Coldiretti e Legambiente Marche bacchettano la Regione: "Riempire le campagne di case che non hanno niente a che vedere con l'attività di impresa avrà solo l'effetto di rovinare il nostro paesaggio e aprire la strada al rischio di speculazioni: la Regione deve cambiare quella proposta di legge sull'edilizia, poiché alle aziende agricole servono servizi, non villette a schiera".

Diversi consiglieri regionali si apprestano a votare la pdl 145 sulle norme edilizie per il terreno agricolo. La proposta di legge punta di fatto ad aumentare il numero delle abitazioni in campagna. "Un'idea che non si regge a partire dalle premesse: è miope pensare che il rischio dello spopolamento del territori derivi dal fatto che i figli degli agricoltori non possono costruirsi l'appartamento accanto ai genitori - attaccano i presidenti Giannalberto Luzi e Luigino Quarchioni -.

Se nell'arco degli ultimi quarant'anni è scomparsa nelle Marche un'area agricola di 214mila ettari, più della superficie della provincia di Ancona, di cui 93mila in montagna, le ragioni sono da ricercare nelle difficoltà legate al mercato e alla mancanza di servizi all'agricoltura (per la formazione, la ricerca ecc perchè è l'agricoltura a ricoprire un ruolo centrale di presidio del territorio, una funzione sociale e paesaggistica). In altre parole, è la perdita di valore delle produzioni che spinge i figli ad andare a lavorare in città e nelle fabbriche".

Coldiretti e Legambiente Marche chiedono dunque di rivedere la proposta di legge che "dà soluzioni sbagliate a un problema reale. Non è raddoppiando il numero dei casolari che si rilancia l'agricoltura nelle zone interne, ma puntando sul legame col territorio, la difesa dell'ambiente e l'interazione tra i diversi settori".