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Donne e mercato del lavoro, piu' flessibili degli uomini

| ANCONA - Ultimo seminario di approfondimento in vista del Piano Politiche attive del lavoro 2004-2006

Tasso di attività superiore alla media nazionale,  tra i 25 e i 34 anni e con titolo di studio elevato. Il fenomeno della disoccupazione femminile riguarda di più la fascia tra i 15 e i 24 anni. Cresciuto il lavoro a tempo determinato e flessibile. Nel 2002 le imprenditrici erano  64 mila e hanno meno di 50 anni.

Le donne marchigiane che lavorano sono decisamente di più rispetto ad altre regioni italiane, con una percentuale vicino al Nord-est. Hanno un elevato grado di istruzione e sono in attività soprattutto quelle nella fascia di età compresa  tra i 25 e i 34 anni. Le marchigiane, inoltre , hanno maggiore tendenza ad accettare la flessibilità nei contratti di lavoro, rispetto agli uomini.

Sono questi i primi dati emersi nel corso del seminario "Donne e mercato del lavoro nelle Marche" che ha concluso il ciclo dei tre seminari promossi e organizzati dall'assessorato regionale al Lavoro e dall'ARMAL ( Agenzia regionale Marche Lavoro) per approfondire alcuni argomenti centrali che andranno a costruire le linee strategiche del Piano Politiche attive del Lavoro 2004-2006. 

Anche quest'ultimo incontro - come i due precedenti su "Ricambio generazionale nelle imprese" e Giovani e mercato del lavoro nelle Marche" -  ha visto una nutrita partecipazione di associazioni di categoria, esperti e rappresentanti di enti locali che hanno formato una platea molto interessata al tema in dibattito.

Patrizia David dell'Università di Urbino ha, infatti,  illustrato lo studio condotto su questo fenomeno e in particolare sull'occupazione femminile che fa collocare nostra regione in una posizione nettamente migliore rispetto a quella nazionale, con un tasso superiore di 6 punti percentuali.  Dal 97 al 2002 si registra una decisa tendenza alla crescita, a differenza del trend dell'occupazione maschile. Addirittura il tasso di disoccupazione femminile nelle Marche è inferiore a quello maschile in Italia, ma con un certo distacco dalle regioni del Nord-est. Mentre è importante rilevare che il fenomeno della disoccupazione femminile nella nostra regione riguarda la fascia più giovane, quella tra i 15 e i 24 anni, con il differenziale più alto anche tra maschi e femmine. Un dato dimostrato anche dall'alto numero di iscrizioni di giovani donne nelle liste di disoccupazione, fino a raggiungere i due terzi del totale degli iscritti nella regione.

Il nodo del mercato del lavoro femminile nelle Marche, anche più che nel Nord est, resta comunque la disoccupazione intellettuale. Si presenta il problema di dare risposte positive alla forza lavoro diplomata o laureata, poiché la nostra regione, con una struttura produttiva che richiede prevalentemente forza lavoro per mansioni operative, ha un 'offerta di lavoro mediamente più istruita . "Una situazione che - come ha commentato Patrizia David - genera un'accesa competitività tra le forze di lavoro con livelli di istruzione elevati. Ma non solo,  le donne marchigiane hanno la necessità di avere un titolo di studio molto elevato e in qualche caso più elevato di quello maschile per essere competitive sul mercato del lavoro locale. "
Inoltre,  un altro dato ci differenzia dalla media nazionale: il part time, con un forte incremento negli ultimi anni, più elevato della media nazionale.  
  
Per quanto riguarda il lavoro a tempo determinato, e quindi la flessibilità, grazie al forte aumento di popolazione femminile che lavora con queste modalità contrattuale, il dato è salito al 64% dei lavoratori dipendenti occupati. La forza lavoro femminile nel 2000 solo per l'11% ha sperimentato un contratto di lavoro a tempo indeterminato, contro il 34% degli uomini.  
Il 27% degli imprenditori marchigiani sono donne, pari a 64 mila nel 2002 ed hanno meno di 50 anni, titolari di imprese individuali (40%) ma anche di capitali (11%).

05/12/2003





        
  



5+3=

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