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Alfiero Barnabei, Presidente di Confindustria Teramo, analizza la situazione economica provinciale.

Teramo | Gli indicatori economici regionali rilevano oggi una economia provinciale aprutina ancora bloccata e in difficoltà. L’analisi della situazione è affidata a Confindustria Teramo. I dati sono eloquenti. Occorre un Progetto Abruzzo per fare Sistema.

di Nicola Facciolini

Certamente gli indicatori economici regionali rilevano oggi una economia provinciale aprutina ancora bloccata e in difficoltà. L'analisi della situazione è affidata a Confindustria Teramo che, per bocca del suo Presidente Alfiero Barnabei, rivela che "difficoltà che si sono registrate per tutto il 2007, specie nell'ultimo trimestre, e hanno trovato conferma anche nei primi sei mesi del 2008.

I settori in affanno sono: tessile-abbigliamento, pelli e cuoio, legno/mobile, alimentare e metalmeccanico. Le sole eccezioni riguardano prevalentemente i comparti innovativi". È questo il quadro delineato dal presidente Barnabei nel corso dell'annuale assemblea dei soci. Secondo i dati riferiti alla provincia di Teramo, il presidente ha infatti rilevato "una situazione di incertezza con debolissimi segnali di inversione di tendenza rispetto all'anno precedente".

Nel corso del 2007, le ore di cassa integrazione ordinaria sono state pari a 506.242 (rispetto all'anno precedente si è registrata una flessione del -17,5% ), mentre le ore di cassa integrazione straordinaria sono state 1.054.240 (rispetto all'anno precedente sono aumentate del 19,6%). "L'incremento della cassa integrazione straordinaria - ha detto Barnabei - è un segnale che preoccupa perché significa che diverse crisi temporanee si sono trasformate in crisi stabilizzate, con pesanti ripercussioni sul piano dell'occupazione". Il tasso di disoccupazione è rimasto pressoché invariato rispetto all'anno precedente, attestandosi intorno al 6,5%, così come il tasso di occupazione è fermo al 59,3%. Gli indicatori mettono in evidenza la contrazione delle esportazioni (-2,5%) e delle importazioni (-2,3%).

"Non è solo la nostra provincia a mostrare segnali negativi - ha detto Barnabei -, è il Paese che si trova in una situazione di difficoltà. D'altra parte, il nostro è un Paese che non cresce e quest'anno ci ritroviamo ancora con un Pil prossimo allo zero. Le motivazioni sono note a tutti: scarsa competitività di alcune imprese che impiegano in maniera rilevante la manodopera; scarsa propensione delle imprese di piccole dimensioni alla ricerca ed alla innovazione; mancanza di spirito di aggregazione da parte delle imprese; concorrenza internazionale sempre più agguerrita e incisiva". A fronte di qualche debole segnale di riduzione delle tasse registratosi a livello nazionale (ad esempio la riduzione del cuneo fiscale), l'Abruzzo sopporta una tassazione IRAP superiore alle altre regioni.

"Questo non fa altro che penalizzare la competitività nel nostro sistema produttivo - ha affermato Barnabei - e nella nostra regione il sistema produttivo oggi si sta facendo carico di dissesti, come la sanità, generati da altri e non certamente dagli imprenditori". Secondo Barnebei occorre un "Progetto Abruzzo" chiaro e semplice per evitare alla nostra regione il dissesto irreparabile. "Basta con gli sprechi ingiustificati, società a partecipazione regionale senza precisi obiettivi di sviluppo. Basta con i Consigli di amministrazione creati più per distribuire incarichi politici che per fare il bene della collettività e delle imprese. Basta con una politica di sprechi nel settore della sanità che ha ridotto la nostra regione a vera regione Cenerentola. Questa non è la politica che vogliamo, questa non è la politica che va nella logica dello sviluppo e della crescita. Occorre un vero segnale di cambiamento. Per essere competitivi occorre lavorare in una logica di sistema e tutti devono fare la propria parte".

Barnabei ha indicato le problematiche da affrontare: dall'internazionalizzazione alla formazione, dalle politiche dell'innovazione alle infrastrutture, dalle relazioni industriali all' energia, "tutti settori che meritano la massima attenzione, specie in questo momento di grave crisi non solo economica, ma anche istituzionale". "Mi riferisco, in particolare - ha detto il presidente di Confindustria Teramo -, alla grave situazione che si è determinata in seno alla Regione Abruzzo a seguito dell'inchiesta giudiziaria sulla sanità. Inchiesta, tuttora in corso, molto delicata sia per la gravità delle contestazioni, sia per i riflessi che questa crisi può determinare sul mondo produttivo.

Premesso che fino alla conclusione dei vari gradi di giudizio nessuno può essere considerato colpevole, tuttavia i reati contestati sono di una gravità senza precedenti e, se troveranno piena conferma, avremo di fronte una regione che nei prossimi anni non avrà risorse per fare investimenti e, cosa ancor più grave, una regione che potrebbe registrare ulteriori difficoltà nel comparto produttivo e commerciale. Per ciò che è accaduto non ci sono giustificazioni. Siamo stati governati da una classe politica inadeguata che ha avuto solo il merito di aver riportato l'Abruzzo indietro di 20 anni". Nel suo intervento Barnabei ha speso anche qualche considerazione specifica sulle infrastrutture e sul turismo, nel primo caso ringraziando gli amministratori degli enti locali (in particolare Comune e Provincia di Teramo) per l'apertura della Teramo-Mare fino a Mosciano e augurandosi tempi brevi per il completamento degli altri progetti viari (Pedemontana Abruzzo-Marche e Lotto Zero) e, nel secondo caso, auspicando una programmazione condivisa ed un impiego ottimale delle poche risorse disponibili insieme alla Provincia, alla Camera di commercio e alle altre associazioni imprenditoriali.

"Il mio impegno di Presidente sta per concludersi - ha detto Barnabei -, l'anno prossimo terminerà il mio mandato. A norma di statuto nei primi mesi del 2009 si darà corso agli adempimenti per il rinnovo della Presidenza, del Consiglio e della Giunta. Questi anni per me sono stati anni importanti, di crescita professionale e di vicinanza a tutta l'imprenditoria provinciale. Sono convinto che continuerete a darmi il coraggio ed il giusto sostegno in questo ultimo anno di Presidenza per realizzare un altro importante obiettivo, ovvero iniziare un percorso con le altre associazioni imprenditoriali per la unificazione della Rappresentanza, così come già avvenuto in altre Associazioni del Sistema Confindustria. E' un progetto ambizioso e difficile, ma non possiamo non provarci se vogliamo lavorare veramente in una logica di sistema, con significativi abbattimenti dei costi gestionali e sensibili miglioramenti degli indici di efficienza e produttività".

Dunque, siamo in piena recessione economica: il Pil italiano non cresce ma diminuisce e non solo per colpa degli Abruzzesi. Subiamo, infatti, gli effetti dei mercati esteri "drogati" da eccessivo pessimismo all'indomani dell'11 settembre 2001, della crisi dei "subprime" statunitensi e dell'apparente panacea dell'immissione di enormi fiumi di liquidità nei mercarti internazionali. E, soprattutto, dall'ingresso della grande Cina nel "global trade". Per uscire dalla crisi economica mondiale (e ne usciremo), gli accordi di Bretton-Woods vanno riscritti insieme al Celeste Impero: lo dicono i più grandi economisti Premi Nobel.
Non servono convegni, servono progetti concreti, piani strategici che il nuovo Presidente della Regione Abruzzo, grande esperto di economia, dovrà necessariamente creare.  

27/09/2008





        
  



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