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Un "lancia" a favore del mondo venatorio

Ascoli Piceno | In merito alle dichiarazione del consigliere regionale Guido Castelli alune delucidazioni dei Consiglieri Ambito Territoriale Caccia AP2.

di Enio Marchei e Dario Giudici*

In merito alle dichiarazione del consigliere regionale Guido Castelli apparse sulla stampa, concernenti il risarcimento danni causati dai cinghiali, crediamo sia opportuno dare alcune chiarificazioni che possano essere utili ad una informativa corretta a favore del mondo agricolo e, soprattutto,  a favore del mondo venatorio.
 
L’istituzione del fondo con cui gli ambiti territoriali di caccia risarciscono i danni causati da tutta la fauna selvatica (soprattutto cinghiali), di cui il consigliere Castelli ne rivendica una presunta collegiale paternità, era stato già annunciato nel corso dell’assemblea dell’ATC AP2 di Ascoli Piceno, dall’Assessore Regionale Luciano Agostini. Quindi già dai primi giorni del mese di dicembre i cacciatori del nostro territorio avevano la consapevolezza che a partire dal 2005 la Regione Marche avrebbe istituito tale fondo.

L’altra delucidazione che ci viene dal consigliere Castelli quando dichiara che gli ambiti non risarciscono i danni a causa di una presunta mancanza di fondi, è oltremodo una dichiarazione che non dice il vero. Infatti l’ATC aveva deciso di sospendere tali risarcimenti non per mancanza di soldi ma indirizzata da una posizione tesa a sollecitare l’istituzione del fondo che puntualmente l’Assessore Agostini ha raccolto. Tale sospensione veniva  pensata anche nei tempi di richiesta dato che essa motivava la volontà di avere una risposta chiara prima dell’approvazione da parte della regione della legge di bilancio.
 
Riteniamo inoltre davvero farneticante la dichiarazione di Castelli secondo la quale la causa del problema sia l’alto numero di cinghiali che, a detta di Castelli, “vanno ridotti drasticamente”. Non è assolutamente così. I danni debbono essere ridotti attraverso un’opera di prevenzione (recinzioni elettriche per colture di mais, foraggiamento dissuasivo attraverso le colture a perdere, punti di foraggiamento all’interno del bosco) e non attraverso una riduzione del numero dei cinghiali che penalizzerebbe soltanto i cacciatori.
 
I politici e i rappresentanti delle istituzioni dovrebbero conoscere alla radice i problemi del mondo venatorio poiché attraverso una approfondita conoscenza si potrebbero risolvere le questioni che quotidianamente vivacizzano la caccia. Fare riferimento alla caccia e ai cacciatori, in maniera occasionale ed imprecisa potrebbe far pensare ad un uso strumentale e non risolutivo dei nostri problemi.

*Consiglieri  Ambito Territoriale Caccia AP2

27/12/2004





        
  



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