proprio per la sua estrema semplicità. Coerente con i suoi principi ed i suoi pensieri, nelle parole e
nei comportamenti, sino alla fine. Per questo forse anche scomodo.

Sembra che il ricordo di questo piccolo ma straordinario personaggio marchigiano stenti a superare i limiti della sua città. Eppure parlandone con pescatori ed uomini di mare egli si rivela per un uomo, come dire, completo da ogni punto di vista, il che spesso è tipico degli autodidatti.
Secondo lei è un personaggio da indicare alle future generazioni? E' un uomo la cui attività merita una riscoperta critica anche in ambiti storico-antropologici? Ma, soprattutto, merita un riconoscimento a livello regionale?
La sua persona ha rappresentato un momento di contraddizione in un contesto condizionato da ipoteche sociali e politiche, da sudditanze ed ipocrisie, schierandosi sempre dalla parte dei più deboli, nella fattispecie i pescatori. Ha cercato di riscattare la categoria degli uomini di mare dalle loro condizioni di arcaica sottomissione a rapporti di lavoro fondamentalmente iniqui, dalle loro manchevolezze tecniche, rispettandone nel contempo le personalità ed i
ruoli, soprattutto le singole storie, aiutandoli a crescere e ad acquisire consapevolezze.

Per concludere?
Non so se è possibile, nel contesto in cui viene a trovarsi la cultura della memoria, compiere uno sforzo per additarlo a figura rappresentativa di un tempo e di uno spazio come quelli che vengono definiti della "pesca atlantica". Ma certamente "Cecè" resterà a lungo nel cuore di quanti hanno onestà intellettuale per indicarne l'opera e l'impegno, tramandandone i significati, almeno nella sua città. Noi l'abbiamo annoverato da tempo tra i personaggi "simbolo" della storia della civiltà marinara picena.  Speriamo di poter fornire ancora ulteriori prove della sua unicità, dopo la pubblicazione del volume "Pesca Oceanica", con l'edizione di altri suoi scritti, ma ci sentiamo troppo soli in questa attesa.

21/03/2003





        
  



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