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Polo Universitario e Ascoli Patrimonio dell’Umanità

Ascoli Piceno | L’incontro con i cittadini è stato organizzato dai consiglieri di minoranza della I Circoscrizione Centro Storico

di Federico Biondi


I consiglieri della I Circoscrizione Centro Storico hanno indetto un incontro presso la Sala Marco Scatasta per informare i cittadini del progetto del Polo Universitario. Progetto che l’amministrazione comunale di Ascoli Piceno vuole realizzare all’interno del Centro Storico e in particolare nel Rione della Piazzarola. A introdurre l’incontro è stata il consigliere circoscrizionale dei Democratici di Sinistra, la professoressa Maria Pia Beani, dopo di che l’architetto Maria Teresa Granato e l’architetto Fabio Speranza hanno illustrato ai presenti il progetto aiutandosi con un video proiettore.
 
L’Università è essenziale per la città di Ascoli Piceno ma sembrerebbe che questo progetto non risponda a pieno con le esigenze della città e degli abitanti della Piazzarola, i quali sono preoccupati dell’impatto urbanistico e viario a cui sarà sottoposto il quartiere. Secondo i relatori, se si esamina le delibera comunale, più che un progetto sembrerebbe un contratto tra privati. L’architetto Speranza fa una cronostoria del progetto, due delibere dal 2003 ad oggi, mettendo in evidenza le molte irregolarità riscontrate sia dal Tar che dall’Autorità di Vigilanza e delle alte spese sostenute l’amministrazione comunale per rimborsare la ditta vincitrice dell’irregolare bando di gara.
 
L’architetto Speranza si sofferma anche sul concetto di Opera Pubblica e Opera di Pubblica Utilità, affermando che la delibera sul Polo Universitaria presentata e approvata dal Consiglio Comunale nel mese di maggio non è nè l’una e nè l’altra. “La costruzione di alloggi per gli studenti, che possono essere anche venduti, su strutture comunali cedute a privati, non possono essere ritenuti di pubblica utilità, dato che manca un ente terzo, come per esempio l’Ersu che offre alloggi a costi calmierati e secondo le fasce di reddito”.
 
Tutto ciò contrasta anche sulla volontà di far dichiarare Ascoli Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, dato che il Progetto del Polo Universitario tocca il carattere di riconoscibilità del centro storico, rompe la continuità architettonica modificando la volumetria e la struttura urbana.
 
Secondo il progetto l’ex dispensario sarà demolito e al suo posto sarà edificato un nuovo edificio con volumetria e planimetria maggiorate, sottraendo anche spazio ad uno degli unici parcheggi pubblici per non residenti della città. L’ex ospedale Mazzoni sarà ristrutturato e adibito ad aule per l’Università, senza specificare quali e nelle sue vicinanze sarà costruito l’Auditorium interrato.
 
L’ultimo intervento è la ristrutturazione da parte dei privati con conseguente cessione da parte del comune dell’Edificio Storico di Palazzo Sgariglia, al cui interno saranno realizzati dei mini appartamenti per studenti, che in seguito potranno essere anche ceduti. Quindi la città di Ascoli perde parte del patrimonio storico a favore dei privati per realizzare e gestire direttamente strutture universitarie pubbliche come alloggi, biblioteche, aule e mense.
 
Tutti gli interventi secondo i relatori mancano di una strategia unitaria e scientifica, senza considerare che la delibera sul polo universitario non è un semplice intervento edificatorio, ma un piano più complesso che vede la realizzazione di servizi regolamentati da un piano finanziario privato. Quindi se l’operazione costa 20 milioni di euro, l’amministrazione vende Palazzo Sgariglia ai privati per soli 1 milione e 500 mila euro.
 
Tornano come sempre alla ribalta i 15 miliardi di lire stanziati dall’amministrazione regionale, in un tempo remoto dove ancora le casalinghe facevano i conti con la lira e che l’amministrazione comunale di Ascoli Piceno non ha mai speso. Risorse che se impiegate avrebbero dato l’opportunità agli studenti della facoltà scientifica di rimanere a studiare ad Ascoli Piceno invece di dirigersi giornalmente, come è accaduto, a Camerino per sostenere le lezioni pratiche di laboratorio.
 
Il consigliere Rocchi nel suo intervento fa una trattazione economica finanziaria, richiama alla memoria lo stop che il progetto ebbe dal Dipartimento delle Politiche Comunitarie del Consiglio dei Ministri che impedì tra l’altro l’inizio dei lavori.
 
Perché si coinvolgono in maniera così insistente i privati nonostante le risorse economico ci siano? Perché si usano strumenti come la variante accelerata per realizzare il progetto? Speculazione edilizia e mancato adeguamento del Piano Regolatore Generale e del Piano Paesaggistico Ambientale Regionale sono le risposte pervenute dai relatori dell’incontro.
 
Interviene al dibattito anche il professor Antonio D’Isidoro, ricordando la latitanza del Consorzio Universitario Piceno nella tematica, di come si siano progettate segreteria più grandi delle biblioteche e di come ci si sia dimenticato del Forte Malatesta. Dopo l’intervento di Firmani dal pubblico senza microfono una donna domanda: “Come si fa a fermare tutto questo?”

17/09/2005





        
  



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