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Consulenze e incarichi esterni. Sono proprio necessari? Quanto ci costano?

Ascoli Piceno | Catalucci "Se me l’avessero proposto avrei dato la mia disponibilità, completamente gratuita, per inviare alla Regione Marche la scheda necessaria per richiedere l’accreditamento del Comune quale ente formatore"

di Emidio Catalucci

Se me l’avessero proposto avrei dato la mia disponibilità, completamente gratuita, per inviare alla Regione Marche la scheda necessaria per richiedere l’accreditamento del Comune quale ente formatore per partecipare ai bandi comunitari e svolgere le attività di formazione professionale.
 
Avrebbero, così, risparmiato i 1650 euro concessi, invece, al consulente esterno, dott. Nunzio Eros Libetti, incaricato, con una procedura alquanto particolare, a presentare tale richiesta. Una piccola somma ma che poteva essere destinata ad altre necessità (magari per acquistare i giochi e la mobilia della scuola materna Collodi, danneggiati dai topi).
 
Dopo aver svolto per cinque anni l’incarico di assessore provinciale al lavoro e formazione professionale, credo di aver maturato l’esperienza, la conoscenza, e la preparazione giusta per compilare tale scheda analitica.
 
Bastava chiederlo e approfondire la questione, magari discutendone in Commissione Lavoro di cui sono componente. Ma di questo e di altre iniziative, che si leggono solo sui giornali (vedi la convenzione con Sviluppo Italia Marche), la Commissione consiliare, nonostante gli sforzi e l’impegno del suo Presidente, non viene minimamente interessata e coinvolta e, anzi, viene sistematicamente ignorata dall’assessore Silvestri (otto assenze su otto riunioni).
 
Avrei comunque sconsigliato di procedere alla richiesta dell’accreditamento e di indirizzarsi verso altri, nuovi obbiettivi e strategie per rafforzare l’occupazione locale e i nuovi bacini d’impiego, che saranno introdotte dall’Unione Europea nei prossimi anni.
 
In questo momento, infatti, gli unici Enti Locali accreditati (i Comuni di Offida e Spinetoli) stanno riposizionando i loro obbiettivi e stanno cambiando le loro strategie, viste le difficoltà per un Comune di intraprendere la strada di attivare corsi di formazione.
 
Sedi idonee e adeguate, personale specializzato, alta capacità progettiva, bilanci in regola sono le difficoltà, per un ente locale, di intraprendere tale strada. Criteri e requisiti che devono essere posseduti e mantenuti nel tempo, dalle strutture, per ottenere e conservare l’accreditamento.
 
L’accreditamento delle strutture è un meccanismo necessario per elevare la formazione d’eccellenza e di qualità, in modo da finalizzare la formazione all’occupazione stabile, sicura e adeguata al proprio titolo di studio e di preparazione. Ma tutto questo vale per le società e strutture private e pubbliche che hanno esperienze decennali.
 
Le quali sono state ridotte a circa 200 rispetto alle oltre 1000 che operavano prima dell’accreditamento. Poi va sfatata un’altra grossolana inesattezza. L’accreditamento delle proprie strutture non dà, automaticamente, l’accesso ai numerosi e cospicui finanziamenti europei (come vuol far credere il Sindaco Celani nel suo programma di mandato).
 
Il quale insiste su un errore di fondo che pensavo facesse parte ormai di un retaggio superato e anacronistico, legato al passato, che considerava i fondi europei come un gruzzolo di un grande pozzo di San Patrizio, dove attingere a piene mani e guadagnare ingenti risorse economiche per il bene delle casse comunali, impoverite dalla “continua flessione dei finanziamenti pubblici” del Governo centrale (come si legge nella determina di incarico).
 
Niente di più sbagliato, invece, i fondi europei del FSE, liberati tramite i bandi della Regione e della Provincia, vengono concessi, dopo un severo controllo europeo, solo per lo stretto necessario dello svolgimento del corso di formazione.Non un centesimo di più.
 
Non sono contributi a pioggia. Non ci saranno enormi risorse economiche per il solo fatto di avere la propria struttura accreditata, visto anche che, nel 2006 scade il secondo piano settennale del Fondo Sociale Europeo e i fondi del prossimo piano (2007-2013) saranno destinati, con altri criteri e nuove modalità, e, soprattutto, in misura ridotta, visto l’allargamento dell’Europa ad altri 10 Paesi, che avranno priorità assoluta nell’ottenere tali fondi.
 
Ma il Comune di Ascoli non aveva professionalità interne da utilizzare per questo compito? Era necessario incaricare un esterno? Non c’era un dirigente o un funzionario comunale che poteva mettersi in contatto con la Regione Marche, per una consulenza gratuita, in modo da compilare le schede del protocollo Daform, che spiega cosa fare, in maniera semplice e dettagliata?
 
Bastava una semplice telefonata alla Provincia, ma al Settore Formazione Professionale. E quale sarebbe l’esperienza, la competenza e la professionalità del dott. Libetti, visto che in Provincia ricopre e ha svolto nel passato, mansioni in vari settori e servizi, ma mai nel Settore Politiche Attive del Lavoro e Formazione Professionale.
 
Almeno sceglietelo bene! O forse ha capacità ed esperienze a noi sconosciute? Sarebbe utile a questo punto vederci chiaro sulle consulenze e sugli incarichi esterni del Comune (passati e futuri), anche in base ai vincoli imposti dalla Finanziaria 2005

02/03/2005





        
  



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