Zona territoriale 13: rischio riduzione assistenza sanitaria
Ascoli Piceno | Servizi come il laboratorio analisi, ad esempio, stanno subendo una pericolosa deriva dagli standard di qualità tanto faticosamente raggiunti negli anni.
Il Comitato degli iscritti FP CGIL della Zona territoriale 13, nel valutare con attenzione le proposte della nuova Direzione di zona per far fronte alle difficoltà di ordine economico in cui versa la sanità, non può fare a meno di sottolineare, con forza, che un territorio gia duramente colpito sul piano occupazionale rischia di vedersi ridotta anche l’assistenza sanitaria.
Servizi come il laboratorio analisi, ad esempio, stanno subendo una pericolosa deriva dagli standard di qualità tanto faticosamente raggiunti negli anni.
Il personale del servizio infatti, in buona percentuale è precario, e questa precarietà non solo impedisce programmi di crescita e sviluppo a medio-lungo termine, ma non permette nemmeno lo svolgimento della normale attività, con la qualità, che la certificazione di cui il laboratorio si fregia, obbligherebbe.
Non solo, ma la tanto decantata e attesa biologia molecolare che doveva rappresentare un notevole salto di qualità e su cui sono stati investiti centinaia di migliaia di euro, attualmente funziona, quando è possibile, avvalendosi della collaborazione volontaria di due laureandi dell’università di Camerino, coordinati da un biologo di ruolo che deve assicurare contemporaneamente la turnazione sulle 24 ore con i colleghi del laboratorio stesso.
Quali risposte e in grado di dare all’utenza? Di che utilità pratica? Quale impatto tutto ciò ha sul bilancio economico della zona? Che senso ha creare una struttura e non fornirla di personale per essere funzionalmente autosufficiente?
Una proposta (per la verità ancora ufficiosa) auspicherebbe il ritorno alla reperibilità notturna al posto dell’attuale turnazione sulle 24 ore per il personale del laboratorio, al fine di recuperare personale di ruolo all’attività giornaliera, senza badare allo stress a cui lo si sottoporrebbe, vista la mole di chiamate notturne al momento necessarie.
Tale decisione, qualora fosse presa, non solo contrasta con le regole stabilite dal Piano Sanitario Regionale, che prevede che gli ospedali con reparti di emergenza (rianimazione, 118, utic, etc) “debbono” dotarsi di servizi operanti sulle 24 ore, ma cozza anche, con la volontà di questa Direzione di aprire in futuro, un reparto di medicina d’urgenza e uno di area critica.
Fare emergenza con personale in reperibilità è abbastanza incongruo come ragionamento, e esporrebbe in qualche maniera il malato ascolano ad un trattamento diverso da quello eventualmente ricevuto in altri ospedali.
La FP CGIL non è d’accordo per una sanità a due velocità, né su base nazionale e tanto meno su base regionale, si batterà sempre per l’equità in tutti i campi.
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06/07/2006
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Betto Liberati