Lattività delle Guardie Zoofile ENPA nelle indagini sul traffico di animali dallEst.
| MILANO - Il fenomeno dellimportazione di cuccioli di cane dallEst europeo ha purtroppo origini lontane e da più di dieci anni è tenuto sotto controllo dallENPA, che fu tra i primi soggettia lanciare lallarme a livello nazionale
Il fenomeno dell'’importazione di animali dall’Est europeo si concretizza nell’acquisto a prezzi risibili di migliaia di cuccioli di cane, allevati nell’Est europeo (con particolare riferimento a Polonia ed Ungheria) ed introdotti in Italia in modo spesso illegale e comunque in situazioni dove si può facilmente configurare il maltrattamento.
Gli animali sono scortati da certificati sanitari, spesso contraffatti o falsi, e oltrepassano i nostri controlli doganali per essere poi ridistribuiti sul territorio nazionale, finendo da un lato nel circolo non virtuoso delle fiere del cucciolo itineranti e dall’altro nel mercato tradizionale, ossia i classici negozi di animali.
Questi animali sono però privi quasi sempre delle coperture vaccinali che la legge prevede come obbligatorie e che rientrano peraltro nella buona prassi veterinaria; questi interventi hanno infatti un costo troppo alto se rapportato al bassissimo prezzo dell’animale e pertanto, nella migliore delle ipotesi, i cuccioli sono sottoposti in partenza a semplici trattamenti immunostimolanti, che consentono di far arrivare a destinazione un animale apparentemente sano e vigoroso.
Quando però questi trattamenti cessano il loro effetto il risultato è drammatico; i cuccioli, a questo punto in stato di immunodepressione, sviluppano presto le patologie che normalmente colpiscono gli animali giovani non vaccinati e, in poco tempo, riportano gravi conseguenze o, più comunemente, muoiono.
Le fiere del cucciolo.
Fenomeno diffuso nel nostro Paese sia al nord che nel mezzogiorno, le fiere del cucciolo sfruttano l’inevitabile richiamo generato dalla presenza di moltissimi cuccioli di diverse razze e radunano grandi folle di visitatori. Pur trattandosi di eventi dal puro fine espositivo, che prevedono quindi divieti specifici di vendita, questo non impedisce che a lato della manifestazione (spesso nella nottata che segue la sua chiusura) i cuccioli vengano venduti ai clienti che li hanno prenotati durante la fiera.
Questa vendita avviene spesso in situazioni paradossali e con modalità pressoché clandestine, ossia con gli animali scaricati in fretta e furia da un furgone e consegnati nelle mani degli acquirenti, che versano diverse centinaia di euro in contanti per ottenere in cambio, oltre al cucciolo, un’improbabile ricevuta. Il successivo invio di fatture o di ricevute, così come spesso degli eventuali pedigree o documenti che ne comprovano la razza, resta una promessa quasi mai mantenuta.
Immancabilmente, anno dopo anno, al passaggio delle Fiere del Cucciolo si assiste impotenti ad una inarrestabile scia di segnalazioni da parte degli sprovveduti acquirenti sulle malattie che hanno colpito gli animali, sulle costose cure veterinarie a cui sono stati sottoposti, sulle morti dei cuccioli che hanno sconvolto le famiglie ed hanno lasciato segni profondi sui bambini che avevano da poco provato la gioia dell’ingresso in famiglia del cucciolo.
Ma a questo punto è già tardi perché agli acquirenti resta solo la possibilità di intentare una difficoltosa e spesso zoppicante azione legale (nessun documento fiscale, contanti messi in mano in fretta) per richiedere un risarcimento di danni che si configura però solo in misura patrimoniale, ossia il prezzo pagato e le cure veterinarie. I pochi euro mai restituiti non hanno ovviamente fermato gli attori di questo traffico, capace di portare nelle tasche di questo racket ingentissimi redditi.
L’intervento delle Guardie Zoofile
Nell’ottobre del 2005 l’ennesima Fiera del Cucciolo si attenda al Filaforum di Assago e le Guardie Zoofile dell’ENPA di Milano unitamente ai NAS dei Carabinieri svolgono un controllo. Le Guardie dell’ENPA rilevano come molti cuccioli siano giunti sul posto dopo essere stati stipati un furgone dentro gabbie di ridotte dimensioni e totalmente sprovvisti di acqua: inevitabile la denuncia per maltrattamento di animali per il trasportatore ed il medico veterinario collaboratore dell’allevamento emiliano che ha fornito i cuccioli.
Le Guardie sequestrano tutta la documentazione sanitaria di scorta agli animali perché ci sono elementi che non tornano: firme che appaiono falsificate, timbri forse fasulli, correzioni non chiare ed altro ancora.
Iniziano a questo punto le indagini dell’ENPA, mentre la conferma che ancora una volta ci si trova di fronte al traffico illecito dell’Est arriva dalle segnalazioni di animali venduti in pessime condizioni di salute e morti dopo poche ore, che immancabilmente giungono alla Sezione pochi giorni dopo la fiera.
Come si poteva prevedere, le pessime condizioni di trasporto degli animali erano solo la punta di un iceberg; gli attori di questo fenomeno si scopriranno infatti essere parte di una struttura organizzata di stampo criminale che muove grosse quantità di soldi sulla pelle degli animali.
Le indagini
Mentre l’ENPA di Milano richiede a tutte le famiglie vittime di questa frode di mettersi in contatto con la Sezione (aprendo anche il sito web www.fieredelcucciolo.it), ed offre l’assistenza tecnico legale per valutare le cause di risarcimento, le Guardie Zoofile iniziano a tracciare i percorsi degli animali e a dipanare il bandolo della matassa.
L’attività delle Guardie Zoofile si concentra sui documenti sequestrati nel corso del controllo e soprattutto sulla validità delle vaccinazioni e la provenienza dei microchip di identificazione degli animali.
Dalle indagini svolte emerge un quadro molto semplice, che spiega come i cuccioli provenienti dall’Est fossero venduti al dettaglio e nelle fiere come animali di assoluta provenienza italiana.
I microchip, prodotti in Italia, venivano infatti acquistati a San Marino e spediti successivamente in Polonia, dove gli animali venivano identificati. Una volta giunti in Italia
i documenti sanitari di scorta dei cani, ragionevolmente falsi, venivano buttati e per i cuccioli venivano redatti, con la complicità di medici veterinari liberi professionisti, nuovi libretti riportanti vaccinazioni mai eseguite, date di nascita fasulle e l’indicazione del numero del microchip.
In questo modo i cani erano immessi sul mercato, grazie anche alla complicità di finti allevatori che fungevano da prestanome, come animali di sicura provenienza italiana, allontanando così il sospetto di provenienze illecite o comunque equivoche nell’acquirente.
Una rete organizzata di falsi allevatori, importatori -tra cui nomi ben conosciuti nel settore- , veterinari e titolari di mostre itineranti gestiva quindi un traffico criminale che consentiva guadagni enormi; al prezzo di vendita degli animali che grazie ai falsi documenti erano venduti a prezzi di mercato italiani, ossia quasi dieci volte tanto il valore di acquisto all’Est (animali comprati a 60 Euro in Polonia erano venduti in Italia a 650-700 Euro), vanno infatti aggiunti i proventi derivati dalle fiere itineranti, che richiamano un numero altissimo di visitatori nonostante i biglietti di ingresso non siano a buon mercato.
In caso di controlli da parte delle ASL che non vengano fatti in modo particolarmente approfondito, la presenza di chip con numeri appartenenti a stock italiani induce poi a credere che gli animali siano allevati in Italia, stante la normativa per l’importazione degli animali da paesi extra CE.
Le indagini delle Guardie Zoofile dell’ENPA di Milano si raccordano quindi con quelle svolte dalla Guardia di Finanza di Bologna, che già da tempo seguiva con attenzione il problema dell’importazione di questi cuccioli.
Le ipotesi di reato formulate dalle Guardie Zoofile sono decisamente importanti: associazione a delinquere, truffa, redazione di atti falsi e, ultimo ma di certo non meno importante, maltrattamento di animali.
La Procura di Milano riceve gli atti dalle Guardie e trasmette in seguito il fascicolo ENPA a Bologna, dove sono stati commessi i reati più gravi relativi a questo traffico, affinché i riscontri delle Guardie Zoofile possano portare un contributo alle indagini in corso. Lo scambio di opinioni e di informazioni tra le Guardie ENPA e gli ufficiali della Guardia di Finanza che nasce da questo percorso conferma come la traccia seguita a Milano sia quella giusta; la Guardia di Finanza, grazie anche ai nuovi elementi di indagine introdotti dalle Guardie Zoofile, potrà così continuare l’operazione e dare un duro colpo a questo sistema criminale.
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09/10/2006
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