Augurio di Petrelli a Barboni, nuovo segretario della federazione provinciale della DC
Ascoli Piceno | Petrelli: Auguri a Barboni nella speranza che non si faccia tirare la giacca dalla Sinistra radicale
Il segretario comunale di Ascoli della Democrazia Cristiana, Francesco Petrelli, si congratula e formula i migliori auguri all’avvocato Walter Barboni per la nuova nomina a segretario della federazione provinciale del partito del Campanile.
Petrelli in particolare applaude il dottor Barboni per “la sensibilità che l’Udeur ha nei temi che toccano il cittadino, legati al sociale e in particolare alle categorie più deboli”, augurandosi però che il partito del Campanile, nella pregevole intenzione di “far sistema con i partiti locali del Centrosinistra per abbracciare le tematiche d’interesse pubblico come l’economia della collettività, l’impulso al territorio, la tutela dell’ambiente, l’innovazione, la formazione continua e il sostegno alle piccole e medie imprese”, non si faccia tirare per la giacca dalla Sinistra radicale, che comunque continuerà ad imporre l'agenda all’intero Centrosinistra.
“A Barboni – ha proseguito Petrelli della Nuova Dc di Gianfranco Rotondi – mi piace ricordare l'iniziativa dell’Udeur, in particolare del leader, Clemente Mastella di mettere intorno ad un tavolo tutti i democristiani ovunque collocati per discutere della riforma elettorale con l'occhio a liste comuni per le europee. Una scelta coraggiosa e utile per il Paese. Una cosa, però, sono i democristiani altra cosa sono gli appartenenti al Partito popolare europeo. I primi sono l'asse portante del Ppe, i secondi raccolgono molte altre forze moderate non democristiane. È tempo che si dia rapidamente vita a questo tavolo di confronto sollecitato proprio da Mastella”.
“Dalle questioni bioetiche a quelle economiche, dalla visione di politica estera al ragionamento sulle riforme- ha sottolineato Petrelli, ribadendo la scelta per il fronte guidato da Berlusconi, a cui assegna il ruolo di un De Gaulle italiano -, mi sembra piuttosto che ci sia una variegato arco di forze post-democristiane che hanno posizioni simili: Forza Italia, Udc, Dc, Udeur, Margherita, in fondo anche l'Italia dei Valori.
“L'Italia si badi bene, però, non ha bisogno di neocentrismo. Casini, ad esempio, da politico leale – ha concluso Petrelli, della Democrazia Cristiana per le autonomie - dice chiaramente cosa bolle nel pentolone: il trio Casini-Rutelli-Mastella parla di Pacs, ma pensa al neocentrismo. Dimenticano che in Italia il centrismo lo fece un partito laico come la Dc senza nessun tipo sudditanze, ma con la capacità di unire e non di dividere innanzitutto i cattolici e, poi, tutto il Paese. L'Italia non ha bisogno del neocentrismo, semmai di un risorgimento culturale dei cattolici democratici”.
Petrelli in particolare applaude il dottor Barboni per “la sensibilità che l’Udeur ha nei temi che toccano il cittadino, legati al sociale e in particolare alle categorie più deboli”, augurandosi però che il partito del Campanile, nella pregevole intenzione di “far sistema con i partiti locali del Centrosinistra per abbracciare le tematiche d’interesse pubblico come l’economia della collettività, l’impulso al territorio, la tutela dell’ambiente, l’innovazione, la formazione continua e il sostegno alle piccole e medie imprese”, non si faccia tirare per la giacca dalla Sinistra radicale, che comunque continuerà ad imporre l'agenda all’intero Centrosinistra.
“A Barboni – ha proseguito Petrelli della Nuova Dc di Gianfranco Rotondi – mi piace ricordare l'iniziativa dell’Udeur, in particolare del leader, Clemente Mastella di mettere intorno ad un tavolo tutti i democristiani ovunque collocati per discutere della riforma elettorale con l'occhio a liste comuni per le europee. Una scelta coraggiosa e utile per il Paese. Una cosa, però, sono i democristiani altra cosa sono gli appartenenti al Partito popolare europeo. I primi sono l'asse portante del Ppe, i secondi raccolgono molte altre forze moderate non democristiane. È tempo che si dia rapidamente vita a questo tavolo di confronto sollecitato proprio da Mastella”.
“Dalle questioni bioetiche a quelle economiche, dalla visione di politica estera al ragionamento sulle riforme- ha sottolineato Petrelli, ribadendo la scelta per il fronte guidato da Berlusconi, a cui assegna il ruolo di un De Gaulle italiano -, mi sembra piuttosto che ci sia una variegato arco di forze post-democristiane che hanno posizioni simili: Forza Italia, Udc, Dc, Udeur, Margherita, in fondo anche l'Italia dei Valori.
“L'Italia si badi bene, però, non ha bisogno di neocentrismo. Casini, ad esempio, da politico leale – ha concluso Petrelli, della Democrazia Cristiana per le autonomie - dice chiaramente cosa bolle nel pentolone: il trio Casini-Rutelli-Mastella parla di Pacs, ma pensa al neocentrismo. Dimenticano che in Italia il centrismo lo fece un partito laico come la Dc senza nessun tipo sudditanze, ma con la capacità di unire e non di dividere innanzitutto i cattolici e, poi, tutto il Paese. L'Italia non ha bisogno del neocentrismo, semmai di un risorgimento culturale dei cattolici democratici”.
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12/02/2007
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