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Catalucci con un "Attentato! Attentato!!" fa il verso alla CDL

Ascoli Piceno | Regna molto nervosismo in casa della “Casa delle Libertà”

di Emidio Catalucci*

Come non spiegare l’ultimo intervento del consigliere regionale di AN Guido Castelli. Un uomo politico molto fine e stimato per le sue capacità e onestà intellettuali. Doti riconosciute che, in questa occasione,  non gli hanno impedito, però, di perdere la testa e di dire cose scomposte e fuori dalle righe.
 
Come non dargli, però, delle attenuanti. Guida un partito che ad Ascoli, roccaforte marchigiana di AN, perde più del 6% di voti, sta in una coalizione che non trova un candidato per le prossime, imminenti, elezioni regionali (e che paroloni che volano tra loro), fa parte di una forza politica governativa, i cui ministri, molto probabilmente, non arriveranno a mangiare il panettone a Natale. 
 
E in più, dulcis in fundo, è consapevole che i tre seggi incriminati, che saranno riconteggiati, possono essere determinanti per tornare al voto del ballottaggio in città.
Eh…Beh. Sì, proprio un brutto momento!
 
Ma, quando l’aria comincia a cambiare e l’umore delle persone pure, basta dare la colpa ad altri, inventarsi un nemico, un po’ di fumo negli occhi, disegnarsi un ruolo da vittima sacrificale e il gioco è fatto e funziona. O, meglio, funzionava fino a ieri.
 
C’è da correggere il comico Cornettone perché dal “povero Silvio” si passi al “povero Piero”.
Caro consigliere Castelli, invece di lanciare nuovi “teoremi” (da buon avvocato) circa le persecuzioni politiche ricevute, gli accanimenti subìti dal centrosinistra, evocare  intrighi di palazzo o congiure di corte, complotti e cospirazioni dei terribili bolscevichi che hanno invaso l’Italia (e nessuno se ne è accorto), perché non vede un fenomeno sempre più evidente a tutti i cittadini, anche ai suoi votanti.
 
Il cittadino comune, il popolo, anche quello ascolano, è stanco di essere preso in giro, quando non si mantengono le promesse fatte in tutti questi anni.
 
Altro che calo della popolarità, organizzato a tavolino con trappole vietnamite.
Perché non va tra la gente, a sentire le loro esigenze.  E si accorgerà che il popolo, sempre più maturo dei suoi governanti, vuole essere amministrato nell’interesse della collettività e non essere comandato. Non si possono fare proclami all’infinito per poi non mantenere nulla di quello che si è promesso.
 
Ho voluto solo prendere atto di un lento, ma inarrestabile cambiamento di umore in città, dovuto alla presa di coscienza dei cittadini di  fronte alla palese incapacità di questa giunta di risolvere i grandi problemi della città.
 
L’unico responsabile di  questa fallimentare gestione politica è, e rimane solo uno: il Sindaco Celani e la sua giunta. Non si scaricano le colpe agli altri quando si sbaglia da soli, atteggiamento tra l’altro molto infantile, ma vanno criticate, con serenità e severità, le proprie scelte e capire gli errori compiuti. Nel rispetto della legge e delle normative che vanno rispettate.
 
Ed infine, ci preoccupa molto il suo assioma: “siamo di fronte all’utilizzo preordinato di una funzione pubblica per colpire, per ragioni politici, un’altra istituzione”.
Non so se si rende conto della gravità e dell’assurdità dell’insinuazione. Solo chi lo pensa e lo scrive, è in grado poi di farlo, se avrà incarichi esecutivi.
 
Sappia il consigliere Castelli che questo atteggiamento, non consono per un politico, non fa parte del nostro codice genetico. Abbiamo un alto senso di responsabilità e di cultura istituzionale, di rispetto dei ruoli e dello Stato. Di conoscere esattamente la differenza tra una sede di partito e quella di un assessorato. Cose che a voi, francamente, mancano molto.

20/11/2004





        
  



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