Rimango letteralmente sconcertato dalle dichiarazioni rese dall’ex ass. provinciale del partito comunista, Mimmo Catalucci  a commento della bocciatura da parte della Provincia dei progetti di Case Minime e del Tirassegno.

Senza infingimenti e con profonda sincerità Catalucci ammette che i provvedimenti della Provincia tendono a minano la “popolarità “ del Sindaco Celani e che la sinistra “non deve perdere questa occasione” per il proprio rilancio.

Ogni commento è supefluo: siamo di fronte all’utilizzo preordinato di una funzione pubblica per colpire – per ragioni politiche - un’altra Istituzione.

Ogni esponente, o partito politico, ha diritto di divulgare i propri programmi modulando l’azione amministrativa a seconda delle proprie idee.

Ma non è accettabile, ed esprime una matrice sostanzialmente “eversiva”, l’atteggiamento di chi piega l’esercizio dei poteri pubblici all’esigenza di colpire un altro ente pubblico e di provocare il “calo di popolarità” di chi, per suffragio popolare, ne riveste la massima carica.
Ci troviamo fuori, dunque, dalla normale dialettica politica che autorizza anche contrasti aspri ma sempre nel rispetto delle regole istituzionali.

Ho presentato un’interrogazione urgente al Presidente D’Ambrosio per sollecitare la Regione, titolare diretta della funzione urbanistica,  ad esercitare i poteri sostitutivi previsti dalla L.R.34/92 che ha delegato le province le competenze del settore.
D’Ambrosio, che tra l’altro è un magistrato, deve spiegarci se la Regione – di fronte alla gravissima ferita inflitta al sistema istituzionale dalla Provincia di Ascoli – intende rimanere muta e impassibile oppure schierarsi dalla parte della Costituzione e delle regole di un sistema civile che è patrimonio di tutti: di Celani come di Catalucci.