CORNA D'ORO - CAPITOLO 1
Ascoli Piceno | Inizia da oggi la collaborazione con Cècile Belle per alcune "pillole erotiche"
di Cècile Belle
"Corna d'oro" - sussurravano i vecchi del paese e mentre il marito camminava a passo veloce tenendo sottobraccio la bella moglie.
"Corna d'oro" - dicevano tra di loro gli sfaccendati seduti davanti il negozio del barbiere della piazza aperto la domenica. E lui raddrizzava il mento e contraeva i muscoli del collo per meglio sostenere quel prezioso peso che sopportava senza fatica.
Ogni giovedì pomeriggio la Balilla nera con le cromature inzaccherate dal fango si fermava davanti la porta di casa sua e il medico oculista strombazzava le note del suo clacson.
La sua bella donna lo aspettava da ore, vestita a festa con il vestito a fiori che lasciava vedere il seno sodo e procace, i fianchi stretti e il suo didietro ogni anno più largo e burroso.
Lei scendeva veloce le scale, le labbra colorate di rosso erano aperte al sorriso come il cofano della Balilla da cui dalla strada le vicine potevano ben vedere cesti di frutta, verdura e le uova nella scatola perché non si rompessero e le galline vive ma con le zampe legate che con goffi movimenti cercano inutilmente di uscire da quella condizione tragica e poco dignitosa.
"Ehi bella donna", urlava il medico e lei senza nascondere nulla della sua sensualità, con la schiena dritta e le anche ondeggianti trasportava i cesti in casa.
"Cesì vuoi che t'aiuto" - "Noo, non te sta a preoccupà ce la faccio da sola" - "Sei tosta " sorrideva il dottore e con la mano destra le tastava una chiappa.
"Eh su dottò dottò che fai!" e lei rideva e guardava le vicine e ancheggiava e saliva le scale. E lui le andava dietro con una gallina a testa in giù tra le mani.
" Corna d'oro" spettegolavano le vicine, invidiose verso Cesira che se la spassava con il suo dottore.
Quando la Balilla lasciava la strada del paese, Corna d'oro salutava gli amici della piazza e tornava a casa dove sapeva che la bella moglie gli avrebbe preparato il pollo con le patate.
Il profumo inconfondibile che proveniva dal forno acceso in cortile guidava i suoi pensieri semplici e mesti, si sentiva in pace con la sua coscienza. Lui sapeva che anche qualcuno dei suoi amici aveva le corna.
Le corna di Felì, ad esempio, lui le conosceva bene perché quel periodo che Felì era andato imbarcato per due mesi, era stato lui stesso ad accompagnare la moglie alle fonti del Paese Alto e a riportare le lenzuola profumare di sapone a casa sua.
Ma lui non aveva niente da regalare e poi perché farlo. E quindi le corna di Felì erano corna e basta. Le sue, invece, avevano un senso. Di questo era convinto.
Il dottore, in collina, aveva un sacco di terreni, ogni settimana lasciava la clinica sul lungomare e con la Balilla faceva un giro di controllo delle sue proprietà. A fine giro la macchina era piena e con le sospensioni basse se ne tornava verso la costa.
Il dottore era generoso e ogni volta si fermava a casa loro a lasciare polli, verdura e ogni ben di dio. Che male c'è?
L'unico suo cruccio era che il dottore trovasse un'altra fantella, magari giovane e non venisse più a casa loro.
Ma il profumo del pollo con le patate aveva saturato la via, "Corna d'oro" si scrollò di dosso questi tristi pensieri e salì veloce le scale di casa. "Bella donna è pronto il pranzo?"
P.S. FOTO RICAVATA DA ENRICOBRIGNANO.IT
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31/01/2015
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