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Le opere di Messora alla libreria Del Monte

Castelfidardo | La natura dell'appennino modenese diventa lo scenario dei quadri in mostra

di Andrea Carnevali

Qualche volta ci capita di dire cose antiquate, di pensare al tempo presente come se non ci si fossimo, ancora, distaccati dal passato o da qualche ricordo, e in realtà nessuno può allontanarsi del tutto dal passato che è costituito da un’infinità di cose: dalla memoria, dalle origini, familiari, dagli studi, dalle cose lette o viste. Cristina  Messora  ha voluto utilizzare la carta per raccontare e sue esperienze del passato che ritornano a rivivere grazie al colore e ai segni neri che attraversano la superficie de quadro. Il ricordo del padre è il tema di questa esposizione che si articola in diversi momenti: s’incomincia dalla visita medica, dall’autoritratto, dal viaggio in motocicletta,  fino al timore di perdere la libertà. La figura paterna raccontata, attraverso i dipinti, può diventare un’occasione per ritornare a riflettere sul rapporto tra padre e figli nella società odierna. L’artista ha creato una vera e propria scenografia di grande impatto visivo, fatta di fasci di luce che investono l’intera storica libreria Del Monte. Molto interessante è l’uso della carta trasparente sulla superficie dei soggetti ritratti che danno al quadro un certo ritmo e una certa eleganza. I ricordi esposti sono capaci di catturare tutta l’intima e inesauribile essenza di un mondo miracolosamente sospeso tra presente e passato.

 

Il colore di Markus Rotkowičs,  le inquadrature grandangolari di regista Maurice Cloche e le  convergenze del Simbolismo e del Cubismo nell’opera di Klee sono i modelli culturali e pittorici che la pittrice modenese ha seguito in questi anni. Tuttavia la libertà di esprime le sue emozioni  e di reinterpretare la forma hanno favorito la creazione dei dieci momenti, dedicati  alla sua infanzia,  dal titolo “Narratio in charta”. Le comparazioni sono state realizzate su supporti di carta mentre nello stile  si avverta l’influenza dell’innovazione degli artisti della Successione viennese.

Cristina si sente attratta prima dalla grafica per la scoperta della luce e del colore, l’artista procede in mezzo ad essa come una ricercatrice solitaria Ciò fa penare a una sorta di vicinanza alle composizione di Magdalo Mussio che rappresenta per lei un maestro del linguaggio astratto. Le installazione di Messora hanno, infatti,  delle estensioni non verbali che vengono accompagnate in questa mostra dai tanti libri esposti nella libreria Del Monte di Macerata. La metafora di una dolente condizione umana dove il dolore si fa sentire forte, è affidata all’espressività autonoma della materia, l’inarrestabile vicenda esistenziale dell’uomo che deve ritornare a essere presente nella vita di tutti i giorni e insieme  agli altri. Nonostante il dolore del distacco che la memoria, a volte ingigantisce, l’uomo è costretto a ritornare a pensare, a scrivere e a disegnare. Il risultato è  materico come nella pittura e  può diventare una tenace esplorazione antropo-geologica dei ricordi o magicamente animate per mezzo della sua mano e del colore.

La sognata reinvenzione del mondo nei dipinti di Cristina Messora ha forme essenziali, colori luminosi, segni neri che attraversano la superficie dei quadri e tante vibrazioni che diventano segni intensissimi cui sui la pittrice vuole articolare i discorsi del suo passsato. Le opere, che racconto di un viaggio in Francia, veranno esposte alla Casa Vinicola Garofoli, dal prossimo 18 marzo al 29 aprile. E l'allestimento è diviso in tre sezioni: "Le distanze tra i filari", "Storia di carta" e "Una passeggiata tra i filari". Grazie alla collaborazione della Fondazione Marino Piazzolla, è stato organizzato una "Omaggio a Marino Piazzolla", letture di Riccardo Bravi.           

 

Mostra: 4 - 18 marzo 2017 - Del Monte, Macerata

 

 

 

13/03/2017





        
  



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