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Riunione tecnico scientifica del North Italian Transplant

| ANCONA - Marche virtuose: entrate nel club delle regioni con più di 30 donatori per milione di abitante; siamo la regione con la minore percentuale di opposizioni alla donazione d’organi. Presto un Centro Trapianti nelle Marche.

Per avviare e mantenere un’attività trapiantologica occorre fare sistema e che questo possa rispondere con alti livelli qualitativi.

“Nelle Marche dove si è creata una forte alleanza tra i soggetti coinvolti e un sistema integrato tra Regione, Università e mondo sanitario in genere - ha evidenziato il presidente della Regione Vito D’Ambrosio aprendo oggi  i lavori della Riunione tecnico scientifica del North Italian Transplant project ( NITp) presso l’Aula magna d’Ateneo alla Facoltà di Ingegneria - ci sono ormai tutti i presupposti perché si realizzi un Centro Trapianti.”  

“E’ stata imboccata la strada della trapiantologia – ha aggiunto il presidente  nel dichiararsi da sempre assertore della donazione d’organi-– con un filo di preoccupazione che non riguarda l’aspetto tecnico-scientifico,  ma solo quello finanziario.

La Regione Marche si è unita al gruppo di Regioni in cui si opera per i trapianti e quindi dobbiamo attrezzarci al meglio, consapevoli che questa attività può portare a due effetti: o stressare il sistema o , invece, incentivarne la qualità media, ma ciò significa impegno importantissimo da parte di tutti. Mai come nell’attività di trapianto, allora, si mette alla prova la filosofia di sistema, mentre oggi ci troviamo ad affrontare i problemi della sanità in maniera ragionieristica e con una pessima ottica devoluzionistica che accentuerà i già gravi problemi di alcune regioni del Sud.”

“Ci sarà – ha proseguito D’Ambrosio – una sanità di serie A e una di serie B, metà delle regioni italiane si troveranno con livelli inferiori alla media e queste scelte dissennate certamente non sono ispirate all’interesse generale del Paese. Non è possibile rispondere al diritto fondamentale alla salute con criteri geografici, ignorando il patto di cittadinanza.

Non solo la ricerca non tollera confini, ma ancor più la costruzione di sistemi specialistici come quelli per i trapianti esigono l’affidamento ad un sistema sanitario nazionale forte e coeso. ” D’Ambrosio ha concluso ringraziando il Nitp , i medici e i pazienti marchigiani che hanno contribuito a diffondere la   cultura della donazione e a portare la nostra regione a risultati confortanti in termini di aumento delle donazioni.

Lo stesso Rettore dell’Università Marco Pacetti, nel suo intervento di saluto,  ha confermato che il lavoro a sistema con la Regione sta dando i suoi frutti ed ha annunciato che è già stato individuato un chirurgo universitario per attivare il Centro Trapianti presso l’Ospedale regionale di Torrette. “Contate sull’Università di Ancona – ha concluso Pacetti-  per avere la massima collaborazione in questa attività fondamentale per tutta la regione.”

I risultati confortanti sia a livello nazionale che regionale nel campo delle donazioni sono stati illustrati dal direttore del Centro Nazionale Trapianti, Alessandro Nanni Costa che ha parlato di “Marche virtuose”.

Dati aggiornati al 15 settembre 2004 parlano della nostra regione entrata nel “club” di quelle regioni che hanno superato i  30 donatori per milione di abitanti con una percentuale del 30.7,  superiore al Piemonte, all’Emilia Romagna, alla Lombardia .

Anche a livello nazionale un risultato positivo: dal 2003 i donatori utilizzati sono saliti complessivamente dal 16,8 al 20%, una positività legata soprattutto al miglior utilizzo degli organi e alle garanzia di sicurezza ormai standardizzate con delle buone linee guida.  Inoltre, mentre nelle regioni tradizionalmente più inclini alla donazione come Piemonte, Toscana è stabile o in aumento il numero delle opposizioni alla donazione, nelle Marche questo dato nel 2004 è sceso ulteriormente del 2,7%  portandosi sull’11,9%, la percentuale più bassa in Italia, se si esclude la provincia autonoma di Bolzano . 

“Segno questo – ha rilevato Costa- di una accresciuta fiducia nell’equipe di rianimazione e nel coordinamento regionale.” Per quanto riguarda le liste d’attesa il tempo medio per un trapianto di rene è di 3,04 anni con una mortalità dell’1,18%; per il fegato di 1,44 anni con il 4,97% di tasso di mortalità; per il cuore 2,10 anni con il 7,44% di mortalità; per il pancreas 2, 63 anni e il 2,48% di mortalità; sale invece l’indice di mortalità nel trapianto di polmone al 10,59 per cento per il quale occorre aspettare in media 1,90 anni. “

Costa ha sottolineato anche che l’entrata dell’istituzione Regione nel sistema dei trapianti ha comportato un miglioramento complessivo delle metodologie, dell’organizzazione e della gestione. “ I risultati positivi comunque, ha concluso Costa,  ringraziando le famiglie dei donatori , la rete trapiantologia e tutti i collaboratori , non devono farci adagiare ma stimolare per fare sempre meglio.”

Le Marche , dunque, sono diventate una regione donatrice. Ad analizzare il perché di questo dato positivo, il Coordinatore regionale per i Trapianti, Duilio Testasecca che ha imputato il successo alla migliore attività dei coordinatori locali, al maggior coinvolgimento e alla formazione specifica del personale delle rianimazioni e negli ospedali nel processo di donazione, nei finanziamenti regionali finalizzati a questa attività, nella sinergia con le associazioni come l’AIDO.

In sintesi, i risultati positivi vengono dalla migliore identificazione dei potenziali donatori e da ospedali più motivati e sensibilizzati all’attività di prelievo. Le ombre , secondo Testasecca, attengono ancora ad aree di resistenza alla problematica e  al potenziamento ulteriore del processo di informatizzazione.

04/10/2004





        
  



4+1=
Presidente della Regione Marche Vito D'Ambrosio durante il saluto

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