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"Chiuso causa canone"

Ascoli Piceno | La nuova stangata rischia di far morire centinaia di piccole e medie imprese balneari

E' questo lo slogan della Manifestazione promossa dai balneatori di Marche, Abruzzo e Molise (alla quale aderiscono anche quelli dell'Emilia Romagna) che si terrà il 18 gennaio alle 10,00 presso il Sea Lion Hotel (zona grandi alberghi) di Montesilvano (PE).

Gli operatori balneari, nonostante le tante traversie, sperano ancora di poter far valere le loro ragioni nei confronti del Governo, sollecitando maggiore attenzione sulla questione dei canoni demaniali anche da parte delle Regioni. Essi ben ricordano che, con la Finanziaria approvata il 27 dicembre 2006, il Parlamento ha posto fine all'incredibile pretesa di aumentare i canoni demaniali del 300% con effetto retroattivo, introducendo anche una disciplina meritevole di ulteriori aggiustamenti.

Purtroppo, la nuova normativa ha anche prodotto una disparità di trattamento e una condizione di svantaggio economico tra concessioni con immobili di facile o di difficile rimozione.

Mentre i concessionari con immobili di facile rimozione hanno avuto aumenti di poco superiori al 40% (equi), quelli con immobili di difficile rimozione si sono trovati, con l'introduzione del concetto di "affitto", nella condizione di subire aumenti incredibili, fino al 1.200% dei canoni demaniali.

Le Confesercenti di Marche e Abruzzo, Molise e di Emilia Romagna protestarono vivacemente contro questi aumenti, già in sede di discussione della Legge Finanziaria 2008, chiedendo di eliminare questa grossa ingiustizia, formulando peraltro alcune richieste che, pur accolte da Governo, non sono state recepite per pregiudiziali di natura politica.

LA REGIONE MARCHE, poi, a questa serie di aumenti indiscriminati ha aggiunto un ulteriore aggravio con un'addizionale del 10%, che porta un grave danno ai concessionari.

La Fiba Confesercenti chiede in proposito alla Regione di rimodulare questa addizionale. La Confesercenti protesta fermamente per il modo indifferenziato con cui si sta procedendo, senza un minimo di confronto, con richieste di pagamento di cifre stratosferiche e chiede un tavolo di discussione per rivedere i conteggi e per valutare le singole situazioni.

Per quanto riguarda gli abusi, la differenza del canone da pagare va calcolata in modo equo e non con spirito di rapina. Intanto, chiediamo al Comune di revocare il contenuto delle lettere già inviate ai concessionari, per poi poter discutere, in modo approfondito, della situazione, anche perché il vice presidente della Regione Marche, Luciano Agostini, ha annunciato che convocherà un'apposita riunione con i rappresentanti dell'Agenzia del Demanio, con il Comune e con quelli delle categorie interessate.

Comunque, per gli operatori, gli obiettivi da raggiungere restano ancora i seguenti:

1. COEFFICIENTI - Abolire i coefficienti per le pertinenze; calcolare il canone di dette strutture (laddove c'è la mera produzione del bene), tenendo conto della superficie e della cubatura (con eventuale riferimento alla legge 494), partendo dal concetto che l'Agenzia del Demanio ha, come compiti istitutivi, quelli di promuovere e conservare il patrimonio indisponibile dello Stato. A fronte di una concessione è quindi corretto pagare non un affitto commerciale, ma un vero equo canone concessorio, dal momento che attraverso strutture turistiche e commerciali, viene fornito un servizio ai cittadini e contestualmente vengono assolti i compiti per cui l'Agenzia del Demanio è sorta.

2. RINNOVI - Le concessioni demaniali marittime, al loro rinnovo, verranno riconcesse con un termine minimo di 12 anni e un termine massimo di 30 anni. Questa previsione mette in condizione le aziende, che insistono sul demanio marittimo, di poter offrire come garanzia creditizia per i propri mutui le strutture dell'azienda stessa, avendo la sicurezza concessoria. Negli ultimi anni, infatti, agli istituti di credito non basta il nulla osta comunale o dell'ente gestore del demanio, che attesta di non aver interesse a togliere la concessione demaniale oggetto di lavori, e pertanto l'imprenditore balneare si vede costretto ad offrire, come garanzia, un bene avulso dal contesto aziendale. Con questa previsione invece la certezza concessoria è attestata dal documento (contratto) di concessione stesso, autorizzato a senso di legge dalle amministrazioni stesse.

Fiba Confesercenti

15/01/2008





        
  



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