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Gestione dell'acqua. Pubblica o privata?

Ascoli Piceno | Su un quotidiano locale del 28 marzo si commenta e si scrive di due sole e distinte posizioni. Ce n'è una terza. Nessuno ne parla. Perché?

di Luigi Meconi*


Una è del Presidente della Provincia, Massimo Rossi, di Rc. che " non nasconde, minimamente, l'intenzione di affidare al 'pubblico' la gestione delle acque". Cioè alla società di capitali a capitale interamente pubblico, la Ciip Spa.

L'altra dei sostenitori dell'appalto delle acque ai privati. Tra questi il Consigliere regionale della 'Margherita' Sandro Donati.

La terza è di quanti sostengono il ritorno puro e semplice al Consorzio Idrico del Piceno. Cioè a un ente strumentale dei Comuni. Avendo l'obbligo del pareggio di bilancio, potendo creare reti con tutti gli ATO e avendo i Comuni totale autonomia statutaria per disciplinare forme di partecipazione dei cittadini, a) non trasforma l'acqua in merce; b) si possono fare economie di scala, c) il cittadino può entrare nella sua gestione con funzioni non solo consultive, ma anche decisionali.

Dopo aver sentito non uno, ma più giuristi ed economisti di destra, centro, sinistra ed estrema sinistra, le Spa o Srl in house sono una aberrazione giuridica ed economica.

Ieri Rossi, parlando dal palco del Teatro di Porto San Giorgio ha ripetuto la sua volontà di andare avanti per l'affidamento diretto per 20-25 anni, senza gara, alla Ciip Spa del Servizio Idrico Integrato. Con un affidamento provvisorio in scadenza, questa in house a una Spa è, minimo, strana.

Stessa posizione quella del Sindaco di Porto San Giorgio, avvocato Brignocchi, che gli stava accanto.

Mentre parlavano io mi rileggevo da un palchetto gli articoli 4, 5 e 6 della proposta di legge di iniziativa popolare per la quale Marcorè aveva tenuto il suo spettacolo. Stavano dicendo esattamente l'opposto di quanto recitano questi tre articoli della proposta di legge per la quale stavano su quel palco e per la quale invitavano i cittadini a firmare in un panchetto nell'atrio.

Leggevo dall'articolo 4: "il servizio idrico integrato è da considerarsi servizio pubblico locale privo di rilevanza economica".

Possibile, mi chiedevo, che un Predicente di Provincia e un Sindaco, Avvocato, non sappiano che una Spa, una Società di capitali, quale è la Ciip spa, è tutto meno che una impresa priva di rilevanza economica? E che non fa mercato?

Mi ripetevo poi le parole dell'articolo 13 della legge c.d. Visco-Bersani n. 248/2006. Per la quale questo contratto venticinquennale tra Comuni e Ciip Spa può essere addirittura nullo.

Tornavo poi alle numerose recenti sentenze della Corte di Giustizia Ue e alla recente delibera n. 2/2007 della Corte dei Conti per le quali tra Comuni e Spa anche se a capitale interamente pubblico non c'è nessun " controllo analogo a quello che esercitano sui propri servizi".

Si era tenuto l'articolo con il j'accuse di Sandro Donati. Pur non condividendo la sua scelta politica per la privatizzazione dell'acqua, i dati forniti dal Donati sui bilanci della Ciip spa sembravano confermare le parole del Procuratore della Corte di Conti di Ancona dr. Avòli all'inaugurazione dell'anno giudiziario 2007:

"Va manifestata profonda preoccupazione per il modo con il quale si sono sviluppati i processi di privatizzazione e di esternalizzazione dell'attività amministrativa.

Le numerose indagini hanno evidenziato il rischio di una vera e propria implosione del sistema, rischio talmente grande da rendere non più rinviabile un'inversione di tendenza.

L'esternalizzazione selvaggia, la privatizzazione senza regole, la forzatura delle logiche giuridiche ed economiche (si pensi, ad esempio, alle società in house), la lievitazione dei costi al di fuori di ogni controllo, il moltiplicarsi degli sprechi, la caduta nella qualità dei servizi, la propagazione di logiche clientelari, il progressivo sviamento dell'interesse generale…"

Si conclude che, esattamente come espresso dagli articoli 4, 5 e 6 della proposta di legge di iniziativa popolare perché l'acqua resti un bene comune e non diventi una merce, c'è chi sostiene che sia per l'acqua che per tutti i beni comuni, si può, senza violare nessun codice civile né Trattato Ue, tornare a uno loro gestione non mercantile. Ma, a meno che non cambino codice civile e Trattato Ue, non con Spa o Srl, ma con Consorzi e Aziende Speciali.

*Segretario Comunale in disponibilità

06/04/2007





        
  



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