Intervento di Antonio Canzian sulla sanità marchigiana
Ascoli Piceno | "Credo sia giusto che i cittadini conoscano compiutamente il senso delle scelte che si stanno faticosamente compiendo nella riorganizzazione della sanità marchigiana".
di Antonio Canzian

Antonio Canzian
Tutti concordano nel fatto che la Sanità del futuro prossimo (5-10 anni) sarà costituita da pochi ospedali per acuti dotati di tutte le tecnologie avanzate per la diagnostica (Tac, Rmn, Pet, Angiografia, ecc.), molte strutture extra-ospedaliere (case della salute, strutture per la lungodegenza, residenze sanitarie per anziani, strutture territoriali per pazienti psichiatrici, ecc.) ed una efficiente e capillare rete per l'emergenza sanitaria. In tale contesto il numero dei reparti e dei posti-letto vengono stabiliti in relazione alla popolazione residente e a precisi criteri ampiamente condivisi dalla comunità scientifica.
Un esempio per tutti: è dimostrato che la qualità di una prestazione sanitaria, chirurgica e non, dipende dal volume di attività annua che quel singolo professionista e quell'equipe chirurgica svolgono, dalla dotazione tecnologica della struttura, dal modello organizzativo adottato. Queste sono le ragioni per cui, ad es., tutti concordano nel fissare in almeno 1000 nascite/anno il parametro a cui tendere per singola struttura ospedaliera, o del perché sia necessario riconvertire alcune chirurgie (ne abbiamo attualmente 22!) e così via.
Questo percorso e questi obiettivi sono finalizzati ad assicurare la migliore qualità delle prestazioni per i pazienti. In altre parole: oggi la buona o la cattiva sanità si misura non dall'avere l'ospedale sotto casa, ma se si ha un ottimo ospedale, con ottimi operatori (medici e non) e un'ottima dotazione tecnologica. Questo, in sintesi, il senso della riforma che stiamo affrontando. Indubbiamente la drammatica crisi finanziaria ci obbliga ancor più ad accelerare un percorso che avremmo potuto e dovuto iniziare anni fa!
Veniamo alla nostra Area Vasta. certamente alcuni recenti interventi di politici e sindacati hanno creato molta confusione ed allarme tra i cittadini. Si è partiti con informazioni del tipo "chiude la Nefrologia", "perdiamo il primario di Anatomia Patologica", "chiude la Psichiatria", "chiude la Radioterapia", tutte assolutamente prive di fondamento. Anzitutto, fin quando avremo due ospedali distinti, la riorganizzazione ospedaliera comporta necessariamente il superamento di alcune duplicazioni (Neurologia, Psichiatria, Otorino, Oculistica, ecc.), ma decidendo di concentrarli o ad Ascoli o a SBT mantenendo tutti i posti-letto previsti in rapporto alla popolazione. Questo richiede che tutti si facciano carico di superare campanilismi e resistenze che sembrano per la verità più legate alle esigenze degli operatori (medici e non!) che non a quelle dei pazienti.
Oggi il compito più difficile è proprio ragionare in termini di Area Vasta distribuendo alcuni reparti tra i due ospedali in modo equo, ragionevole e secondo criteri oggettivi. Questo consentirebbe anche di recuperare personale soprattutto infermieristico.
Per quanto attiene al "caso" Psichiatria occorre sapere che la comunità scientifica è concorde sulla necessità di avere, tra ospedale e territorio, un posto-letto ogni 10.000 abitanti.
Questo corrisponde, per la nostra Area Vasta, a 22 posti-letto. Nella riorganizzazione proposta i posti-letto complessivi sono 40 (18 oltre lo standard!) di cui 20 territoriali e 20 ospedalieri (16 a SBT e 4 ad AP), spostando sostanzialmente la degenza ospedaliera a SBT, così come per altre specializzazioni si è fatta o si farà la scelta in direzione opposta (Oculistica e Otorino). Peraltro, in questo caso, sono sorpreso dalla posizione della CGIL (a cui sono iscritto!) che strenuamente difende i posti-letto ospedalieri quando, da ormai alcuni decenni, non solo la Sinistra e la stessa CGIL, ma tutti sostengono la necessità, al contrario, di deospedalizzare il paziente psichiatrico e di potenziare le strutture territoriali. Anche in questo caso, forse, si è prestata più attenzione alle esigenze di qualche operatore che non ai pazienti!
E' davvero monotono il piagnisteo del Piceno trascurato a vantaggio del nord delle Marche. La spesa pro-capite per Area Vasta, un dato oggettivo ed inconfutabile, negli ultimi tre anni colloca l'AV5 dopo quella di Ancona (che però comprende l'ospedale Torrette che è al servizio di tutta la regione) e Macerata e prima di Pesaro e Fermo. Di che cosa si parla dunque? Anche per quanto riguarda poi i numeri recentemente sbandierati relativi agli investimenti 2012-2014che vedrebbero la sanità picena penalizzata, essi sono contenuti nella determina ASUR n. 777 del 2012 e rappresentano una semplice proposta non ancora validata dalla Giunta Regionale!
E' comunque bene ricordare che hanno poco significato i valori in assoluto se non rapportati al numero di abitanti: è evidente che Ancona con i suoi 486mila abitanti avrà, in assoluto, risorse maggiori di Ascoli che ne conta 210mila!
Reale è invece la sofferenza relativa al personale. Nel biennio 2012-13 non solo noi, ma anche le altre AV hanno fatto grandi sacrifici: da questo punto di vista ora si può e si deve fare di più soprattutto per stabilizzare il personale a tempo determinato. Su questo c'è l'impegno della Giunta regionale a partire dal gennaio prossimo.
Certamente, in una riorganizzazione così complessa e per di più dopo un taglio di trasferimenti statali di 200 mil. di euro nell'ultimo biennio, le criticità, gli ostacoli, le difficoltà sono evidenti. Ma proprio per questo ora occorre spingere per attuare le scelte programmate.
Infine, a chi, come Cipollini, ritiene "incapaci i nostri politici a rappresentarci al tavolo regionale" dico: "può anche essere"! Ma a chi pensa di fare politica travestito da sindacalista faccio notare che è facile parlare di lavoro senza aver mai lavorato o parlare di sanità per sentito dire. Molto più difficile è assumersi la responsabilità delle scelte soprattutto in un periodo difficilissimo come l'attuale: questo mi sembra siano davvero in pochi a farlo!
Un esempio per tutti: è dimostrato che la qualità di una prestazione sanitaria, chirurgica e non, dipende dal volume di attività annua che quel singolo professionista e quell'equipe chirurgica svolgono, dalla dotazione tecnologica della struttura, dal modello organizzativo adottato. Queste sono le ragioni per cui, ad es., tutti concordano nel fissare in almeno 1000 nascite/anno il parametro a cui tendere per singola struttura ospedaliera, o del perché sia necessario riconvertire alcune chirurgie (ne abbiamo attualmente 22!) e così via.
Questo percorso e questi obiettivi sono finalizzati ad assicurare la migliore qualità delle prestazioni per i pazienti. In altre parole: oggi la buona o la cattiva sanità si misura non dall'avere l'ospedale sotto casa, ma se si ha un ottimo ospedale, con ottimi operatori (medici e non) e un'ottima dotazione tecnologica. Questo, in sintesi, il senso della riforma che stiamo affrontando. Indubbiamente la drammatica crisi finanziaria ci obbliga ancor più ad accelerare un percorso che avremmo potuto e dovuto iniziare anni fa!
Veniamo alla nostra Area Vasta. certamente alcuni recenti interventi di politici e sindacati hanno creato molta confusione ed allarme tra i cittadini. Si è partiti con informazioni del tipo "chiude la Nefrologia", "perdiamo il primario di Anatomia Patologica", "chiude la Psichiatria", "chiude la Radioterapia", tutte assolutamente prive di fondamento. Anzitutto, fin quando avremo due ospedali distinti, la riorganizzazione ospedaliera comporta necessariamente il superamento di alcune duplicazioni (Neurologia, Psichiatria, Otorino, Oculistica, ecc.), ma decidendo di concentrarli o ad Ascoli o a SBT mantenendo tutti i posti-letto previsti in rapporto alla popolazione. Questo richiede che tutti si facciano carico di superare campanilismi e resistenze che sembrano per la verità più legate alle esigenze degli operatori (medici e non!) che non a quelle dei pazienti.
Oggi il compito più difficile è proprio ragionare in termini di Area Vasta distribuendo alcuni reparti tra i due ospedali in modo equo, ragionevole e secondo criteri oggettivi. Questo consentirebbe anche di recuperare personale soprattutto infermieristico.
Per quanto attiene al "caso" Psichiatria occorre sapere che la comunità scientifica è concorde sulla necessità di avere, tra ospedale e territorio, un posto-letto ogni 10.000 abitanti.
Questo corrisponde, per la nostra Area Vasta, a 22 posti-letto. Nella riorganizzazione proposta i posti-letto complessivi sono 40 (18 oltre lo standard!) di cui 20 territoriali e 20 ospedalieri (16 a SBT e 4 ad AP), spostando sostanzialmente la degenza ospedaliera a SBT, così come per altre specializzazioni si è fatta o si farà la scelta in direzione opposta (Oculistica e Otorino). Peraltro, in questo caso, sono sorpreso dalla posizione della CGIL (a cui sono iscritto!) che strenuamente difende i posti-letto ospedalieri quando, da ormai alcuni decenni, non solo la Sinistra e la stessa CGIL, ma tutti sostengono la necessità, al contrario, di deospedalizzare il paziente psichiatrico e di potenziare le strutture territoriali. Anche in questo caso, forse, si è prestata più attenzione alle esigenze di qualche operatore che non ai pazienti!
E' davvero monotono il piagnisteo del Piceno trascurato a vantaggio del nord delle Marche. La spesa pro-capite per Area Vasta, un dato oggettivo ed inconfutabile, negli ultimi tre anni colloca l'AV5 dopo quella di Ancona (che però comprende l'ospedale Torrette che è al servizio di tutta la regione) e Macerata e prima di Pesaro e Fermo. Di che cosa si parla dunque? Anche per quanto riguarda poi i numeri recentemente sbandierati relativi agli investimenti 2012-2014che vedrebbero la sanità picena penalizzata, essi sono contenuti nella determina ASUR n. 777 del 2012 e rappresentano una semplice proposta non ancora validata dalla Giunta Regionale!
E' comunque bene ricordare che hanno poco significato i valori in assoluto se non rapportati al numero di abitanti: è evidente che Ancona con i suoi 486mila abitanti avrà, in assoluto, risorse maggiori di Ascoli che ne conta 210mila!
Reale è invece la sofferenza relativa al personale. Nel biennio 2012-13 non solo noi, ma anche le altre AV hanno fatto grandi sacrifici: da questo punto di vista ora si può e si deve fare di più soprattutto per stabilizzare il personale a tempo determinato. Su questo c'è l'impegno della Giunta regionale a partire dal gennaio prossimo.
Certamente, in una riorganizzazione così complessa e per di più dopo un taglio di trasferimenti statali di 200 mil. di euro nell'ultimo biennio, le criticità, gli ostacoli, le difficoltà sono evidenti. Ma proprio per questo ora occorre spingere per attuare le scelte programmate.
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