La protesta davanti a Montecitorio degli allevatori colpiti dal terremoto
| Roma, gli allevatori colpiti dal terremoto protestano oggi davanti a Montecitorio per far valere i loro diritti
di Martina Marini
Protesta degli allevatori a Montecitorio
Sono già centinaia gli agricoltori e gli allevatori della Coldiretti arrivati dalle aree terremotate di Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio a Roma davanti Piazza Montecitorio, dove pascolano anche alcune pecore.
Ci sono anche i Sindaci dei Comuni colpiti.
I cartelli degli agricoltori denunciano "Ho perso gli animali, non la dignità", "Senza agricoltura Arquata muore" o "Meno chiacchiere più stalle", "A.A.A. Cercasi normalità". Ma ci sono anche striscioni della Coldiretti "La burocrazia uccide più del terremoto" o "L'Italia migliore merita giustizia", assieme a un "Coraggio Italia".
Un grande tavolo è stato apparecchiato con i prodotti locali salvati dalle macerie, dalle lenticchie di Castelluccio al ciauscolo, dal pecorino Amatriciano a quello di Farindola e molto altro, che rischiano ora di sparire per le difficoltà del mercato locale provocate dalla crisi del turismo e dallo spopolamento dovuto dalla distruzione causata dal terremoto, ma anche ai ritardi nella costruzione degli alloggi temporanei.
E' presente anche il presidente nazionale della Coldiretti Roberto Moncalvo, per incontrare il presidente del Senato Piero Grasso, mentre la Presidente della Camera Laura Boldrini ha dovuto annullare l'incontro dopo essere stata operata d'urgenza.
A poco più di sei mesi dalla prima scossa di terremoto del 24 agosto nel centro Italia, si conta una vera strage di oltre diecimila animali morti, feriti e abortiti, per l'effetto congiunto delle scosse e del maltempo, che hanno fatto crollare le stalle e costretto gli animali al freddo e al gelo e molte morti.
Ad oggi quasi 9 animali "sfollati" su 10 (l'85%) non possono essere ospitati nelle stalle provvisorie annunciate e gli allevatori - sottolinea la Coldiretti - non sanno ancora dove ricoverare mucche, maiali e pecore sopravvissuti, costretti al freddo, con il rischio di ammalarsi e morire, o nelle strutture pericolanti, mentre si è ridotta del 30% la produzione di latte per lo stress provocato dal freddo e dalla paura delle scosse.
In difficoltà sono pure le coltivazioni, dai pregiati ulivi "Doc" alle rinomate produzioni di cereali e legumi. Il patrimonio di ulivi delle aree terremotate dell'Abruzzo è stato praticamente decimato dall'effetto del maltempo, con quasi 1 milione di piante d'olivo a terra.
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07/03/2017
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